Pastonchi Francesco

…a cura di Graziano M. Cobelli

Poesia

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Francesco Pastonchi

Per la Biografia
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Autunno estremo

È così chiara e calma di splendore,
senza un desìo che vi muova ombra d’ale;
questa pace d’estrema ora autunnale!
Posa la terra e gode il suo stupore.
Tutto vi si rivela nel pallore
con una purità che ignora il male;
e su estatici monti il cielo è quale
languido agli orli il calice d’un fiore.
Tutto è di là da un velo, ma sì lieve!
come un sogno di cosa oltrevissuta,
che resta: labilissimo tesoro.
Il tempo è immoto. Da remota pieve
i suoi rintocchi su la terra muta
cadono come lente gocce d’oro.

(Dalla rivista «La Lettura», dicembre 1919)

***

Il pino

Solo al ciglio dell’abisso,
tra le folgori e lo sfacelo,
arretri il livido cielo:
stai come crocefisso.
Apri le rigide rame
come palchi di candelabri,
coi ciuffi degli aghi scabri
aderti da l’arse squame:
di una realtà così espressa,
di una forma così descritta,
che l’anima ne è trafitta
nel suo profondo, e ossessa.
O spirito del solo, avverso
al mondo, e contra te crudo,
resta desolato e ignudo,
escluso dall’universo!

(Da “I versetti”, 1931)

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