Puntata 52.1 – CAMPI D’ENERGIA UTOPICA: “LA POTENZA DEL RISO: La prosa scientifica: Italo Calvino”

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52.1 – La prosa scientifica: Italo Calvino

Calvino fin dalla prima delle lezioni americane dichiara la sua adesione totale allo stile di Galilei scrittore. Come lui, confessa “ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città: soprattutto ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto e al linguaggio”.
Per questo Calvino ha sempre considerato la leggerezza un valore essenziale e ricorda la metafora del cavallo usata per la prima volta da Galilei nel “Saggiatore” per indicare la velocità della mente. Egli si sofferma sui termini come discorrere, e discorso nella espressione di Galilei: “il discorrere è come il correre”. Per Calvino “questa affermazione è come il programma stilistico di Galileo, stile come metodo di pensiero e come gusto letterario: la rapidità, l’agilità del ragionamento, l’economia degli argomenti, ma anche la fantasia degli esempi sono per Galilei qualità decisive del pensar bene”. Questo sarà anche il “programma stilistico” di Calvino scrittore: velocità, leggerezza, fantasia.
È singolare che mentre egli più volte specifichi e approfondisca la sua idea di velocità e leggerezza, collegandola con fantasia e immaginazione, non indaghi sulla forza propulsiva che le provoca e ne assicura la continuità: l’umorismo.
Dopo un lontano intervento del 1967 su Definizioni di territori: il comico (ora in Una pietra sopra) Calvino non dedica uno studio approfondito all’umorismo, quella potenza misteriosa data solo all’uomo, capace di infondere leggerezza, velocità e rapidità al pensiero, e di creare parole nuove, per un nuovo mondo, come aveva fatto Galilei e tanti altri scrittori scienziati dopo di lui.
Eppure senza immaginazione e fantasia non sarebbe possibile per la scienza proporre nuove vie al progresso, e senza umorismo non sarebbe possibile ottenere quella rapidità e leggerezza tipica dello stile di Galilei scrittore, il modello di Calvino.
Si deve ad un gruppo di studiosi riuniti in un convegno su Calvino e il comico (1994) se è possibile approfondire questa caratteristica fondamentale della personalità dello scrittore che arricchisce di comicità tutte le sue pagine di critico e di narratore. Claudio Milanini esamina quella “galassia di racconti cosmici” raccolta nelle Cosmicomiche, che si forma per sovrapposizioni e incastri nel corso di tutta la vita di Calvino, Bruno Falcetto isola tutte le componenti del comico delle idee, quella linfa vitale che porta l’umorismo nelle giunture logiche e nei risvolti poetici di ogni pagina di Calvino e commenta: “L’umorismo si pone sotto il segno della ‘leggerezza’ …l’umorismo calviniano è un comico che ‘svela’ che ‘dissolve’ le menzogne, le rigidezze e le unilateralità nel comportamento sociale e nella vita psicologica”. Tutti i contributi di questa raccolta preziosa sono una fonte indispensabile per la comprensione del ruolo dell’umorismo in un autore capace di trasformare la scienza in poesia, quella poesia cosmica letta da Galilei e da Leopardi nel Paradiso di Dante.
La conclusione delle Lezioni americane, il testamento spirituale di Calvino, morto poco dopo, è la chiave di lettura di tutta la sua opera e ci indica il vero punto di incontro tra scienza e letteratura. Quando Calvino afferma che: “Tutte le ‘realtà’ e le ‘fantasie’ possono prendere forma solo attraverso la scrittura, nella quale esteriorità e interiorità, mondo e io, esperienza e fantasia appaiono composte della stessa materia verbale”.

Laura Schram Pighi

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