Etimologia 38 (Postuma) – (espressioni dialettali)

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Etimologia 38 (Postuma) – (espressioni dialettali) 

Si sente parlare spesso di un tòco de sacranón, che è «un pezzo di marcantonio, un omone». Mi è stato chiesto spesso da dove venga l’ultima parola… Be’, abbiamo qui un ricordo dell’invasione francese del 1796, quando i nostri cugini transalpini abbatterono la gloriosa Repubblica Veneta.

I francesi scardinarono un ordine sociale esistente da secoli, in teoria ingiusto (perché aristocratico), ma in pratica migliore di molti altri sistemi in vigore nei paesi europei. Le loro truppe divennero celebri per la capacità che avevano di cambiare i piani di una battaglia all’ultimo momento, confondendo l’avversario.

Da noi, però, rimasero tristemente famosi per i soprusi dei quali si resero responsabili. Furti prima di tutto (specie di opere d’arte), umiliazioni del clero, stupri di monache… Furono questi soldati raccogliticci, male addestrati, prepotenti, a lasciarci certe loro espressioni: sacranón era un’imprecazione blanda (dal franc. sacré nom! [de Dieu] «sacro nome! [di Dio]». Ma anche il nome della lira divenne francese, da quando introdussero da noi il loro franc (ecco perché noi dicemmo, fino al 2002, franco per definire la lira). A proposito di soldi, un’espressione gergale per definire «il denaro» è el tarzàn. Da dove derivava? Dal francese d’argent di espressioni quali avez-vous d’argent? «avete denaro?», je n’ai pas d’argent «non ho soldi», ecc.

Anche la basúr «l’abat-jour» ci venne dalla Francia… ma molto dopo, verso la fine dell’Ottocento. Ormai si era perso il ricordo del comportamento dei rivoluzionari di Napoleone.

Giovanni Rapelli

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