22. PREISTORIA? SCIENZA DEL DUBBIO. “Sbadigli contagiosi perché empatici (ma non solo umani)”

…a cura di Giorgio Chelidonio

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Album animali nel mondo – cover

Sbadigli contagiosi perché empatici (ma non solo umani)

Non ci si può aggiornare solo sul tema preistoria, perciò tengo sempre d’occhio le news di “Le Scienze”(1), “Science daily”(2) e “Thoughtco.com”(3) (che si presenta come “il più grande sito di educazione permanente”): proprio da quest’ultimo mi è arrivata (il 12.9.2017) una recensione dal titolo “Perché gli sbadigli sono contagiosi?” Sarà capitato anche a voi di accorgervi che sbadigliare può risultare contagioso e così, incuriosito, mi sono addentrato nella lettura di questa recensione(4).

Koala che sbadiglia

Però, dopo una prima scorsa, mi è venuta voglia di ampliare la ricerca e sono “atterrato” su un dettaglio curioso: anche i koala sbadigliano!  Per chi non lo ricordasse i koala sono dei buffi simil-orsetti australiani(5), ma in realtà sono marsupiali che si sono separati dai comuni antenati mammiferi(6) circa 70 milioni di anni fa! Nonostante questa lunga distanza evolutiva condividono con gli ominidi (scimpanzé, bonobo, gorilla e noi) un carattere davvero insolito: sono dotati di impronte digitali quasi indistinguibili dalle nostre. Questa doppia peculiarità (sbadigliare e avere impronte digitali) mi ha colpito… nella memoria: il koala era sulla copertina del mio primo album di figurine. Così lo sbadiglio del koala mi ha proiettato negli anni ’50, inducendomi ad una piccola deviazione che in breve mi ha permesso di recuperare quell’immagine(7) così “vivamente sepolta” nei miei ricordi di 60 anni fa.
Gustato questo imprevisto tuffo nella memoria personale, sono tornato ad interessarmi di sbadigli contagiosi, recuperando alcune recensioni(8) che provo a sintetizzare:

– Un tempo si credeva che sbadigliare servisse ad ossigenare il cervello, a raffreddarlo… Negli ultimi anni prevale, invece, la convinzione che lo sbadiglio sia un modo di comunicazione non verbale che sincronizza il comportamento del gruppo, utilizzando le connessioni nervose dell’empatia; si stima che almeno il 10% dei nostri sbadigli abbia stimoli emozionali o sociali.  Si tratterebbe, dunque, di un’espressione primaria, cioè arcaica e propria non solo della specie umana ma condivisa con le altre antropomorfe (scimpanzé e bonobo);
– Non è difficile accorgersi che lo sbadiglio è contagioso non solo vedendolo in altri nostri simili, ma anche a sentirne la vocalizzazione o addirittura pensandolo. I “cuccioli” umani sbadigliano già dalla nascita ma diventano sensibili alla sua imitazione empatica solo dall’età di circa 5-6 anni. Considerato che solo le antropomorfe più vicine alla nostra specie ne avvertono la contagiosità, si può dedurre che tale caratteristica sia comune solo a specie dotate di cervelli più evoluti: questa deduzione chiama in causa i cosiddetti “neuroni a specchio”, cioè quelle cellule che si attivano quando vediamo altri compiere una certa azione.
In altre parole, questa sequenza neuronale ci permette di “metterci nei panni motori dell’altro per comprenderne il senso” e quindi per mantenere una sintonia emozionale con i nostri simili e/o con individui di altre specie a noi prossime. Quest’ultima considerazione ci pone un’altra domanda: se, come mi è capitato, sbadiglio vedendo un gatto che lo fa questo dipende dalla dimensione domestica, in cui sono abituato a considerarlo? Io credo di sì, forse perché questo atteggiamento fa parte dei fenomeni prodotti dall’epigenetica? Per verificarlo, bisognerebbe constatare se un gatto (magari il “gatto di casa”) sbadiglia vedendocelo fare! In coda a questi quesiti, annoto che le persone affette da autismo sbadigliano poco. Anzi, vederli sbadigliare può essere sintomo di una loro ritrovata capacità di socializzare(8);

