Aldegheri Carla

…a cura di Graziano M. Cobelli 

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Chi è Carla Aldegheri,

Nata a Verona il 10 aprile 1956.
Dopo la scuola d’obbligo inizia subito a lavorare come impiegata in uno studio legale che per lei, fu grande scuola dove si forma personalmente e professionalmente.
La vita lavorativa è molto travagliata, ed oltre a questo, quando nel 1976, a soli 19 anni, perde la mamma a causa di una inesorabile malattia, rimarrà profondamente segnata.
Se ne va un punto importante di riferimento, che la spingerà negli anni seguenti a spostarsi sempre più alla ricerca di se stessa ed alla curiosità di conoscenze sempre maggiori per tutte le cose che la circondano.
In questo periodo inizia a scrivere a getto, dapprima semplici pensieri o emozioni che si traducono poi in poesie e, facendo questo, del sollievo che sembra farle del gran bene all’anima, ma, tutto ciò, non le evita di chiudersi in se stessa senza condividerle con nessuno.
Così facendo però, tutte le preoccupazioni, i pensieri, e le domande che l’assillano, non trovano risposte chiare, esaustive e si ritrova a diventare suo malgrado, introversa ed asociale, tutto ciò che non vorrebbe essere.
A questo punto ha un moto di reazione, aumenta la sua curiosità in molti altri campi che le danno la possibilità di frequentare persone (la montagna, eventi, mostre, il teatro, la lirica…) ed inizia a fare cose che la riportano ad amare e riconsiderare la vita sotto altri aspetti, con considerazioni positive ed ottimistiche… in poche parole, inizia un’altra vita.
Col passare degli anni si riprende tutto quello che ha dovuto trascurare da giovane, torna ad aprirsi agli altri ed a riprenderne fiducia.
Nel ’97 viene a mancarle anche il papà, ma i progressi ottenuti in questi ultimi anni, l’aiutano a superare questo senza scossoni o grossi traumi e continua la sua corsa assieme al suo adorato figlio Paolo, verso traguardi e mete, ora facilmente raggiungibili e costruttive, sa mimetizzare bene la sua forza ma anche le sue debolezze, grande giovamento, naturalmente lo trova nel parlare e confrontarsi con gli amici e proseguendo con i suoi scritti che si alternano anche a disegni a matita.
Partecipa con soddisfazioni personali a vari concorsi di Poesia e proprio nel Marzo 2015 al Concorso Internazionale Gran Galà della Poesia della Regione Lombardia IV^ Edizione “Expo 2015”, sono state segnalate e pubblicate, tra le tante partecipanti, due sue Poesie.
Ora, raggiunto il meritato riposo lavorativo, prosegue la sua vita serenamente, assieme al figlio ed alla sorella… ogni giorno aspettando nuove emozioni da vivere e condividere, sorretta dalla sua innata filosofia, camminando sempre su un percorso di fede costruito in tutti questi anni, senza accontentarsi mai dei risultati raggiunti e mai sazia di sapere, e per non perdere mai di vista le mete prefissate e dare continuità a questa metamorfosi si è fatto suo il bellissimo aforisma di James Douglas Morrison che recita: “Non accontentarti dell’orizzonte. Cerca l’infinito”.

***

Momenti…

Camminare lento,
un passo dopo l’altro
senza far rumore.
Percepire e sentire
che il battito del cuore
diventa tutt’uno con la natura,
si trasforma, si riempie di gioia.

Lasciarsi accarezzare dal vento,
soffio di Vita … fonte d’energia.

Così vorrei
poter meravigliarmi e sorprendermi
ancora con te
davanti al sorgere del sole
e con un battito d’ali
volare alti.

***

Mia Madre

Mi son chiesta spesso
tanti perché:
perché amara,
perché gioire,
perché soffrire e poi… morire.

Non sono frasi fatte
banali o un po’ piatte,
non hanno un’età e nemmeno un colore
ma sanno di scuola di vita e dolore.

Cercando
tra vecchi pensieri e ricordi
ho trovato soltanto
dei rottami contorti.

Ma una sera ho scoperto
la gioia più bella
di chi mi ha lasciato
l’amore, qui in terra.

La foto di lei
mi si è impressa negli occhi
ancora un po’ chiusi
perché forse stanchi
ed anche un po’ ottusi.

la risposta era li
in quel dolce suo viso
che mi seguiva ancora
col suo sorriso.

La gioia più bella
è amare la vita
di chi, come un figlio
sa renderla ricca.

***

 
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