15. PREISTORIA? SCIENZA DEL DUBBIO. “Desmond Morris: un cervo in metropolitana?!”
…a cura di Giorgio Chelidonio
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Desmond Morris: un cervo in metropolitana?!
Sulla torta di Desmond le candeline fumano ancora e
l’eco dei brindisi tintinna fra le righe del suo ultimo libro
Il 24 gennaio 2017 Desmond Morris(1) ha compiuto 89 anni ed è stato celebrato dalla contemporanea pubblicazione in Italia del suo ultimo libro(2) il cui titolo riporto aggiungendovi un punto interrogativo: quale chiave interpretativa può significare se poi dall’unica recensione finora disponibile(3) si evince che si tratta di una sua autobiografia?
Ho tentato di trovare risposte cercando l’originale titolo inglese, purtroppo senza riuscirvi: persino il sito che gli dedica la versione inglese di Wikipedia(4) non riporta traccia di nuovi libri, né di altri precedenti dal titolo in qualche modo correlabile con quello succitato(5). Non mi è restato che acquistarne copia in libreria, scoprendo così che il titolo dato all’edizione italiana ha un solo nesso con l’originale (“Watching: encounters with humans and other animals” (“Osservando: incontri con umani e altri animali”): il capitolo n. 38 (pp. 301-308) che si intitola “Un cervo in metropolitana”. Dunque nessun retro-pensiero, solo una scelta “civetta” dell’editore italiano mirata ad incuriosire. Superato questo “scoglio culturale”, ho già iniziato a leggerlo, scoprendo che, purtroppo, vi prevale un taglio autobiografico che sconfina spesso con il gossip scientifico. A dirla tutta, avevo sperato che il titolo dell’edizione italiana celasse connessioni fra il linguaggio etologico di Morris, la “teleonomia” descritta da Konrad Lorenz(6) e magari (perché no?) un “vivo come un cammello in grondaia”(7) musicato da Franco Battiato: come si troverebbe un cervo maschio-alfa, con il suo ramificato trofeo di corna a muoversi negli spazi della “giungla metropolitana”? Lorenz dedurrebbe che proprio quelle corna che lo presentano alle cerve come “affidabile capo di un harem” gli impedirebbero di muoversi agevolmente, nella stessa misura in cui un cervo maschio superdotato finisce per essere facile vittima dei predatori carnivori non potendo districarsi facilmente in un fitto ambiente boschivo.
Rimandando una mia recensione del libro al dopo della lettura delle 635 pagine, evito di aggiungere commenti personali alla sua bibliografia ormai lunga quasi 60 anni: iniziò nel 1963 con il seguente titolo: “The Biology of Art. A Study of the Picture-Making Behaviour of the Great Apes and Its Relationship to Human Art”, in altre parole “uno studio sui comportamenti pittorici delle grandi scimmie e sulle sue relazioni con l’arte prodotta dagli umani”. Infatti, Morris, oltreché etologo e scrittore, si è anche espresso come pittore nell’ambito del movimento surrealista inglese fin dal 1948: in questa veste, nel 1957, organizzò presso l’Istituto di Arte Contemporanea londinese una mostra di dipinti fatti da scimpanzé, che fu apprezzata persino da Pablo Picasso(8).
Però dalla lettura dell’intervista(9) rilasciata da Morris a “La Repubblica” rilevo un paio di incongruenze non marginali:
– “All’inizio della mia vita, tra guerre e genocidi, ero terrorizzato dalla nostra razza. E perciò mi misi a studiare gli animali”. E più oltre: “…da razza tribale ci evolveremo presto geneticamente in urbana…”. Possibile che un etologo del suo calibro abbia davvero usato “razza” al posto di “specie”?
– “….Donald Trump, per esempio, è tutta un’altra persona. La sua gestualità è molto delicata, precisa, soffice, l’opposto delle parole che pronuncia. Le sue movenze sono molto rassicuranti e secondo me sono state decisive per la sua vittoria.”
Quest’ultima affermazione mi suona falsa perché proprio nel suo libro più famoso “L’uomo e i suoi gesti”(10), dopo aver a lungo analizzato e catalogato la comunicazione gestuale umana, ci avvertiva che quest’ultima può essere controllata e falsata nei suoi effetti con appositi studi ed allenamenti.
Un dubbio: che siano strafalcioni redazionali o fraintendimenti fatti da un intervistatore superficiale?
Ad ogni modo, consiglio di tornare a leggere “La scimmia nuda”(11) (cioè noi, i sedicenti Homo sapiens): nonostante che abbia già compiuto 50 anni (e per certe sue tesi evolutive, ahinoi, li dimostra) resta ancora un capolavoro di divulgazione scientifica.
Links
1) https://it.wikipedia.org/wiki/Desmond_Morris
2) http://www.libreriauniversitaria.it/cervo-metropolitana-altre-storie-mia/libro/9788804675341
3) http://www.repubblica.it/cultura/2017/01/24/news/desmond_morris_nonostante_tutto_ho_fiducia_nell_uomo_-156754361/
4) https://it.m.wikipedia.org/wiki/Desmond_Morris
5) https://en.wikipedia.org/wiki/Desmond_Morris#Bibliography
6) Lorenz K., 1985: Il declino dell’uomo, Arnoldo Mondadori editore. 7) https://www.youtube.com/watch?v=3GxW2VRRXv0 +
https://www.debaser.it/franco-battiato/come-un-cammello-in-una-grondaia/recensione
8) https://it.wikipedia.org/wiki/Desmond_Morris#Arte
9) http://www.iniziativalaica.it/?p=34387
10) http://www.lafeltrinelli.it/libri/desmond-morris/l-uomo-e-i-suoi/9788804148289
11) https://it.wikipedia.org/wiki/La_scimmia_nuda._Studio_zoologico_sull%27animale_uomo
Immagine rielaborata da : https://med.stanford.edu/news/all-news/2015/09/scientists-home-in-on-origin-of-human-chimpanzee-facial/_jcr_content/main/image.img.620.high.jpg
Verona 27 Febbraio 2017
Giorgio Chelidonio