Dolci / I rufioi di carnevale

…a cura di Anna Maria Matilde Filippozzi 

  Anna Maria Matilde Filippozzi

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I rufioi di carnevale

Anna Maria Matilde Filippozzi

 Ingredienti:
 Per la pasta: 3 uova farina quanto basta per impastare 3 cucchiai di zucchero sale un pizzico olio 5 cucchiai da tavola olio per friggere zucchero a velo Per il ripieno: 1 uovo 100gr di biscotti secchi 70 gr di amaretti 100gr tra pinoli,cedro candito,mandorle, noci e nocciole 30gr di cacao amaro mezzo bicchierino di rum 70 gr di zucchero buccia grattugiata di 1 arancia e di 1 limone 
Preparazione:
Su di una spianatoia sistemate la farina a fontana e al centro unite man mano tutti gli ingredienti elencati. Amalgamate il tutto e stendete la sfoglia molto sottilmente aiutandovi con un mattarello. Sbriciolate gli amaretti e i biscotti, però teneteli separati perchè i biscotti secchi devono essere ammollati con latte caldo ed amalgamati fino ad ottenere un morbido impasto. In questo impasto unite prima di tutto l’ uovo ed in seguito tutti gli altri ingredienti, il tutto tagliato a pezzettini . Aggiungete alla fine il liquore. se il ripieno dovesse risultare troppo denso, potete unire il succo di 1 arancia. Ricavate dalla pasta dei cerchi di circa 5/6 centimetri di diametro, mettete al centro di ogni cerchio un pò di ripieno e chiudete a mezzaluna pigiando bene sui lembi ( vi potete aiutare anche con una forchetta). Friggete i rufioi in abbondante olio caldo e quando saranno belli dorati scolateli ed asciugateli sulla carta assorbente da cucina. Spolverizzate con lo zucchero a velo e servite. Sono ottimi sia caldi che freddi. (con le dosi elencate si possono ottenere cira 100 rufioi)

Note:

Vino consigliato: bianco Soave servito freddo
Curiosità:
La storia di questi dolci di Carnevale, tipici del Friuli e del Veneto, è molto antica ed inizia tra la fine dell’800 e l’inizio del ’900. La sua origine è contadina, di quei contadini molto poveri. E proprio a causa della povertà solo economica, ma non certo di “spirito” il rufiolo era “salato”, prodotto con ingredienti di scarto della carne e delle verdure e poi cotto in brodo. In seguito, quando le mense delle case coloniche divennero più ricche, si trasformò in un dolce con ingredienti molto saporiti come pinoli, cedro, amaretti e liquore. Verso gli anni ’50 divennero i dolci per la festa di Sant’Antonio Abate, il protettore degli animali, del 17 gennaio, (per questa festa si svolge anche una sagra a Costeggiola in provincia di Verona), ma sono diventati anche i dolci del Carnevale.

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