Etimologia 55 (Postuma) – (Toponimi)

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Etimologia 55 (Postuma) – (Toponimi)

Nel dialetto veronese locale il nome di Giazza suona La Jatha, mentre nel cimbro è – come si sa – Ljetzan. Quest’ultimo è veramente un plurale («Le Giazze»), dato che il centro del paese era formato da tre parti: la Giazza di sotto, quella di mezzo e quella superiore. Il nome al singolare è de Ljètze. Credo che nessuno ormai metta in dubbio che tanto Jatha quanto Ljetze risalgano all’antico nome veronese del “ghiaccio”, che suonava glaza, con la z sorda che si sente nel legnaghese zinquantazinque «55».

La voce cimbra Ljetze è un regolare adattamento del veronese glaza; essa deve essere penetrata nel cimbro quando i boscaioli tedeschi si espandono verso nord partendo dalle basi di S. Andrea o di Selva, verso la metà del Trecento. La località alla confluenza dei due progni di Revolto e di Fraselle era allora disabitata, ma doveva essere ben conosciuta dai valligiani italiani che andavano a far legna o a cacciare nei dintorni. E per denominarla, si diceva “al ghiaccio” (quindi, “vado al Ghiaccio”, “ci troviamo lassù al Ghiaccio” ecc.). A mio parere, il nome deriva dal fatto che il punto della confluenza dei torrenti doveva presentarsi, agli occhi di chi saliva dalla pianura, con notevoli formazioni di ghiaccio almeno per parte dell’anno. Questi ghiacci dovevano formarsi ai lati della piccola cascata Zagaruan.

Ora, vi sarebbe un’altra ipotesi sul perché del “ghiaccio”, affacciatasi quasi per caso durante un incontro tra membri del Curatorium. Si sa che nel 1349 una pergamena imponeva ai comuni della Lessinia di rifornire di ghiaccio la corte scaligera a Verona. In teoria, dunque, la zona dove oggi sorge Giazza avrebbe potuto essere stata un centro di produzione del ghiaccio, e da questo fatto le sarebbe venuto il nome.
Personalmente, però, ritengo infondata l’ipotesi. Per quanto se ne sa, infatti, Giazza non fu mai produttrice di ghiaccio. Questo, per esempio, non è nominato tra i prodotti del paese agli inizi dell’Ottocento citati da don Peruffi; inoltre, la zona di Giazza non presenta le tipiche pozze dove l’acqua congelava. È assai più probabile che il ghiaccio da portare agli Scaligeri venisse prodotto al Cerro o a Boscochiesanuova, o in altre località ricche di pozze per l’abbeverata del bestiame.

Giovanni Rapelli

Articolo apparso in “Cimbri Notizie” n. 17-18, luglio-dicembre 2000, pag. 8.

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