Corona Mauro – “La casa dei sette ponti”

1-aperti…a cura di Elisa Zoppei

 

 

Chi è Mauro Corona    

Frequentò insieme al fratello Felice, più piccolo di un anno le scuole elementari e medie a Longarone, in provincia di Belluno, ma dopo la nascita del terzo fratellino, Richeto, i bambini furono affidati alla tutela del nonno paterno Felice, perché la mamma, forse colpita da un forte esaurimento nervoso non era più in grado di occuparsi della famiglia e se ne allontanò, per tornarvi solo dopo parecchi anni. Avida lettrice di romanzi, aveva trasmesso a Mauro la passione par la lettura e forse per colmare il vuoto e mantenere un legame spirituale con la madre lontana, il ragazzo si buttò sui libri da lei tanto amati, i grandi romanzi della grande letteratura, divorandoli uno dietro l’altro e facendosi compagnia con i personaggi delle storie create da Tolstoj, Dostoevskyj, Cervantes e altri grandi autori. Contemporaneamente dal nonno Felice abile intagliatore imparava l’arte della scultura lignea. Gli piaceva divertirsi incidendo cucchiai e mestoli di legno con occhi, nasi, volti.

La tragedia del 9 ottobre 1963 cambiò radicalmente la sua vita: l’ondata del Vajont spazzò letteralmente via la parte bassa della cittadina bellunese e le frazioni vicine al lago, a cavallo tra Veneto e Friuli Venezia Giulia con oltre 2000 morti, tuttavia la sua famiglia non subì nessuna perdita nel disastro.

Mauro, insieme al fratello Felice fu trasferito per tre anni nel Collegio Don Bosco di Pordenone. Fu un periodo difficile, tormentato dalla nostalgia per i boschi e dalla mancanza di libertà. In quella desolazione la lettura fu il suo ossigeno: qualche insegnante rafforzò il suo amore per la letteratura e lo incoraggiò nello studio. Una volta tornato a Erto, Mauro, da sempre consapevole della sua profonda passione per l’arte, avrebbe voluto frequentare la Scuola d’Arte di Ortisei, ma non gli fu concesso a causa delle ristrettezze economiche, e dovette ripiegare sull’Istituto per Geometri Marinoni di Udine, che era gratuito.

Corona statua 1Frequentò di malavoglia la scuola per qualche anno e ne venne ritirato poiché per  ribellione non seguiva più le lezioni, preferendo leggere “Tex” in classe. Egli andò a lavorare nella cava di marmo del Monte Buscada dove nonostante il duro lavoro era felice di essere a contatto con le cime, le foreste e quei prati che gli ricordavano l’infanzia. Nel 1968 perse il fratello Felice, partito per la Germania e morto colà per annegamento. Sospese il lavoro per prestare il servizio militare all’Aquila arruolato negli alpini. Da lì finì a Tarvisio nella squadra sciatori. Fu congedato con un mese di ritardo, dovendo scontare trentadue giorni di Cella Punizione Rigore, accumulati per le sue numerose intemperanze durante l’espletamento del servizio. La cava chiuse negli anni ottanta, ma Mauro vi rimase per qualche tempo come scalpellino riquadrature, e fu in questo periodo che un fatto inatteso lo convinse a tentare la sorte con la scultura. Nei ritagli di tempo e durante i lunghi mesi invernali, non aveva mai smesso di intagliare figurine in legno, camosci, scoiattoli, uccelli e Madonnine. Li teneva nascosti, non mostrandoli a nessuno per pudore e timidezza. Un distinto signore di Sacile, una sorta di mecenate, un giorno li vide, li comprò e gli commissionò anche una Via Crucis da donare alla Chiesa di Sacile. Da lì partì la sua fortunata carriera di scultore ligneo Era il 1975. Per imparare seriamente il mestiere si rivolse al maestro. Augusto Murer, il geniale artista di Falcade morto nel 1985. Tra i due nacque una bella amicizia e Murer fu presente anche alla prima mostra che Mauro organizzò a Longarone. Da allora le esposizioni furono numerose e nei luoghi più disparati, fino in Svizzera.

Corona statua 2La carriera di scrittore iniziò nel 1997, quando un amico giornalista pubblicò alcuni suoi racconti sul quotidiano Il Gazzettino. Da allora ha pubblicato diciassette libri. Fra questi “La ballata della donna Ertana”, è un’opera del 2011 scritta in dialetto ertano, in ricordo delle donne di Erto e del Friuli. Racconta la vita delle donne nel passato, diventate forti fra tirannie, soprusi e vessazioni da essere oggi considerate lo zoccolo duro della comunità. Il libro più recente è La casa dei sette ponti, che presento in questa rubrica

Fra alpinismo scultura scrittura e serate con gli amici per un buon bicchiere di vino, Mauro ha trovato il tempo per rispondere anche ai richiami del cuore, di crearsi una famiglia, viverci, difendendo la propria intimità dalla gente curiosa e dai media.

