4. Dal 1040 al 1287: II^ parte
…a cura di Aldo Ridolfi
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I Cimbri della Lessinia
- Dal 1040 al 1287: II parte
La presenza di monaci teutonici a Badia non è l’unico movimento, come dire, “tedesco” che interessa la nostra area veronese in generale e lessinica in particolare.
Mi piace qui riferirmi ad un bell’articolo di Anselmo Sauro, studioso della Lessinia nei suoi molteplici aspetti, apparso nel 1989 (ventiquattro anni non sono poi molti, via!) su “Cimbri/Tzimbar”. Nel quale, Sauro cita una scrittura conservata nella Biblioteca Bavarese di Monaco e riferintesi alla metà del secolo XI: è il noto documento scoperto nel 1849 da Andreas Schmeller. Dunque la stessa epoca in cui un vescovo tedesco di Verona, Walterio, ricordate?, incastella la cima di un monte nella Valle d’Illasi (che a quei tempi, ripeto, aveva nome Longazeria, ma di questi toponimi parleremo in una puntata speciale). Tale testimonianza racconta di numerosi contadini tedeschi della zona di Benediktbeuern (cittadina bavarese a sud di Monaco) che, in seguito a una grande carestia, migrano verso sud, e qualcuno anche «ad Veronam civitatem». Non è insignificante che abate di Santa Maria in Organo, a Verona, in quegli anni, sia tal Engelberto di Benediktbeuern! La presenza teutonica in terra veronese, come si vede, non è né sporadica né casuale. Naturalmente Anselmo Sauro avverte subito di fare attenzione che non sono questi i teutonici che raggiunsero la Lessinia. Però il fatto dimostra il non indifferente movimento di popolazioni tra nord e sud delle Alpi, e anche un preciso interesse dell’Impero e delle strutture religiose (autorità politiche e religiose, allora, non erano propriamente distinte) verso i territori montani collocati nel versante sud delle Alpi.
Nel 1216, poi, il vescovo-principe di Trento, di nome Wanga, autorizza un folto gruppo di coloni tedeschi ad insediarsi sull’altopiano di Folgaria (TN).
Una situazione, dunque, abbastanza fluida.
Oggi, grazie soprattutto alla sottile analisi degli stadi evolutivi della lingua tedesca medioevale, «si riconosce unanimemente che i primi Cimbri giunsero sull’Altopiano di Asiago verso la metà dell’XI secolo; da qui essi si diffusero verso Posina, quindi verso l’altopiano della Folgaria, e successivamente verso il Veronese» (G. Rapelli).
Finalmente!
Prima di loro, insediamenti stabili nella fascia altimetrica medio-alta non ce n’erano; vi erano solamente presenze di pascoli riservati all’alpeggio e di proprietà dei monasteri veronesi. Dunque è «assodato che fino ai decenni tra Due e Trecento non vi furono abitati a quote superiori ai 6-700 metri» (G. Varanini). Provvidero a occupare questa fascia disabitata proprio i teutonici provenendo da est, dalla Valle del Chiampo, attraverso quello che è stato chiamato “Corridoio cimbro” (oggi si cerca di superare questa definizione perché non di solo corridoio si tratta ma di insediamenti stabili e importanti). Si approda così (ma certo semplificando) al famosissimo documento del 1287 del quale parleremo nella prossima puntata.
Campanili dell’attuale abbazia benedettina di Benediktbeuern (Baviera).
Aldo Ridolfi (Continua)