Etimologia 33 (espressioni dialettali)

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Etimologia 33 (espressioni dialettali)

Il 13 dicembre, nel Veronese (ma anche qua e là nelle province di Mantova, Trento e Vicenza) si festeggia da tempo immemorabile santa Lucia. Si può dire che un tempo fosse la festa più sentita dai bambini, perché l’unica nella quale essi ricevevano regali; subito dopo, come importanza veniva il Natale, el Nadàl, però sentito soprattutto come festa della famiglia (era a Natale che le famiglie riunivano i loro membri sparsi in giro per l’Italia e l’Europa per lavorare).

Colpisce il forestiero il nome che da noi si dà alla grande santa siracusana: Santa Lùssia (in vari paesi nella variante Santa Lùzia, con la zeta dell’ital. forza: si pensi al proverbio a Santa Lùzia / el fredo crùzia «a S. Lucia il freddo tormenta»). Di solito, questa pronuncia viene accolta con un sorrisetto di compatimento fuori della nostra zona, perché sembra una rozza alterazione di Santa Lucìa. E invece… Pochi sanno che siamo proprio noi veronesi, assieme ai nostri stretti vicini, a conservare l’antico nome latino della santa.

A Roma, infatti, esistevano i due nomi personali, rispettivamente maschile e femminile, Lùcius e Lùcia. Con ogni probabilità provenivano dagli Etruschi, presso i quali indicarono in antico la provenienza dalla Licia (il cui nome derivava da una radice luk di significato incerto). Da noi, il personale femminile divenne nel tardo latino Lùzia, e tale rimase fino al giorno d’oggi. Nel resto della penisola, invece, la santa siracusana venne detta Lucìa per il forte influsso greco presente nella Sicilia orientale (negli ambienti grecofoni si pronunciava Lukìa), e pian piano fu questa forma del nome che si estese in tutta Italia.

Giovanni Rapelli

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