Etimologia 65 (Postuma) – (Modi di dire)

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Etimologia 65 (Postuma) – (Modi di dire)

Che t’à cunà!

Vale letteralmente «che ti ha cullato»; è una contrazione di chéla che t’à cunà “quella che ti ha cullato! (= tua madre)”. Una variante ne è che t’à cagà!, anche questa una contrazione di chéla che t’à cagà! Nonostante l’apparenza, non si tratta assolutamente di espressioni offensive; sono locuzioni usatissime nell’ambiente famigliare, del lavoro o degli amici per esprimere sorpresa o apprezzamento meravigliato (è-to ciapà? Chela che t’à cunà! “Hai vinto? Ma guarda un po’!”).
Entrambe le forme contratte sono ritenute da noi come nelle province confinarie, peculiari della “veronesità”. Segnalo qui la caratteristica variante enfatica che t’à cunà de bójo!; l’ultima parte è ripresa dalla locuzione caldo de bójo “caldo di bollitura, appena levato dal bollore” (come a dire “quella che ti ha appena fatto!”).

El tira su la pertorina

Lo si dice di un cibo, soprattutto liquido: ’sto bródo qua ’l tira su la petorina “questo brodo rimette in sesto, ristora”. L’espressione nacque, evidentemente, nel mondo femminile.
La petorina era infatti, negli abiti di un tempo, la “pezzola con la quale le donne si coprivano il seno prima di stringerlo nel busto e che appariva tra i legacci; anche, per estensione, pettino, davantino (pettorina a volanti: ornamento di trine fissato al petto sopra il vestito, jabot)”. L’allusione è al fatto che quando si è ristorati si inspira, “tirando su” il petto…
Una curiosa e diffusa variante, certo anch’essa sorta tra le donne, dice (’sto bródo qua) ’l tira su le tete a la regina “tira su le tette alla regina”; non so immaginare il perché di questa espressione.

Giovanni Rapelli

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