Conati Lorenzo

… a cura di Giancarlo Volpato

Poesia

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Lorenzo Conati

 

Cantante, baritono nacque a Fumane (VR) il 16 marzo 1890 in una famiglia di agricoltori benestanti i quali non ostacolarono la sua passione per il canto pur non mandandolo ad una scuola apposita; per cui fu costretto ad essere quasi un autodidatta servendosi dell’insegnamento di un sacerdote e di alcuni conoscenti musicisti: non seguì degli studi regolari che, senz’altro, l’avrebbero maggiormente aiutato sia nello svolgimento della carriera sia nell’introduzione nel campo piuttosto complicato e difficile della musica. Durante il servizio militare fu clarinettista e sassofonista nella banda del proprio reggimento. Congedato nel 1913, grazie alle notevoli doti ch’egli presentava, studiò canto alla scuola che il soprano Clara Mojenta aveva aperto a Verona e più tardi l’affidò, per l’educazione dei mezzi vocali, al maestro Antonio Pescia e si perfezionò alla scuola di questi a Milano. La prima guerra mondiale lo volle quale combattente: fu fatto prigioniero ed internato nella prigione di Mauthausen in Austria. Al ritorno, iniziò a dedicarsi esclusivamente al canto: egli era dotato di una voce calda e pastosa grazie alla quale il giovane Conati intraprese una carriera costellata quasi sempre di successi. Debuttò al Teatro Politeama di Asti, nel 1919, nel Don Pasquale di Gaetano Donizetti che divenne la sua opera prediletta assieme a Pagliacci e al Barbiere di Siviglia: da quel giorno s’aperse per il fumanese una carriera brillante spartendo le scene d’Italia e del mondo; la prima uscita in Europa fu ad Amsterdam nel 1922 e vi rimase un anno intero calcando i teatri delle principali città olandesi. Condivise i palcoscenici con le più grandi voci del tempo da Beniamino Gigli a Gilda Dalla Rizza, da Toti Dal Monte ad Aureliano Pertile, da Giacomo Lauri-Volpi a Rosetta Pampanini, ecc. Compì lunghe e fortunate tournées all’estero: nel Sud America divenne il beniamino del pubblicò e si esibì soprattutto a Santiago del Cile, nei paesi dell’est europeo – massimamente in Polonia – conobbe grandi successi e le sue esibizioni (indice del bel canto italiano) furono coronate da applausi interminabili; andò in Egitto dove, al teatro del Cairo, interpretò Marcello nella Bohème, personaggio che ripeté in tante altre esibizioni. Ma fu negli Stati Uniti che Lorenzo Conati conobbe i maggiori trionfi: da New York a Boston, da Philadelphia a San Francisco, da Detroit a Miami portò sulle scene i più grandi successi della musica italiana: interpretò Rigoletto, Scarpìa (Tosca), Enrico (Lucia di Lammermoor), Tonio (Pagliacci), Malatesta (Don Pasquale), Alfio (Cavalleria rusticana) Gérard (André Chénier), Rafaele (I gioielli della Madonna di E. Wolf-Ferrari), Germont (La Traviata) ma cantò pure opere di compositori stranieri interpretando Tetralmondo (Lohengrin), Valentino (Faust di Ch. Gounod) e una serie infinita di altre composizioni. La sua voce baritonale fece scorrere fiumi di articoli sui giornali più importanti del mondo: si può dire che Conati abbia interpretato quasi tutti i ruoli dei personaggi legati alla sua voce e La Scala di Milano lo adottò sin dal 1931. Verdi, Puccini, Donizetti, Leoncavallo, Giordano furono gli autori musicali ai quali si sentì molto legato, ma sopra tutti lo fu Pietro Mascagni che lo volle personalmente quale protagonista delle sue opere maggiori e lo applaudì a scena aperta durante l’esibizione. In Svizzera fu molto spesso e rimase un anno intero sulla scena nel “Grand Théâtre” di Ginevra. L’ultimo concerto operistico lo tenne a Rovigo interpretando Robinson nel Matrimonio segreto, commedia giocosa di Domenico Cimarosa: era il 1942 e Lorenzo Conati si ritirò dalle scene operistiche, ma non dalle esibizioni canore, l’ultima delle quali fu nel 1947 al teatro Corallo di Verona, città dove aveva cantato un’altra sola volta esibendosi come Lescaut nella Manon di Jules Massenet al Filarmonico. Il maggiore teatro della sua città, quell’Arena che vide sfolgorare voci bellissime e interpreti strepitosi, non lo volle mai. Alla fine della carriera Lorenzo Conati contò ben 120 ruoli, dei quali ne cantò una settantina nel testo originale. Egli si era, già da tempo, trasferito a Milano dove – uscito dalle scene – tentò la strada dell’impresario fidandosi della conoscenza delle scene: ma s’accorse ben presto che quella carriera era assai diversa da quella appena dismessa dell’artista. Si fermò a Verona per qualche tempo aprendo una scuola in Via Pigna dove ebbe come allievi i veronesi Sergio Barlottini e Ivo Vinco che s’affermarono, poi, sulle scene del mondo. Ritornò, quindi, ad abitare stabilmente a Milano dov’egli si era trasferito sin dal 1920, appena dopo il matrimonio, e qui si dedicò all’insegnamento presso una scuola di musica contando su un grande numero di allievi. Scomparve a Milano il 7 agosto 1980, già novantenne. Due giorni dopo, Fumane gli tributò le esequie riservate ai grandi; poi, su di lui come su molti altri, s’abbatté la damnatio memoriae per cui questo grande artista rimase pressoché sconosciuto: lo dovette, forse anche, al suo carattere schivo, gentile, riservato, lontano dagli applausi fuori di scena. Lasciò scritto un diario inedito dove annotò, con cura e massima attenzione, tutta la carriera artistica. Il paese natale gli ha dedicato una via.

Bibliografia: Lorenzo Conati, Ecco qui alcuni appunti e un po’ di storia della mia vita che ho vissuto nell’arco di 89 anni circa, ms. di proprietà della famiglia; Alberto Gajoni-Berti, Dizionario dei musicisti e cantanti veronesi (1400-1966), Verona, Acc. Filarmonica, 1966, p. 26; Giancarlo Volpato, Un cittadino fumanese e la sua carriera artistica: il baritono Lorenzo Conati, “Annuario storico della Valpolicella”, 1990-1991, pp. 107-130 con la cronologia completa delle rappresentazioni; Paolo Padoan, Voci venete nel mondo. I cantanti lirici veneti nella storia dell’opera e del canto, Taglio di Po (Ro), Arti grafiche Diemme, 2001, pp. 144-146; Giancarlo Volpato, Conati Lorenzo, in Dizionario Biografico dei Veronesi (secolo XX), a cura di G. F. Viviani, Verona 2006, pp. 246-247.

Giancarlo Volpato

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