Jenna Lina Arianna

…a cura di Graziano M. CobelliPoesia

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Chi è Lina Arianna Jenna,

Nata a Venezia nel 1886 – Morta ad Auschwitz nel 1945.
Il personaggio di cui vi darò un breve cenno biografico che ho tratto dal suo libro Biografico uscito nel Novembre 1996 a cura di Agostino Contò e Sergio Marinelli, è una di quelle figure femminili, che nella prima metà del secolo scorso, hanno lasciato un segno positivo ed indelebile nella società che hanno frequentato e nella quale hanno vissuto.
Come già accennato, è nata a Venezia ma poi la famiglia si è trasferita a Verona quando lei era ancora in tenera età ed essendo la sua una famiglia alto Borghese, molto ricchi ed appassionati di Cultura, in poco tempo la loro casa diventò uno dei salotti culturali più ambiti della città e non solo.
Senza entrare nei particolari che sono innumerevoli, basta solo ricordare alcuni nomi come Gabriele D’Annunzio, Angelo Dall’Oca Bianca, Eugenio Prati, Rogolotti, Elia Forti, Casorati, Jse Lebrecht, Zancolli, Cavaglieri (questi ultimi 4 facevano parte stabile dell’Equipe che gestiva l’Accademia Cignaroli che lei frequentava assiduamente).
Oltre non vado perché moltissimi sono stati i personaggi che lei ha conosciuto e dai quali ha attinto segreti per la pittura, la scultura, la lavorazione della creta, la recitazione in Teatro e per la scrittura, soprattutto Poetica, anche se l’amico di famiglia, lo scrittore-giornalista Danilo Lebrecht, poi conosciuto con il nome di Lorenzo Montano per sfuggire alle persecuzioni antisemite, (…difatti è stato uno dei pochi Ebrei borghesi veronesi che si è salvato dai Lager rifugiandosi per tempo in Inghilterra), la spingeva verso il Romanzo o il Racconto, questa strada però lei, volutamente, non l’ha mai intrapresa.
Mangiava pane e Cultura, …e come poteva una donna che viveva questa particolare, esaltante situazione familiare, reprimere le sue innate doti, la sua creatività, la sua voglia di esprimersi con l’Arte, anzi, meglio dire con le Arti perché lei era attratta da tutto, in un periodo in cui, alle donne era preclusa qualsiasi iniziativa Artistica per sconvenienza.
Lei a dispetto delle regole e delle paternali, osò, se ne infischiò ed osò laddove nessuna donna per bene fino ad allora aveva osato più di tanto e così, sono giunte fino a noi sue sculture, alcuni quadri, nella sua Biografia l’eco di alcune sue memorabili interpretazioni teatrali e le sue Poesie, spesso struggenti.
Possiamo darle merito di essere stata un’avanguardista di quello che poi sarà chiamato negli anno ’70 del XX° secolo, il femminismo.
Qui mi fermo e spero di essere riuscito con queste poche righe a darvi l’immagine di quale figura può essere stata, per il suo tempo Lina Arianna Jenna, morta poi in forno crematorio in quello di Auschwitz a guerra ormai finita.

***

La mela d’oro

La mela d’oro

Mia vita ti tengo fra le mie mani
come una mela rossa
di cui si ignori il sapore;
ma il tuo colore
basta per inebriarmi.

Come il fanciullo che s’addormenta
stringendo, sotto il guanciale, la mela
che gli hanno vietato di mordere
sino all’indomani.

Ma all’alba…?

Chi mi ruba, ogni notte, la mela d’oro
per il sonno che rallenta le mie dita
intorno alla buccia lucente?
Chi separa eternamente
dalle mie labbra la sua dolcezza?

***

 

Parole stampate

Le mie parole stampate:
sopra la carta bianca
piccoli segni neri
con sotto il mio nome più in grande
come il nome e le date
dei morti
nelle lapidi dei cimiteri

Le parole che avrei mormorate dopo
un silenzio d’amore e sarebbero
passate dal mio cuore nel tuo
cuore dolci come i nomi delle
fate punteggiate dai tuoi baci

Soffocate dai singhiozzi

Prolungate dallo sguardo
come la nota del piano-forte entro
l’eco del pedale…

Che t’avrebbero donato
tutto il bene e tutto il male s’io ti
avessi amato…

Le mie parole stampate…

Sopra la carta bianca
piccoli segni neri
con sotto il mio nome più in. grande
cosí come i nomi e le date
dei morti
ne le lapidi dei cimiteri.

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