Merlin Flavia

…a cura di Graziano M. CobelliPoesia

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Chi è Flavia Merlin,

Nata e residente a Bovolone, sposata e mamma di 2 figli, di professione Parrucchiera.
Ama scrivere ed ama soprattutto il Dialetto in quanto proviene da una famiglia patriarcale che coltivava la campagna, tuttora maestra e culla del Vernacolo.
Da anni Iscritta al Cenacolo di Poesia Dialettale “B. Barbarani” di Verona, le sono stati di grande aiuto i corsi che si tenevano all’interno del Cenacolo e perciò ci tiene sempre anche a ringraziare tutti i componenti del Cenacolo che, al suo ingresso, l’hanno accolta come una sorella all’interno del gruppo e dal 2011 fa parte del Direttivo del Sodalizio.
La nostra amica Poetessa è brava anche se lei modestamente si schermisce definendo simpaticamente i suoi versi, solo piccoli tentativi che odorano di poesia, perché dice che per il momento sta ancora cercando la via maestra, nel frattempo si afferma sempre più come fine dicitrice.
Fa parte inoltre del Gruppo Culturale “I Batràci” che si occupa di Teatro e Poesia Dialettale che diffonde tramite piccole recite che richiamano il Filò.
Inoltre è socia del “Progetto Itaca”, un’Associazione nazionale no-profit che aiuta le persone afflitte dalla depressione.
So che fa parte di altre Associazioni o gruppi dei quali non vuole parlare ma conoscendola, credo di poter affermare senza ombra di dubbio che sono tutti gruppi con l’indole principale di aiutare chi ha bisogno perché la nostra amica Poetessa è una donna molto sensibile a queste tematiche, una donna dal cuore grande.

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Aromi Perduti

Come il tamerisco
che vive nella steppa,
arida è l’anima,
quando non sa cogliere
freschi profumi
di sentimenti che sbocciano
dal calice del cuore.

Ed è complice avaro
il rumore
che sparge distrazione
sulla frenesia del vivere,
sottraendo quiete alla gente
già stanca di giorni
zeppi di numeri e parole.

Attorniata dal caos,
tamerisco rinsecchito
è divenuta la mia mente;
confusa
dalla calca soffocante
che non lascia spazio
al pensiero.

Così,
nel mezzo di un miraggio
mi ritiro nel deserto,
immergo le radici
nel silenzio assoluto
per ritrovare aromi
di emozioni perdute.

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Fòle Roèrse

Quando la note
la sbircia storie
de fole roerse,
‘na virgola de luna
se posta fra le righe
de viai imborasché.

Sora un mar imbriago,
scrimaia el silenzio
diari tormenté ,
e ne’ l’andàr convulso,
no’ sa la gente
che via imbrocàr.

Mace  insanguané
mostàcia le greste
de onde malingrete
che sbarlota con furia
bagnarole scancané,
remenando corpi
senza remission.

Anime in pena
confonde la reson
ne’ la note scura,
e,
tàca la vita
a che la virgola de luna…
…unico lampion
che fa lume a la speranza.

Favole alla rovescia: Quando la notte/sbircia storie/di favole alla rovescia,/una virgola di luna/s’appoggia fra le righe/di viaggi burrascosi.//Sopra un mare ubriaco,/scarabocchia il silenzio/diari tormentati,/e nell’andare convulso,/non sa la gente ch strada prendere.//Macchie insanguinate/impiastricciano le creste/di onde maledette/che sballottano con furia/barchette sgangherate/rovesciando corpi/senza pietà.//Anime in pena/confondono la ragione/nella notte scura,/e,/attaccano la vita/a quella virgola di luna…/…unico lampione/che luce alla speranza.

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