A vederlo fuori in giro quando partecipa a convegni o conferenze con la sua inseparabile bandana tirata sulla fronte, i crespi capelli grigi, la folta barbaccia, le braccia nude e muscolose, fa pensare al rustico “omo selvatico” dei nostri monti, ma è solo un suo modo di camuffarsi per non mostrare i lati teneri della sua anima poetica, che appare limpida, appassionata e nostalgica quando attraversiamo la sua scrittura. Qui fra le righe incontriamo un mondo quasi del tutto scomparso: quello della vita e delle tradizioni nei paesi della Valle del Vajont. Dal poeta narratore Corona ci giungono personaggi ed echi del passato guardati con malinconico e struggente rimpianto di fronte all’ imperversare del progresso economico e tecnologico che sbiadisce ogni giorno di più il senso della natura e delle nostre radici.

Opere
Il volo della martora, Mondadori, 1997
Le voci del bosco, Edizioni Biblioteca dell’Immagine, 1998
Finché il cuculo canta, Edizioni Biblioteca dell’Immagine, 1999
Gocce di resina, Edizioni Biblioteca dell’Immagine, 2001
La montagna, Edizioni Biblioteca dell’Immagine, 2002
Nel legno e nella pietra, Mondadori, 2003
Aspro e dolce, Mondadori, 2004
Storie del bosco antico, Mondadori, 2005
L’ombra del bastone, Mondadori, 2005
Vajont: quelli del dopo, Mondadori, 2006
I fantasmi di pietra, Mondadori, 2006
Cani, camosci, cuculi (e un corvo), Mondadori, 2007
Storia di Neve, Mondadori, 2008
Il canto delle manére, Mondadori, 2009
Torneranno le quattro stagioni, Mondadori, 2010
La fine del mondo storto, Mondadori, 2010 Vincitore Premio Bancarella 2011
La ballata della donna ertana, Mondadori, 2011
Come sasso nella corrente, Mondadori, 2011

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La casa dei sette ponti

 Titolo: La casa dei sette ponti 
 Autore: Mauro Corona 
 Editore: Feltrinelli 
 Collana: I narratori 
 Data di Pubblicazione: Luglio 2012 
 ISBN: 8807019078 
 ISBN-13: 9788807019074 
 Pagine: 63 
 Formato: brossura 
 Reparto: Narrativa > Narrativa contemporanea

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“La casa dei sette ponti” di Mauro Corona: Con La casa dei sette ponti, breve romanzo pubblicato recentemente dalla Feltrinelli, Mauro Corona si allontana dalla sue amate contrade dolomitiche, per ambientare una nuova storia sugli anfratti appenninici tosco-emiliani. Corona, artista del legno, poeta narratore, fin dalle prime righe, insieme a quelli del protagonista, facoltoso industriale delle seta di Prato, unico capace sul mercato tessile, conoscendo il cinese, di tener testa ai cinesi, inchioda gli occhi del lettore, viandante tra le pagine, davanti a una serie di visioni paesaggistiche da sogno. Ogni piccolo particolare della casa umile e fatiscente e dei luoghi intorno, scolpito metaforicamente dalle parole, palpita di vita propria: tutto appare poeticamente sintonizzato con la grande anima cosmica di una natura impervia e aspra, ma generatrice di segrete dolcezze. Siamo presi d’incanto davanti a quelle finestre con le “imposte che si aprono verso l’alto come ciglia sopra occhi malinconici”; a quel tetto sfondato dal pugno di un gigante, e ricoperto di teli colorati a riparo del vento e della pioggia; a quei comignoli impiantati sul tetto rammendato come gnomi che sbuffano col cappello storto. Il fil di fumo che esce dalle loro vecchie bocche notte e giorno, estate e inverno, testimonia la presenza di qualcuno che vi abita. Il nostro cuore si rallegra; desidera fermarsi. Vogliamo entrare, conoscere il padrone di casa, chiedere, capire. Prima però di avventurarci nella storia gettiamo ancora uno sguardo oltre le brume rarefatte del mattino verso gli alberi ritorti e stentati sorretti da ciuffi di zolle nervose come calci di capra; e giù in fondo vediamo l’acqua del torrente che si illumina di sorrisi con bagliori lucenti e occhi d’oro. Ci tornava spesso in questa valle solitaria l’industriale di fama a cercare funghi e a ritrovare i vecchi amici di un tempo. Ma oggi deve fermarsi qui, entrare in questa casupola dall’aspetto inusuale, dove qualcosa lo attende e sarà un incontro che gli cambierà completamente la vita, gliela farà considerare secondo parametri più umanamente felici.
Il lettore gli camminerà a fianco, passo passo, soffrendo della sua angoscia, del suo smarrimento, segnando ogni tappa e incitandolo a resistere, ad andare avanti…

Anche se per un attimo mi ha resa insofferente lo sfoggio metaforico delle descrizioni giudicandolo troppo caricato e volutamente ricercato, poche volte mi è accaduto di leggere una storia dal sapore di fiaba, cosi visceralmente coinvolgente, facendomi agognare la meta nell’attesa della rivelazione finale. Buona lettura.

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