Alfieri Vittorio
… a cura di Graziano M.Cobelli
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– Sonetto XX –
S’io t’amo? Oh donna! Io nol dirìa volendo.
Voce esprimer può mai, quanta m’inspiri
dolcezza al cor, quando pietosa giri
vèr me tue luci ove alti sensi apprendo?
S’io t’amo? E il chiedi? E nol dich’io tacendo?
E non tel dicon miei lunghi sospiri,
e l’alma afflitta mia, ché par che spiri
mentre dal tuo bel ciglio immobil pendo?
E non tel dice ad ogni istante il pianto
cui di speranza e di temenza misto,
versare a un tempo e raffrenare io bramo?
Tutto tel dice in me: mia lingua intanto
sola tel tace; perché il cor s’è avvisto
ch’a quel ch’ei sente, è un nulla il dirti: Io t’amo.
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– Sonetto LXXXVII –
Mentr’io più mi allontano ognor da quella,
ch’ora i suoi dì strascina al Tebro in riva,
sol mio diletto è il far sempre più viva
mia doglia, e il viver tutto immerso in ella.
Spesso, mia lingua in flebil suon l’appella;
e l’alma voce, che già il cor mi apriva,
par mi risponda, così addentro arriva
la rimembranza pur di sua favella.
Pietade e pianto nel mortal mio esiglio
sono i miei soli duo fidi compagni;
l’una il cor mi governa, e l’altro il ciglio.
Né v’ha infelice che con me si lagni,
ch’io di soccorso, lagrime, o consiglio,
pietosamente lui non accompagni.
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Biografia e foto da Wikipedia
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