Puntata 53.2 – CAMPI D’ENERGIA UTOPICA: “LA POTENZA DEL RISO: “Ridere con Dio”

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53.1 – Ridere con Dio

Inoltre nella schiera di chi usa le armi del comico nel Novecento manca uno dei narratori più significativi della fine del secolo, Giovannino Guareschi (1908-1968) uno scrittore certamente scomodo, ma un umorista che ha segnato tutta una epoca nel nostro recente passato, nella lingua e nel costume come pochi altri.
Il libro di Ponzato su Umorismo e fede è a ragione tutto dedicato a Guareschi al quale l’autore riserva un capitolo di commento a Diario clandestino, una opera scritta in ricordo della prigionia nel lager tedesco: dove il rapporto tra umorismo e libertà è messo costantemente alla prova e testimonia la grandezza morale, oltre a quella di scrittore, di Guareschi.
La bibliografia sul famoso giornalista direttore del Candido, è singolarmente scarsa: Ponzato ricorda una tesi di laurea dell’Università di Zurigo sul primo Guareschi, io conosco gli atti di un convegno di studi tenuto a Trieste nel 2003 su Guareschi, l’umorismo e la storia, e una ottima biografia su Guareschi scrittore, di Guido Conti (Milano, Rizzoli, 2008)
Guareschi si identifica col suo giornale Il Candido, dove nascono le figure di Peppone e Don Camillo, e dove risuona anche la voce del Crocifisso: figura umana di quel Dio che piace a Palazzeschi e a Papa Francesco, il Dio che ride perché ama, e amando crea gli uomini, tutti, anche i nemici.
Voglio concludere questo capitolo sul Ridere con Dio, ricordando l’autore tante volte citato per la sua Utopia, San Tommaso Moro (1477-1535), anche lui prigioniero per ragioni politiche e poi giustiziato, ma, come Guareschi, libero nell’animo per la sua capacità di saper ridere.
È La preghiera del buonumore, probabilmente tratta dalle lettere alla figlia scritte dalla Torre di Londra, il Diario clandestino del grande cancelliere inglese.

Signore, dammi una buona digestione
e anche qualcosa da digerire.

Dammi la salute del corpo
e il buon umore necessario per mantenerla.

Dammi, Signore, un’anima semplice
che sappia far tesoro di tutto ciò che è
buono e non si spaventi alla vista del male
ma piuttosto trovi sempre il modo
di rimettere le cose a posto.

Dammi un’anima che non conosca la
noia, i brontolamenti, i sospiri, i lamenti,
e non permettere che mi crucci eccessivamente
per quella cosa troppo ingombrante
che si chiama “io”.

Dammi, Signore, il senso del buon
umore.

Concedimi la grazia di comprendere
uno scherzo per scoprire nella vita
un po’ di gioia e farne parte anche agli altri.

Amen

Laura Schram Pighi

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