7 DAL GUARDARE ALL’OSSERVARE, NELLO SPAZIO E NEL TEMPO: “Piazza Erbe: sulle tracce dell’antica “via Capitelli”

…a cura di Giorgio Chelidonio

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Fig. 3

Piazza Erbe: sulle tracce dell’antica “via Capitelli”

Capitello è una parola dalle molte sfaccettature: connessa al provenzale “capdél”, derivata dal latino “capitéllum”, diminutivo di “capìtulum“ a sua volta connesso a “caput”, cioè testa, cima(1).  Dunque, ben si adatta a identificare una sommità di pilastro (o di colonna) ornata con una piccola edicola, con o senza bassorilievi. Nel territorio veronese, la tradizione ne identifica presenze sia in area urbana (dove spesso sono inseriti in muri di edifici) sia nei Lessini, dove hanno forme caratteristiche e condizionate dall’uso del lastame: corpo rettangolare (talvolta inornato o con brevi scritte dedicatorie), espanso nella sommità a delineare il profilo simile a una “facciata di casa”, incavata al centro per inserirvi rustiche sculture a bassorilievo rappresentative di santi.
Capitelli erano detti anche piccoli monumenti sacri, più formali, elaborati, vere e proprie “edicole”(2) dotate di “protiro”(3) sostenuto da colonnine.
Funzioni confinarie sacralizzate (come, per i latini, i “termini”)(4) avevano, nei paesaggi medievali, anche i cosiddetti “staffoli”(5), cippi o pali di confine, con sommità talvolta dotata di più facce, dipinte o, più raramente, scolpite. In Alto Adige, ad esempio, se ne trovano esemplari (posti su bivi e detti “Bildstock”) risalenti anche al XVI secolo(6). A Velo Veronese se ne conserva un raro esemplare seicentesco (anticamente detto “La crose negra”)(7), eretto con funzioni sacrali e di “ex voto” (per la peste del 1630) ma anche di “bildstock”: infatti, nelle facce inferiori vi sono incise scritte viarie: “Via Lessino” e “Strada Covolo”, cioè rispettivamente la “strada cavallara” che saliva agli alpeggi di San Giorgio e quella che scendeva, passando dalla cosiddetta “valle del covolo” in alta Val d’Illasi. In Piazza Erbe, la stessa “berlina”(8) viene talvolta definita “capitello”.

Fig. 2

Ma un vero e proprio “capitello” vi esiste ed è quello oggi situato all’estremità Sud-Ovest, in asse con via Cappello, ma originariamente non era lì: fra vecchie foto (fig. 1) e stampe (fig. 2) si può dedurre che almeno fino al 1845 fosse ancora nella sua sede originaria, cioè sull’asse viario Via Pellicciai-Via Costa, quello stesso su cui sta la cosiddetta “Berlina”. Fonti divulgative (consultate su Internet)(9) convergono nel definire questo capitello tardo-gotico come “colonna di mercato”, voluta da Giangaleazzo Visconti per rendere visibile il breve (1388-1402) ma intenso(10) periodo di dominio dei milanesi su Verona. La sua posizione originaria poteva essere casuale? Non è semplice sovrapporre la pianta di Piazza Erbe medievale alla pianta dell’antico Foro romano, ma, grosso modo la “berlina” aveva occupato un punto del reticolo stradale urbano corrispondente all’asse mediano delle “insule”(11), dunque un orientamento sia progettuale che simbolico, in quanto teneva conto della luce solare(12).
Per valutare se e quanto l’elemento simbolico possa aver avuto un peso decisivo occorre riflettere sull’importanza della tradizione etrusca (“aruspicina”)(13). In questa sede basta ricordare che i sacerdoti etruschi dividevano il cielo (e i “messaggi” che vi apparivano, ritenuti divini)(14).
Negli studi classici veronesi prevale nettamente la definizione che il tratto urbano della Via Postumia (orientato N/E-S/W) fosse il decumano o, almeno, ne avesse funzioni socio-simboliche(15). Su queste problematiche interpretazioni occorre considerare le teorie (in prevalenza esoteriche)(16) finora avanzate(17), secondo cui l’asse di orientamento della pianta di Verona romana sarebbe quello che divide a metà il Foro, lungo le attuali Via Pellicciai  e Via Costa.

