Zaeti

 

…a cura di Anna Maria Matilde Filippozzi

 

 

Dolci / Dessert 

Specialità regionali
  Zaeti

Biscotti tradizionali Veneti

GIALLI, PEPATI, RICCHI DI SPEZIE: SONO I BISCOTTI VENETI, DAL SAPORE INTENSO E SORPRENDENTE.

Zaeti o zaleti

  Curiosità:

Secondo la tradizione, questi biscotti dalle origini antiche, sono originari della zona tra Belluno, Udine e Pordenone, luoghi rinomati per la produzione di una farina di mais molto fine, particolarmente adatta ai dolci. Alcune fonti li fanno risalire al 1600, quando un antenato degli zaeti circolava in tutto l’attuale territorio veneto. Secondo i racconti locali, i valligiani arrivavano fino a Venezia per vendere i loro prodotti, tra cui questi biscotti, che divennero subito famosi fra gli abitanti della Laguna. Il nome è un richiamo al loro ingrediente principale, infatti zaeto/zaleto significa, in dialetto, “gialletto”, e fa riferimento alla tipica colorazione giallo paglierino data a questi dolcetti dalla farina di mais.

_“No gh’è a sto mondo, no, più bel biscoto, più fin, più dolse, più łisiero e san par mogiar ne ła cìcara o nel goto del baìcoło nostro venessian” (“Non c’è a questo mondo, no, più bel biscotto, più sottile, più dolce, più leggero e sano da intingere nella tazzina o nel bicchiere del baicolo nostro veneziano”)._

Così Giuseppe Boerio racconta questi dolcetti tipici nel Dizionario del dialetto veneziano del 1829 e venduti ancora oggi nelle tradizionali scatole di latta gialle. Erano i “biscotti da viaggio”: grazie alla capacità di conservare a lungo la loro fragranza, questi dolcetti venivano portati sulle navi dai pescatori veneziani, per essere consumati durante le lunghe traversate.

_Non era dunque una ricetta dell’ultimo momento né un semplice dolce di riciclo, gli zaletti erano e sono un dolce ricco nella preparazione e nei sapori, che anche il celeberrimo autore veneziano di commedie Goldoni citò in una sua opera._

La forma tradizionale degli Zaletti è a rombo, panciuto e leggermente lievitato e sulla superficie cosparsa di zucchero a velo, spicca la profumata uvetta sultanina. Sono tradizionalmente consumati a fine pasto, accompagnati da vini passiti e liquorosi oppure con creme al mascarpone ma anche  insieme al thè a colazione o merenda.

  Ingredienti:

400 gr di farina di frumento

600 gr di farina di mais fioretto

300 gr di zucchero

300 gr di burro

lievito di birra o una bustina di lievito in polvere

scorza d’arancia e di limone

uvetta e grappa per ammollarla

2 uova e un pizzico di sale

  Preparazione:

Mescolate le due farine e fate una fontana, al centro unite il burro morbido, il sale, lo zucchero e il lievito.

Date una prima impastata e nel frattempo ammollate l’uvetta nella grappa, una volta gonfiata e rinvenuta, strizzatela e unitela all’impasto.

Unite le uova e la scorza d’arancia e impastate ancora.

Se l’impasto risulta troppo secco ammorbidite con la grappa usata per rinvenire l’uvetta.

Stendete la pasta alta uno o due centimetri e tagliate nella tipica forma a lasanga, o a bastoncino, tondi e piatti, come preferite. Cuocete in forno fino a quando risultano croccanti. Infine spolverate di zucchero a velo.

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