Lorenzi Bartolomeo

…a cura di Graziano M. Cobelli

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SULLA LAPIDA
DELLA CONTESSA
LAVINIA SEREGO POMPEI

O al mesto meditar mura sacrate,
Che a far la vita del suo fine accorta,
Diversa istoria della gente morta
Nei sculti marmi al passeggier narrate.

Se l’abbian l’altre in pace ombre onorate,
Se al destro lato, ov’è minor la porta,
Quella, che di Lavinia il nome porta,
Di maggior mi trafisse alta pietate.

Quanta parte di me l’avara pietra
Col cener santo nel suo seno asconda,
Altri forse nol sa: ben mel sent’io;

Chè al tacersi tacque la cetra,
E il lauro, ch’educò, vedova fronda,
D’altro or non vive, che del pianto mio.

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DA RECITARSI
DINNANZI
AL CROCEFISSO

Io non so ben, se l’odio, o se l’amore
Degno io mi sia dinanzi agl’occhi tuoi.
Vivrò incerto così, perché tu lo vuoi,
Fra la speme sospeso, e fra il timore.

Pur qual fin che m’aspetti all’ultime ore
Lieto, o infelice, e non matabil poi,
Dell’amarti son fermo. E tu che il puoi,
Questa mente mi serba e questo core.

S’io ti sia caro o no, tu solo il saì:
E se tal sono, non amarmi amico
Tu, fonte d’ogni amor, come potrai?

E se nol son, com’è possibil dico,
Che tu non m’ami, tu che imposto m’hai
D’amar, non riamato, anche il nemico?

 

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Biografia e foto da Wikipedia
Poesie da books.google.it

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