Puntata 41.4 (continuazione) – CAMPI D’ENERGIA UTOPICA: “La città ideale”

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Puntata 41.4 (continuazione) – CAMPI D’ENERGIA UTOPICA: “La città ideale”

Dunque le città di oggi sono solo un cumulo di roba vecchia, frammenti di vita da buttar via, tutti da incendiare. Ma come dovrà essere la città futura? Per Andrea De Chirico, il fratello di Alberto Savinio, la città futura può essere solo Torino, la città che fa sognare, la Torino metafisica di De Chirico, quella del 1916 dipinta nell’Interno metafisico con grande officina ha già la prima industria cinematografica, ha accolto la moderna editoria di massa, le prime automobili.
Anche altri letterati e artisti figurativi, finita la prima guerra mondiale, si pongono la domanda di come saranno le nuove città italiane: De Pisis nel 1920 è affascinato da Ferrara come lo era stato Alberto Savinio, lo leggiamo nell’Hermaphrodito, mentre Antonio Borgese sceglie come modello New York che chiama la Città assoluta.
Ancora una volta la risposta più radicale verrà da Palazzeschi che usando l’arma dell’umorismo, capovolge la realtà con la forza della parodia e detta nel Codice di PeReLà (1913) le regole per una nuova società e per le nuove future città.
Il dibattito sulla città futura dopo la fine della guerra del ’15-‘18, dato il radicale cambiamento della situazione politica, sarà profondamente diverso. Esso si indirizza verso l’aperto “ruralismo” dei movimenti politici antiurbani come “strapaese” e “stracittà”. Inoltre a partire dagli anni ’30, alla ricerca del consenso, il fascismo decise di realizzare un piano pluriennale che prevedeva il sorgere di una decina di città per ospitare e dare lavoro a migliaia di lavoratori provenienti dal Veneto, una regione distrutta dalla guerra recente: si chiameranno “Città di fondazione” nate nel quadro della bonifica delle paludi pontine.
Il regime stimolò anche una certa produzione artistica con vari concorsi e manifestazioni per esaltare la nascita delle nuove città, che avrebbero dovuto contrastare la fuga delle forze lavorative agricole verso le Americhe. Due studiose Roberta Martinelli e Lucia Nuti hanno ritrovato e pubblicati i testi della pubblicistica del tempo conservati negli archivi della biblioteca dell’ONC (Opera Nazionale Combattenti) e anche i Film Luce girati sulle varie feste di inaugurazione. Si tratta di un materiale di grande interesse che dimostra soprattutto la rottura di un equilibrio sociale secolare dalle conseguenze catastrofiche, più che un reale progresso nella qualità della vita delle popolazioni come suggerisce Corrado Alvaro (1895-1956) in Terra Nuova. Prima cronaca dell’Agro Pontino (1934).
Attorno al tema della città ideale, la letteratura “in luce” non uscirà ancora per molti anni dalla esaltazione delle opere del regime. Quella “in ombra” riuscì invece a sopravvive per tutto il ventennio continuando la tradizione dei viaggi immaginari per ragazzi, ai quali presentava non senza umorismo “innocenti” storie di animali, dei perfetti antieroi.

Laura Schram  Pighi – (41.4 continua)

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