2. Lavagno (VR) – La Batteria Monticelli: “Importanza storica della batteria Monticelli.”… a cura di Giuseppe Corrà

…a cura di Giuseppe Corrà

Poesia

Per le tue domande scrivi a: aldo.ridolfi@libero.it 

 

La Batteria Monticelli: “Importanza storica della batteria Monticelli”.

La scarpata esterna del vallo

La Batteria Monticelli riveste speciale interesse storico-architettonico tra le opere di fortificazione appartenenti alla Piazzaforte ottocentesca di Verona, da ascrivere all’ultima fase evolutiva del grande sistema a campo trincerato, attuata dagli architetti militari del Regno d’Italia negli anni ’80 del XIX secolo.
Il modello della piazzaforte a campo trincerato prevedeva una corona di opere autonome proiettate nel territorio, a difesa avanzata di Verona. In città essa venne attuata, per fasi successive, a partire dal 1848 e si compì con i lavori del 1866. La cerchia esterna dei forti distaccati si estendeva, sulle due rive dell’Adige, da Ovest (Forte  Albrecht/Parona) a Est (Forte John/Preara – Batteria del Castello di Montorio). Dopo l’annessione del Veneto (1866), i progettisti militari del Regno d’Italia, confermata l’importanza strategica della Piazzaforte di Verona nella nuova situazione geopolitica, prefigurano il completamento delle fortificazioni con nuove opere nel settore settentrionale collinare-montano. Da Ovest ad Est, negli anni ’80 dell’Ottocento vengono edificati i forti Masua, Monte Tesoro, Monte Castelletto, San Briccio e la Batteria Monticelli, che conclude la nuova corona ad oriente, verso il territorio vicentino.
Gli architetti militari italiani, per le nuove fortificazioni veronesi, si ispirano a modelli austro-prussiani dei forti detti di tipo Tunkler, dal nome del celebre architetto militare absburgico che proprio a Verona, nel 1866, sperimentò nei forti Ca’ Vecchia e Ca’ Bellina una nuova concezione architettonica e di fortificazione.
La Batteria Monticelli appartiene ad un sistema di opere, di spiccato interesse storico, oggi parzialmente conservato: il forte Monte Castelletto, infatti, è stato completamente distrutto, mentre sono ancora in essere i forti Masua, Monte Tesoro, San Briccio, bisognoso di sollecite attenzioni.
Gli autori degli studi storici sulle fortificazioni veronesi avevano data per distrutta la Batteria Monticelli. La sua conservazione viene invece fortunatamente segnalata e accertata.
Dal punto di vista paesaggistico la situazione della batteria Monticelli è di particolare interesse, come si può osservare ancora oggi, sia per l’adattamento dell’opera fortificata all’ultima dorsale montana protesa verso la pianura, sia per la sua mimetizzazione nella conformazione naturale del rilievo. I versanti attorno all’opera fortificata contribuiscono alla formazione dello spalto esterno per il campo di tiro ravvicinato e radente delle artiglierie.
Lo spazio di pertinenza della Batteria Monticelli è demarcato sul terreno da cippi di pietra, che configurano la poligonale contrassegnata nelle cartografie catastali. I terreni di pertinenza originaria, privi di edificazione, permettono la percezione prospettica ancora integra. Proprio per queste ragioni lo spazio di pertinenza andrebbe salvaguardato nella sua integrità.

Giuseppe Corrà (continua)

***

Articolo del dicembre 2008 – Pubblicato anche sul quotidiano l’Arena.
Cliccare sulle foto.

↓