Satta Sebastiano

…a cura di Graziano M. CobelliPoesia

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Sebastiano Satta

Nato a Nuoro il 21 maggio 1867 da Antonio (avvocato) e da Raimonda Gungui, morto a Nuoro il 29 novembre 1914. Rimasto orfano di padre ancora bambino, frequentò le elementari e il ginnasio a Nuoro, il liceo e l’Università a Sassari. Dopo il servizio militare a Bologna, rientrò a Sassari iniziando la carriera di giornalista e collaborando a vari periodici e riviste. Amico di Attilio Deffenu, ebbe frequenti rapporti con il gruppo dei socialisti sassaresi. Diresse il giornale “L’Isola” che fondò con Gastone Chiesi.
Rientrato a Nuoro intraprese la carriera forense, acquistando presto fama di valente penalista. Fin da giovanissimo iniziò a comporre versi e la sua poesia si ispira prevalentemente al suo credo politico e alla vita del popolo barbaricino. Coltivò anche le passioni per la fotografia e la pittura, in linea con la propensione per le arti figurative peculiare degli anni a cavallo fra Otto e Novecento.
Sposatosi con Clorinda Pattusi, ebbe due figli: Raimonda (Biblina) morta a solo un anno e Vindice, che si cimentò con la poesia, componendo una silloge Parole a una donna bella (Cagliari, Trois, 1985). Nel 1908 fu colpito da un ictus che gli paralizzò definitivamente la parte destra del corpo. Per distrarlo, gli amici gli diedero l’opportunità di visitare alcuni dei luoghi più suggestivi della Sardegna, dove venne acclamato da una folla desiderosa di sentire i sui versi, ancora noti dai più.

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A Piera

Piera, non ti mustres tantu avara
de amore e surrisos delicados
chin custu coro meu, chi ti prepara
basos e carignos mai provados.

Iscurta, bella, iscurta, rosa rara,
iscurta sos piantos infiammados
chi notte e die pro te, columba cara,
m’essin dae sos ojos disdizzados.

Pache, columba mea, pache, tesoro,
istella mattutina de s’oriente
chi costante mi brillas in su coro.

Semus unidos in unu destinu:
e dego aspetto cuss’istante ardente
chi amus a dormire sinu a sinu.

A Piera: Piera, non ti mostrare tanto avara/di amore e sorrisi delicati/con questo cuore mio, che ti prepara/Baci e carezze mai provate.//Ascolta, bella, ascolta, rosa rara,/ascolta i pianti infiammati/che notte e giorno per te, colomba cara,/mi escono dagli occhi desiderosi.//Pace, colomba mia, pace tesoro,/stella mattutina dell’oriente/Che costantemente mi brilli nel cuore.//Siamo uniti in un solo destino:/e io aspetto quell’istante ardentemente/Nel quale staremo a dormire seno a seno.

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Santa Maria

Santa Maria ja est bella a Pasca ‘e aprile,
cando torran sas runchines dae mare;
toccos de gloria e gridos d’allegria
in cada nidu e in cada campanile.

Ma prus bella est a bider dae su jannile
sas feminas issinde tott’impare,
artas e bellas, a passu signorile,
chi paren santas foras de s’artare.

Santas chi riden, santas ch’in zarmìnos
in bucca; e chie las amat forte
dant sas grassiase sanant sos dolores.

Nè a tue, pro chi malos happas ustinos,
t’hana a mancare a cada mala sorte
custos coros, Sardigna, e custos frores.

Santa Maria: Santa Maria essa è bella a Pasqua,/quando tornano le rondini dal mare;/suoni di campane a gloria e grida d’allegria/In ogni nido e in ogni campanile.//Ma più bello è vedere dall’uscio di casa/le donne che escono tutte insieme,/alte e belle, con passo signorile,/Che sembrano sante fuori dall’altare.//Sante che ridono, sante con un biscotto/in bocca; e a chi le ama tanto/Donano le lora grazie e sanano i dolori.//Né a te, per quanto male possa essere il destino,/ti mancheranno ad ogni cattiva sorte/Questi cuori, Sardegna, e questi fiori.

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RINGRAZIAMENTI

Per la traduzione di queste Poesie, ringrazio infinitamente l’Amico Carlo Fraizzoli con la moglie Sanciu Maria (Sarda) ed i loro parenti residenti in Sardegna. Molti sono gli Amici de “ilcondominionews” che hanno risposto all’appello per la traduzione, queste che ho pubblicato, dopo un’attenta lettura e rilettura, mi sembravano le più letteralmente corrispondenti, ringrazio comunque tutti coloro che mi hanno inviate altre traduzioni.

Graziano

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