Fig. 1

Guarda caso su questo “asse solare” (orientato, cioè, al sorgere del sole nei giorni del solstizio d’estate) è posta la “Berlina”, ma lo era anche il “capitello” che, dalla fine del XIX secolo, è stato spostato all’estremità della Piazza, verso Via Cappello(fig. 1). Lo testimonia una stampa(18) pubblicata a Londra nel 1845 (fig. 2). Proprio su questo dettaglio si incastra l’antica denominazione di “via Capitelli” (fig. 3): registrata in una ricostruzione (riferibile agli inizi del XIV secolo) dell’attuale Piazza dei Signori, spazio che assunse l’attuale planimetria circa un secolo dopo. Questo antico toponimo evoca un “allineamento”(19) posto in asse con “berlina” e “capitello”, oltreché con l’orientamento solstiziale NE/SW mediano a Piazza Erbe e, probabilmente, al Foro della Verona romana.
Coincidenze inesplorate? Casualità simbolica estrema che “passa” dalla chiesa di San Giovanni in Valle (di fondazione longobarda, VIII secolo, dedicata alla ricorrenza solstiziale di questo santo)?
Una tripla coincidenza che si estende, al di là della collina e della Valpantena, fino alla enigmatica “prèa fìta”, il grande monolito che (da almeno mezzo millennio) si staglia isolato sulla dorsale del castello di Montorio?  La prossima volta che passerete da Piazza Erbe potrete guardare la “berlina” e il capitello “con occhi diversi”!

