Tuti Ilaria – “Come vento cucito alla terra”

…a cura di Elisa Zoppei

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Mi sono imbattuta per caso in questo romanzo di Ilaria Tuti “Come vento cucito alla terra” (Longanesi, 2022), suggerito da un’amica, durante un incontro del nostro Salotto Letterario, accolto mensilmente in una sala dell’ Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona. Mi ha colpito il titolo e come succede mi sono precipitata in libreria per averlo tra le mani. Non l’ho letto tutto d’un fiato. L’ho gustato pagina dopo pagina, grata all’amica che me l’aveva consigliato. Ecco perché ora desidero condividerlo con voi in questo Condominiale Angolo della Lettura.

Ilaria Tuti

 

Note biografiche tratte da https://www.longanesi.it/e altri siti.

Nata nel 1976 a Gemona del Friuli, dove risiede, è una giovane donna dallo sguardo vivace e penetrante, oggi una delle scrittrici più prolifiche e affermate d’Italia. Laureata in Economia e Commercio, prima ha lavorato come illustratrice e poi si è data alla scrittura di racconti gialli e fantasy pubblicati in riviste e antologie, fino ad approdare a una narrativa più impegnata a sfondo storico sociale. Ha esordito con “Fiori sopra l’inferno” (Longanesi 2018) e, sempre con Longanesi, “Fiore di roccia” (2020), romanzo ambientato nella prima guerra mondiale con protagoniste le portatrici carniche. Le ha fruttato il Premio Letterario Rapallo come donna scrittrice. Qualche romanzo ha avuto trasposizioni televisive di successo e alcuni sono stati pubblicati in 27 paesi.
A chi la intervista si descrive taciturna e poco incline al cicaleccio fin da quando era bambina. Ama mangiare e sorseggiare buon vino in compagnia. Oltre a scrivere le piace dipingere e adora il mare e un giorno spera di vivere in una casa affacciata sull’Adriatico. Noi glielo auguriamo di cuore.

In pochi scrittori ho trovato una verve narrativa così felicemente intensa come nel romanzo di Ilaria Tuti, il cui titolo ha il suono di un verso poetico “Come vento cucito alla terra”, e annuncia una storia definita dalla critica “…potente storia di riscatto e di speranza”. L’immagine di copertina, (foto dell’autrice di un’opera di Riccardo Boca, insigne illustratore grafico) ci rimanda a un passato pieno di macerie, dolorose testimonianze di una guerra che ha devastato Paesi vincitori e vinti, tappezzato da petali di papaveri, rosse macchie di sangue sparso da un numero sterminato di uomini giovani quasi ragazzi, costretti a diventare eroi immolandosi per la patria. A piedi, in cammino attraversano le rovine, una donna e un cavallo con un carico sulla groppa. Colpisce il biancore della camicia che spicca luminoso contro un cielo plumbeo. Si potrebbe intuire un’alba immersa nel grigiore della guerra mentre la donna, avanzando a testa alta con passo sicuro, va incontro al destino. Così come hanno sempre fatto le donne in ogni tempo di guerra, che, mentre gli uomini combattevano al fronte, sostenevano sulle loro spalle la difesa della patria, procurando il cibo per le bocche da sfamare, arando, seminando, mietendo, lottando contro la fame e le malattie, occupando posti di lavoro normalmente assegnati agli uomini, facendo scudo alla disperazione, portando ovunque semi di speranza. Donne capaci di sollevare il mondo, quando era necessario. Ogni pagina di questo libro è un giusto tributo d’onore e gratitudine verso quelle storiche Suffragette che, alla fine dell’Ottocento e inizi Novecento, in molti paesi europei hanno combattuto una battaglia senza quartiere per il riconoscimento della parità dei diritti umani.
Le protagoniste di questo libro sono donne davvero singolari: donne dottori, laureate in medicina, specializzate in chirurgia e in altre branche della scienza medica, che andando incontro a sprezzanti quanto autorevoli rifiuti, offrono il loro contributo specialistico per soccorrere i moltissimi soldati feriti nella carne e nello spirito, durante il lungo luttuoso conflitto fra Francia e Inghilterra contro la Germania. Siamo nel 1914, anno di trincea intriso di sangue e disseminato di cadaveri. Capitanate da due donne, due amazzoni forti e decise, specializzate in chirurgia, Flora Murray e Louisa Anderson, riescono a trasformare uno dei più rinomati hotel parigini, il Claridge, vicino al fronte occidentale francese, nel primo ospedale di guerra, completamente attrezzato diretto e gestito da personale medico esclusivamente femminile. Come valore aggiunto, dalla “Nota dell’autrice” (pg. 381-382), apprendiamo che queste donne medico, sono storicamente reali e hanno lasciato un’orma indelebile del loro passaggio su questa terra. Ilaria Tuti si è ispirata a loro, come ha attinto alla vita di Ernest Thesiger (1879 -1961). Costui, brillante attore teatrale britannico, dopo essere stato ferito durante la prima guerra mondiale, ha svolto attività di ricamo presso gli ospedali militari, per aiutare soldati gravemente feriti nel corpo e nello spirito, a risollevare il morale e riprendere quota, impegnando l’attenzione altrove, vale a dire eseguendo ricami a piccolo punto o a punto a croce. Cosa che ha funzionato alla grande, secondo quello che racconta Ilaria Tuti in questo libro, dove ci fa entrare nel cammino professionale e di vita, di tanti personaggi d’epoca, in specie di quelle donne che per prime hanno speso ogni loro energia per sollevare e rendere migliore la condizione  femminile, facendone riconoscere il valore in tutti i campi lavorativi e domestici. Personalmente io sono incantata per come questa scrittrice sa far interagire con disinvolta maestria, fatti, parole e immagini da trasportarti dentro una storia d’amore, sbocciata nelle corsie dell’Ospedale. Quella di Cate Hill, ginecologa di professione e artista sia nel suturare i tessuti femminili lacerati dal parto, come le carni maschili tremendamente ridotte a brandelli. Si occuperà anche, con la perizia delle sue mani sapienti, di amputare la gamba maciullata del capitano Alexander, l’uomo che ha vinto ogni pregiudizio nei confronti delle Lady doctors, e sa amarla al di là di ogni stereotipo di genere.
Ed è pronto a combattere accanto a lei per dare alle generazioni future la sicurezza che ogni donna come ogni uomo fanno parte di un medesimo disegno superiore e divino.
Con quale dichiarazione d’amore il capitano Alexander, è riuscito a convincere Cate di essere l’uomo giusto per lei? Ci sono molti aneddoti che li hanno avvicinati l’uno all’altra, anche come complici in imprese piuttosto pericolose, ma ce n’è uno in particolare, dolcissimo che, (ve lo dico in segreto) ha a che fare con la copertina e… vi sorprenderà. Lascio al voi  lettori il piacere di scoprirlo.
Buona lettura

Elisa Zoppei

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