23. PREISTORIA? SCIENZA DEL DUBBIO. “Le origini (dell’umanità) didatticamente ignorate”

…a cura di Giorgio Chelidonio

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Apprendimento, ambiente, origini. Esplorare le radici del futuro.

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Le origini (dell’umanità) didatticamente ignorate

Non sono aggiornatissimo su come nei libri di testo della scuola primaria viene spiegata “la preistoria”, ma da un rapido sguardo ad alcune edizioni del 2015, temo che l’averne confinato la didattica nel terzo anno non abbia contribuito a migliorare la conoscenza del nostro passato profondo. Del resto, come mi confermò già vent’anni fa un operatore del Museo Neanderthal(1), uno dei migliori in Europa, anche in Germania molti insegnanti portano gli studenti al museo (magari un paio di volte, magari iscrivendoli anche ad un laboratorio di archeologia sperimentale) come sostituto dell’insegnare in classe la preistoria: sintomo evidente di non voler “perdere tempo” con un tema ritenuto marginale o, forse, che sentono di non conoscere a sufficienza per poterlo trattare. Per parte mia, ho dedicato quasi 40 anni di interventi didattico-formativi in molte scuole primarie per cercare di far superare questo “scoglio”, che poi, tra l’altro, si traduce nella scarsa capacità degli alunni di maturare una solida abilità di “periodizzare”, cioè di saper spaziare mentalmente sugli oltre 3 milioni di anni in cui si è evoluta l’umanità.
Per chi ritenesse ancora che lo stridente paragone cognitivo (1 su 6000!) fra 5.000 anni di “storia” e il suddetto arco evolutivo mi basta citare alcune frasi di un libro del 1991(2): “Una mente tecnologica in un cervello paleolitico: il gap(3) evoluzionistico”… ”L’uomo di oggi con un cervello identico a quello dei suoi antenati paleolitici, si trova a dover risolvere problemi per i quali non è preparato geneticamente”. In altre parole, il rischio è che Homo sapiens, autoproclamatosi tale, tratti la tecnologia di cui si è dotato (e in cui è progressivamente immerso) con le stesse logiche progettuali con cui i suoi antenati paleolitici gestivano problemi conflittuali di scala locale e/o tribale. Non a caso, forse, il nostro tempo è sempre più affollato da “maschi alfa”(4) travestiti da leader politici autoritari anche se non autorevoli, cioè inclini a esercitare una gestione autoreferenziale se non simil-dittatoriale. Non sono nuovo a questo tipo di riflessioni, che ho avviato già nel 1992 con un mio libro(5) che si proponeva di fare formazione all’insegnamento della preistoria per gli insegnanti delle scuole medie.
In questo inizio d’anno ritrovo traccia di riflessioni archeo-augurali in un interessante sito Facebook(6) che al 31.12.2017 pubblicava il seguente quasi-appello al ministero competente:
Speriamo che il nuovo anno porti maggiore consapevolezza e concretezza a chi deve amministrare e sponsorizzare i nostri “tesori” archeologici… anche se la mappa dei “tesori” pubblicata su “Il Venerdì” di La Repubblica non lascia ben sperare: l’archeologia è sempre o quasi sempre quella classica, come se la storia e le sue testimonianze si riducessero a quei pochi secoli che precedono o seguono l’anno 0. Suggerisco quindi a tutte le persone di cultura, quella vera, di cominciare a leggere anche le pagine di storia che precedono o che seguono la “classicità”, poiché tutto è “archeologia”, tutto è “antropologia”! Buon Anno!!!! “(Fabio Negrino)(7).
Conoscendo la preparazione e la serietà professionale dell’autore, mi sono permesso di commentare: “
Si riconosce solo ciò che già si conosce”: l’ignoranza del Paleolitico regna sovrana nelle scuole, più che lo stesso misero spazio che i libri di testo gli riservano. …. Uno sforzo educativo verso gli insegnanti sarebbe necessario per togliere la maggioranza da questo limbo cognitivo (fatte alcune rare eccezioni che finiscono però, statisticamente, a confermare la regola). Auguriamoci di riuscirci.
A questo punto, invitando tutti a seguire con attenzione il suddetto sito, mi ha piacevolmente sorpreso il commento inserito da Giacomo Montanari(
8): “Così come la storia dell’arte, anche l’archeologia vive di “feticci” e di buchi neri. È il destino, salvo una assai difficile inversione di rotta, di materie che hanno un unico, vero problema: sono complesse e al medesimo tempo facilmente banalizzabili, se da “tutti voluto”.
E dunque il Ministero (ma anche le dirigenze museali locali, gli assessorati, le associazioni) trovano più facile puntare su Caravaggio o i templi di Paestum che educare i ragazzi sin da giovani alla ricchezza e alla capillarità dei patrimoni diffusi sul territorio. Ancora una volta, le parole da inseguire sono complessità e qualità. Speriamo di riuscirci.

Condivido questo augurio e invito a condividerlo concretamente.

Links:

1) http://www.viaggio-in-germania.de/uomo-neandertal.html Museo Neanderthal a Mettmann, in Germania.
2) Hart E., 1991: Alle soglie del terzo millennio, Giunti Gruppo Editoriale, Firenze. L’autore di questo libro, pubblicato con il titolo “The dawn of a millennium” (“L’alba di un millennio”) si occupava di neuroscienze presso la Syracuse University. Nella prefazione il prof. Alberto Oliverio (noto studioso e divulgatore – https://it.wikipedia.org/wiki/Alberto_Oliverio) così commentava.: “Il prevalere dei tempi e dei modi dell’evoluzione culturale su quella biologico-cerebrale non implica però che l’uomo si sia sottratto alle proprie radici biologiche”.
3) 
gap”, termine inglese usato nel senso di “divario, dislivello”, in questo caso con valenza culturale. Es. “il gap culturale fra l’Italia del nord e l’Italia del sud” (http://www.treccani.it/vocabolario/gap/). 4) Cioè “maschio dominante” > “Negli animali sociali, alfa designa l’individuo che in una comunità occupa il rango sociale più alto” https://it.wikipedia.org/wiki/Alfa_(etologia) + http://www.lescienze.it/news/2017/07/18/news/interruttore_neurale_dominanza_sociale-3605480/
5) 
Apprendimento, ambiente, origini”, La Nuova Italia Editrice, Firenze: un libro che ancora affiora su Internet nonostante la casa editrice non esista più da molti anni > https://www.academia.edu/1971229/Apprendimento_ambiente_origini_esplorare_le_radici_del_futuro + http://opac.regione.veneto.it/SebinaOpac/Opac?action=search&thAutEnteDesc=Chelidonio%2C+Giorgio&startat=0 + http://www.italianostraedu.org/wp-content/uploads/2014/01/Giorgio-Chelidonio-Il-paesaggio-come-macchina-del-tempo.pdf + http://www.historialudens.it/component/tags/tag/laboratori-didattici.html  6) Archeologie UniGE“: https://www.facebook.com/groups/830803880329720/
7) 
http://www.dafist.unige.it/?dipendente=705165
8) https://www.facebook.com/GiacoMontanari?fref=ufi

Verona, 8 Gennaio 2018

Giorgio Chelidonio

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