Links

1) http://www.etimo.it/?term=capitello
2) https://www.etimo.it/?term=edicola > dal latino “edìcula” diminutivo del latino “aedes”; “casette” simboliche, dunque, più o meno elaborate.
3) https://www.treccani.it/vocabolario/ricerca/protiro/ > dal latino “prothy̆rum”, composto dal prefisso “pro” (davanti) e “thýra” (porta).
4) https://www.etimo.it/?term=termine > dal latino “terminus” (arcaico “termen”) cippo o segno di confine.
5) http://www.senecio.it/sag/lessinia.pdf + https://www.lemarche.com/comuni/staffolo/ > dal longobardo “stàffal”, cippo o palo di confine > Pellegrini G.B., 1990: Toponomastica italiana, Editore Ulrico Hoepli, Milano (pag. 275).
6) https://www.altoadige.it/cronaca/pusteria-gardena-badia/le-tavole-che-narrano-la-storia-degli-antichi-capitelli-a-brunico-1.2351959 + https://www.archiv-bruneck.it/it/monumenti/i-capitelli/il-capitello-al-bivio-per-teodone
7) https://m.facebook.com/velo.veronese/photos/a.602379193197105/604192696349088/?type=3#_=_
8) https://www.larena.it/argomenti/alla-berlina-finivano-lupi-e-bestemmiatori-1.2742698 >
Pare che una prima struttura simile (“a capanna su podio”) sia stata qui eretta già ai primi del XIII secolo, come confermato negli Statuti comunali (1228 – 1276). Nel 1378 venne rifatta, forse in forme gotiche ma quella attuale risale almeno al XVI secolo. Alcuni particolari ne evidenziano funzioni mercantili: infatti, sul pilastro, a cui è fissata una catena, vi sono riprodotte misure lineari allora in uso: «PER» (pertica), «BRAS» (braccio) e «PASSUS» (passo, piede), mentre sulla piattaforma sono incise le sagome standard del «còpo« (la tegola) e del «quarél» (il mattone). Alla suddetta catena era fissato un ceppo di ferro, il cui diametro rappresentava la misura della «fassìna” (il fascio di rami da bruciare per avviare il fuoco nel camino).
La “berlina” ebbe, però, anche funzioni rituali: ancora nella seconda metà del XV secolo, a mo’ di baldacchino, vi era posta una cattedra in pietra su cui sedeva il nuovo podestà, quando riceveva le chiavi della città e gli emblemi della sua carica. Infine, per quanto il termine popolare “berlina” non fosse la sua funzione primaria, questo “baldacchino” litico venne usato anche per mettere “alla gogna” comuni malfattori, bestemmiatori e persino per esporvi teste mozzate di banditi giustiziati.
9)https://verona.com/it/verona/edicole-sacre-e-capitelli/ + http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getarticle&id=16782
10) Per meglio dominare la città, i Visconti costruirono la Cittadella, Castel San Felice e castel San Pietro, quest’ultimo eretto, probabilmente, sui resti di più antiche fortificazioni dell’arce romana e altomedievale (https://www.verona.net/it/monumenti/castel_san_pietro.html ).
11) Nelle città dei Romani gli isolati urbani erano detti “insule” https://it.wikipedia.org/wiki/Insula#:~:text=A%20causa%20dell’affollamento%20del,di%20fatto%20venivano%20tollerate%20entro
12) nelle piante urbane romane il cardine(in latino “cardo” era una via orientata in direzione N/S o, talvolta,  NE/SW, come a Verona e a Vicenza (Magli G., 2008: On the orientation of Roman towns in Italy, in “Oxford Journal of Archeology”, vol. 27 n. 1, pp. 63–71.) + “Il cardo non era tracciato quasi mai in direzione Nord-Sud, così come è possibile verificare dall’impianto urbanistico di molte città fondate dai Romani (PompeiErcolanoOstia anticaAlba FucensTorino).
I motivi legati alla scelta di questo orientamento sono da ricercare nel migliore soleggiamento degli edifici (nessuna parete risulta esposta esclusivamente a nord), così come suggerisce la tecnica urbanistica. https://it.wikipedia.org/wiki/Cardine_(storia_romana)
13) https://www.treccani.it/enciclopedia/aruspicina/ > “antica dottrina divinatoria etrusca rivelata, secondo la tradizione, da Tagete, i cui precetti (raccolti da Tarconte in libri sacri) erano conservati dai lucumoni. Tali libri recavano istruzioni per l’esame di tre particolari fenomeni: exta (viscere delle vittime), monstra (prodigi di vario genere), fulgura (folgori).
14) “L’arte aruspicina si basava sulla determinazione del templum, ovvero lo spazio sacro su cui si proiettava la suddivisione della volta celeste. Questa si ipotizzava attraversata da due rette perpendicolari: cardo (direzione N/S) e decumano (direzione E/W). Partendo dalla linea del decumano e andando verso Est si delimitava la pars familiaris (dove risiedevano gli dèi benevoli, fra cui Tinia/Giove), mentre verso ovest la pars hostilis (dove risiedevano gli dèi ostili, quelli dell’oltretomba).” https://it.wikipedia.org/wiki/Aruspicin
15) Per sintetizzare queste considerazioni ci si può riferire a:
– AA.VV., 2019: Verona e le sue strade. Archeologia e valorizzazione, cura di P. Basso et alii, Cierre Edizioni, Caselle di Sommacampagna (VR).
Ad esempio: “…dopo il 49 a.C. la città, divenuta municipio, venne riprogettata in destra Adige secondo il consueti impianto ortogonale adottato nei modelli coloniali” (pag. 25) + “…nella progettazione del centro abitato in destra Adige, la Via Postumia ebbe il ruolo di decumano massimo e di generatore del reticolo urbano, tanto che fu realizzato (in continuità con la strada) un nuovo ponte sull’Adige (il “Postumio”) “ (pagg. 25 e 27).
16) https://dizionari.repubblica.it/Italiano/E/esoterico.htm
17) Grancelli , 2006: Il piano di fondazione di Verona romana. Ed. Vita Nova (Verona).
18) Massimo Donisi M, 2001: La Loggia del Consiglio di Verona: una rilettura del cantiere attraverso la contabilità, in “Annuario Storico della Valpolicella”, pp. 45-98, Fumane (VR). (pag. 47).
19) https://it.wikipedia.org/wiki/Archeoastronomia > L’archeoastronomia studia gli allineamenti solarilunaristellari rilevabili nelle piante di antichi monumenti.

Verona 09.11.2020

Giorgio Chelidonio

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Didascalie:

Fig. 1: il “capitello di mercato” in una foto degli inizi del XX secolo (https://www.facebook.com/people/Icio-Pego/100009948752339).

Fig. 2: in una stampa pubblicata a Londra nel 1845, il capitello è rappresentato nella sua posizione originaria.
(https://www.libreriaperini.com/it/verona/piazza-delle-erbe-verona/7094/dcm).

Fig. 3: la “via Capitelli” in una ricostruzione pubblicata da M. Donisi (2001).

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