Etimologia 24 (espressioni dialettali)

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Etimologia 24 (espressioni dialettali)

   Pòro can: quante volte abbiamo sentito questa espressione? Ed esiste anche la versione femminile, pòra cagna. Letteralmente significherebbero «povero cane», «povera cagna», ma nella realtà designavano un tempo l’appartenente ai ceti inferiori. Il popolo della città era diviso tra sióri, ossia i «benestanti», e i pòri cani, le persone che non erano per nulla benestanti.

   Pòro can è ancora usatissimo per indicare la persona comune, il povero disgraziato qualunque, colui che deve arrangiarsi senza poter contare su qualche santo in paradiso. Ma è usatissimo soprattutto come interiezione, per esprimere solidarietà, un’affettuosa partecipazione: Èto sentío che l’à perso el laóro? — Me dispiase, pòro can… («Hai sentito che ha perso il lavoro?» — «Mi dispiace, poveretto…»).

   L’espressione si ricollega probabilmente alla dinastia scaligera. Come è noto, tra i grandi signori scaligeri vi furono Mastino, Canfrancesco (poi detto Cangrande), Cansignorio. Da costoro derivò l’altra espressione veronese can grosso per dire «grande personaggio, potente personaggio, governante». E siccome gli Scaligeri lasciarono in giro diversi figli illegittimi, era naturale che questi venissero definiti «“cani” poveri»…

   Pochi sanno che la nostra espressione esiste anche a Siena, certo per gli intensi legami commerciali della città toscana con Verona. A Siena, per dire «poveretto!» si usa proprio l’espressione pòro cane

Giovanni Rapelli

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