Puntata 49 – CAMPI D’ENERGIA UTOPICA: “LA POTENZA DEL RISO: GALILEI SCRITTORE E I SUOI DISCEPOLI”

…a cura di Laura Schram PighiPoesiaPer le tue domande, opinioni o suggerimenti
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49 – Galilei scrittore e i suoi discepoli

Temo che a causa di una perniciosa attitudine della critica entrata anche nell’opinione corrente, di separare la cultura in due campi in contrasto tra loro, quello letterario e quello scientifico, sfugga a molti il ruolo che Galilei ebbe nella storia della lingua e della letteratura italiana.
Partendo dalla edizione nazionale delle opere di Galilei (Opere, 20 voll. Firenze, Barbèra, ristampa 1968) e da alcuni studi fondamentali su Galilei letterato, non inferiore per importanza a quello del Galilei scienziato, vorrei ritrovare le tracce della sua eredità nella storia della letteratura italiana e individuare i punti dove la letteratura scientifica incontra quella letteraria per ricomporre l’unità originaria.
Da un primo, lontano suggerimento di Bruno Migliorini su Galilei e la lingua italiana (Lingua e cultura, Roma, Tumminelli, 1948) è nato in Europa attorno a questo tema un interesse molto vivace, mentre da parte italiana come osserva Maria Luisa Altieri Biagi: “Non sono molti gli scritti che studiano l’opera di Galilei da un punto di vista storico-letterario e linguistico”, e anche i più significativi, hanno avuto scarsissimo credito.
La studiosa fa notare “la lentezza con cui la generalità degli specialisti (sui fronti delle perduranti “due culture”) reagisce a sollecitudini che pure vengono da voci autorevoli… ciò dipende dal fatto che il lavoro di ricognizione e di ricupero di una letteratura tenuta a lungo alla periferia della cittadella letteraria, si prospetta faticoso e scarsamente remunerativo in tempi brevi” se paragonato al ben più facile e proficuo discettare su questioni generali dettate dal gusto personale.
Scriveva così, con una certa vena polemica, nel 1984 Maria Luisa Altieri Biagi nel suo studio su Forme della comunicazione scientifica (in Letteratura italiana, Torino, Einaudi, vol. 3, Le forme del testo, 1984, pp. 891-947) e una decina d’anni più tardi approfondiva la ricerca analizzando il Dialogo sopra i due Massimi Sistemi di Galileo Galilei (in Letteratura italiana, Le opere, vol.2°, Torino Einaudi, 1993). Questi sono solo due tra i maggiori contributi frutto di un lungo percorso di ricerche che ha portato la studiosa ad essere la massima specialista di Galilei letterato, una vita di lavoro che lei stessa di recente ha sintetizzato su Internet in Enciclopedia dell’italiano.
Galilei scienziato e scrittore aveva avuto un grande maestro, del quale era assiduo lettore: Dante.
E lo dimostrò dedicandosi per una trentina d’anni al problema delle maree indicato da Dante nel De aqua et terra (Verona 1320), ma soprattutto nella scelta dell’italiano come lingua di comunicazione delle sue scoperte scientifiche ad un pubblico più vasto. La spinta morale e politica di Dante ad “inventare” il volgare illustre per parlare a tutti del Creatore, spinse Galilei scienziato a svelare a tutti le leggi del creato, leggendole in quel “libro della Natura scritto in linguaggio matematico” come egli stesso scrisse nel Saggiatore.

 Laura Schram Pighi – (continua)

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