Piubello Giovanni
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Scrittore, libraio, editore, nacque a San Bonifacio il 24 giugno 1921. Visse sette anni soltanto nella cittadina veronese, ma ne portò indelebilmente le conseguenze nella cultura della sua vita. Trascorse l’infanzia correndo sugli argini dell’Alpone, accanto all’abbazia di Villanova, rincorrendosi all’interno dei cortili dello zuccherificio, inventò gloriose scorribande nelle povere campagne dell’est veronese, si nascose, giocando, nei campi di mais nelle assolate estati degli anni Venti e patì i primi, dolcissimi e indimenticabili sguardi delle bimbe che dividevano con lui le giornate: fu questo l’oggetto del suo romanzo più fortunato e che lo rese celebre, quel Matti beati (1967) che appare, oggi soprattutto, un affresco delicato e triste di un’età non tanto lontana.
Nel 1928 la sua famiglia emigrò a Mantova, che divenne la sua patria, ma egli ritornò per tante estati ancora nei luoghi dei suoi piccoli e grandi amici, ad accarezzare con il ricordo giorni felici e sereni. Frequentò le scuole, si diplomò perito industriale: ma altra era la sua vocazione; divenne libraio-bancarellaro sotto i portici del Broletto nella città dei Gonzaga che lo adottò come un suo figlio diletto; manifestò ben presto la sua vocazione letteraria aggregandosi ai circoli culturali e divenendo, a poco a poco, il volano di molte attività.
In Piazza delle Erbe, a Mantova, divenne figura carismatica: venditore di libri altrui e dei propri, stampatore delle proprie fatiche letterarie, collaboratore arguto ed acuto dei giornali locali, apparve come uomo dimesso e solitario, lontano dai circuiti ma rimase punta di diamante per tutti coloro che non rincorrevano la gloria bensì la soddisfazione personale allietando la propria vita con la cultura e con la ricerca del bene dello spirito.
Pubblicò, a proprio spese, il suo libro d’esordio, Zingara, un’ampia scelta di racconti tra i molti apparsi sulla stampa mantovana a partire dal 1941 alcuni dei quali furono tradotti in russo negli anni Sessanta e apparvero su giornali e riviste dell’Unione Sovietica in tirature di milioni di copie. La casa editrice dal nome sintomatico di “Bancarella” altro non era che l’invenzione del libraio-scrittore: come quella singolare rivista, dall’omonimo titolo, ch’egli fondò nel 1955 e diresse sino al 1966, anno della cessazione, con ben sessantaquattro numeri: “Ho bisogno di tutti voi, amici lettori – scrisse – perché aiutandomi faremo una rivista per tutti”: e così fu, infatti, poiché su quel fascicolo mensile scrissero in tanti, e fu una palestra sulla quale si cimentarono letterati e non, ma da cui uscirono pagine bellissime. Pubblicò un libro in versi, un ‘unicum’ dal titolo profetico, A proposito di gobbi, dove l’arguto Piubello riuscì a mettere insieme la sua bravura con l’ironia sottile che lo contraddistingueva: una specie di saga mantovana dal sapore gonzaghesco.
Davanti alla splendida basilica di Sant’Andrea, nella piazza dove la gente confluiva, la sua figura diventò un mito, ma fu sempre uno scrittore anomalo che andava metabolizzando le sue innumerevoli letture con la memorialistica, il neorealismo, il filone della narrativa americana: nei suoi scritti sparsi vi erano già, comunque, i paragrafi dei suoi libri migliori.
Lo straordinario successo di Matti beati, uscito per le edizioni Rizzoli e che gli valse il premio nazionale Duomo, lo rivelò anche al mondo dei distratti; ma tutto durò assai poco giacché egli era uomo schivo, alieno da qualsiasi forma di personalismo, lontano dalle folle assordanti. Per cui ridiventò stampatore in proprio, nelle modeste ma eleganti Edizioni di Bancarella, dove entrarono le sue storie, le sue lettere in piazza e i suoi dialoghi con i lettori veri o presunti; fu anche editore di una minuscola collana “La minima di Bancarella” che ospitò autori assai importanti dell’universo poetico mantovano.
Fu uomo di singolari iniziative, la più importante delle quali fu certamente quella di stampare, lasciando bianca la copertina, circa duecento copie del suo volumetto Tutti in piazza, sagace e intelligente ritratto della gente che passava davanti alla sua bancarella; distribuì le copie tra i molti suoi amici pittori, disegnatori, caricaturisti chiedendo loro di realizzare a piacimento la copertina: nacquero così quasi duecento originali libretti messi all’asta in una festosa serata d’estate del 1972.
Eccezionale osservatore della vita cittadina, della quale per oltre un trentennio fu un reale protagonista, attentissimo eppur discreto, Giovanni Piubello fu amico dei mantovani che nella sua figura, sotto i portici e nella sua bancarella, trovavano l’arguto e acuto umorista dalla penna limpida: li tratteggiò con simpatia ironica in una singolare collezione di personaggi spesso usando, soprattutto nelle collaborazioni giornalistiche, vari pseudonimi quali Dario Puli, Gianni De Bello, Nani D’Angelo.
Contrastava, con il suo sorriso e il suo volto di amico di tutti, la sua vita personale: silenziosa, solitaria, in una casa del centro cittadino, aperta a chi amava le cose semplici, a chi aveva da chiedere una parola d’incoraggiamento, a chi stava lontano dalle grida. Pochi, nonostante la diuturna presenza, s’accorsero veramente di lui, tranne il giorno in cui la sua bancarella restò vuota: era il 16 gennaio 1983. Dal 2011, il medesimo luogo viene gestito dalla casa editrice mantovana Sometti che fu affidata con delibera del Comune di Mantova con la seguente precisazione: “Esercizio di valenza storica e di particolare pregio”.
Il paese natale gli dedicò una via e una scuola; la città d’adozione lo ricordò, tra l’altro, con una targa del 1996, sulla facciata di piazza Bazzani che lo vide abitatore per molti anni, dalle parole emblematicamente riassuntive: “Qui/scrisse di gente alla gente/il poeta di ‘Matti beati’/Giovanni Piubello/libraio sulla via/1921-1983”.
Nel ventennale della morte l’editore mantovano Sometti venne incaricato dell’edizione di tutte le opere edite ed inedite, iniziativa curata da Mario Artioli e Vladimiro Bertazzoni, che uscì in tre volumi e fu conclusa nel 2005 (v. in Bibliografia).
Bibliografia: Renzo Dall’Ara, Rivive nelle pagine di Giovanni Piubello il fascino delle cose semplici, “Mantova”, n. 135, gen.-mar. 1983, pp. 1488-1489; Album Piubello: uno scrittore in piazza: biografia, iconografia, racconti, testimonianze, bibliografie, 3 v., a cura di Mario Artioli e Vladimiro Bertazzoni, Mantova, Sometti, 2005; Giancarlo Volpato, Copertine come quadri, sopraccoperte come cornici ovvero Tutti in piazza di Giovanni Piubello, “Paratesto”, Roma, 2, 2005, pp. 287-309; Giancarlo Volpato, Piubello Giovanni, in Dizionario biografico dei Veronesi (secolo XX), a cura di G. F. Viviani, Verona 2006, pp. 656-657.
Giancarlo Volpato