  • “Le donne sono contagiate dallo sbadiglio molto più spesso dei maschi e il contagio è tanto più facile quanto più la persona che ha sbadigliato per prima è emotivamente e socialmente vicina”(9). In media, i maschi sbadigliano per empatia nel 40% dei casi, mentre per le femmine la percentuale si avvicina al 55%. Questa maggior frequenza conferma che alla base del suddetto fenomeno c’è l’empatia e il suo legame con i “neuroni specchio”. A questo proposito si ricorda che “il sesso femminile – sia fra gli esseri umani sia negli altri primati – ha una maggiore sensibilità empatica”, caratteristica legata “al maggiore coinvolgimento delle femmine nelle cure parentali e alla loro attenzione al mantenimento della coesione socio-famigliare.
  • La contagiosità dello sbadiglio all’infuori dei primati sembra se non rara, almeno insolita.
    Si è però osservato, in contesti di studi etologici, che i cani sbadigliano dopo aver visto un filmato in cui degli umani sbadigliavano. Ma la frequenza con cui questo avveniva era   amplificata nei casi in cui il cane conosceva l’umano sbadigliante, suggerendo, quindi, che anche in questa dimensione intraspecifica giocasse l’empatia acquisita in singoli rapporti cane-uomo. Siccome, però, i cani sono stati “imprintati”(10) da processi di domesticazione durati quasi 30.000 anni, il loro sbadiglio imitativo potrebbe essersi sviluppato proprio in seguito alla suddetta vicinanza, anziché derivare da comportamenti ancestrali nell’ambito dell’evoluzione dei mammiferi.  Per verificare questa ipotesi controversa un’altra ricerca(11) ha studiato questo comportamento nei lupi, in quanto specie da cui i cani sono derivati e dotata di struttura sociale caratterizzata da comportamenti cooperativi.  Un’indagine etologica condotta su un gruppo di 12 lupi ospitati nel parco zoologico di Tama, vicino a Tokio, ha registrato i momenti dei loro sbadigli, la posizione sociale del primo individuo che sbadigliava oltre a quella degli altri lupi che venivano contagiati dallo sbadiglio. Ne è risultato che i lupi sono soggetti allo sbadiglio contagioso e che “l’empatia” fra i diversi individui influenzava la frequenza imitativa. Anche nel caso di questa specie animale le femmine erano più pronte a imitare lo sbadiglio.

Concludendo, lo sbadiglio condiviso è sociale ed evolutivamente arcaico.

Links

1) http://www.lescienze.it/news/
2) https://www.sciencedaily.com/ 
3) https://www.thoughtco.com/
4) https://www.thoughtco.com/why-are-yawns-contagious-4149534
5) https://it.wikipedia.org/wiki/Phascolarctos_cinereus
6) https://curiosity.com/topics/koalas-and-humans-have-the-same-fingerprints-curiosity/
7) https://www.kijiji.it/annunci/collezionismo-e-fai-da-te/piacenza-annunci-piacenza/album-figurine-lampo-anni-50/69124339
8) http://www.sanraffaele.it/comunicazione/news/8/piero-barbanti-ci-parla-dello-sbadiglio
9) http://www.lescienze.it/news/2016/02/05/news/contagio_sbadiglio_empatia_donne-2960160/
10) http://www.treccani.it/enciclopedia/imprinting/
11) http://www.lescienze.it/news/2014/08/28/news/sbadiglio_contagioso_lupi_empatia-2264504/

E per chi volesse approfondire:

  • Anderson, J.R., Meno, P., 2003: Psychological Influences on Yawning in Children. In “Current Psychology Letters”. 2 (11).

Verona, 27 Novembre 2017

Giorgio Chelidonio

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