Pubblicazione del libro – “L’imperfetto sentimento”… di Aldo Ridolfi… segnalazione a cura di Elisa Zoppei… – 100

…a cura di Graziano M. Cobelli

TREGNAGO (VR)

Copertina
Quarta di copertina

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ogni libro per sapere cosa contiene bisogna tenerlo in mano, guardarlo da fuori, interrogarlo, indovinarlo e infine anche aprirlo. La copertina è il suo occhio, che si incontra con il nostro: ogni piccolo segno, ogni minima parola, ogni sprazzo di colore ci introducono nel suo universo interiore. Prendere in mano il libro di uno scrittore così pieno di risorse, che vanno oltre l’acume culturale letterario per abbrancarsi alle radici della sua essenza boscaiola ancorata alla terra all’acqua al cielo, alle forze impenetrabili e compenetranti della Natura, come Aldo Ridolfi, è giocoforza domandarci che significato hanno quei cerchi neri concentrici un po’ sbilenchi, appesi nel vuoto su uno sfondo cinerino e un poco enigmatico.*

In alto campeggia il titolo “L’imperfetto sentimento”, che appunto invita a congetturare reconditi significati, ma ecco venirci incontro l’autore stesso che ci illumina sulla sua scelta: Il titolo “L’imperfetto sentimento” nasce dalla consapevolezza mia che in qualsiasi situazione umana, anche la più nobile, c’è sempre una crepa, una sofferenza, un dolore tali da compromettere anche il più sincero sentimento, il successo più trasparente. Ciò appare evidente, per esempio, già in “Fratture” dove un uomo, R., crede di poter ritrovare la sua infanzia, ma non ci riesce. Il sentimento è nobile, nobilissimo, ma una forza oscura impedisce a R. di godere della sua ricerca interiore.

*Va detto che la grafica della copertina è opera della figlia di Aldo Ridolfi, Elisa, che  vive e lavora a Londra come interior designer. Ella ci spiega di aver semplicemente inteso riprodurre iconicamente il senso contenuto nel titolo “Imperfetto sentimento”. Pertanto l’idea di “imperfezione” è rappresentata dai tre cerchi deformati, quindi imperfetti, nella loro geometria e nella difformità degli spessori. Anche lo sfondo, raffigura un muro con fessurazioni e piccole crepe. Viene però salvato il senso profondo, positivo ed elevato della parola “sentimento” attraverso l’impiego di colori caldi e chiari, dove nulla richiama il negativo. La quarta di copertina, in continuità con la prima, esprime la stessa dinamica concettuale ed accoglie alcuni degli incipit dei racconti.

Apriamo il libro: sulla prima pagina bianca spicca la dedica allo scrittore Giuseppe Rama, poche parole che sigillano una lunga amicizia. Sulla seconda alcune autorevoli citazioni sul valore della scrittura, sul perché si scrive, se ha importanza farlo. Deduciamo che rispecchino le incertezze, le ansie, i timori che assalgono ogni scrittore, senza sconti per il nostro,  quando si accinge a intingere la penna nel calamaio della sua anima per farne uscire pensieri, ricordi, visioni, fatti reali o immaginari. Per restituire vita, voce e storia alle persone, renderle protagoniste del loro passaggio su questa terra.

Arrivando alla messa in posa dei racconti, appaiono raccolti in sei sezioni, distinte da titoli che orientano il lettore a cogliere il denominatore comune che li ha  ispirati.

Non bastano però tutte queste particolari informazioni per accendere il desiderio di addentrarsi nella lettura di questo libro. Possono magari permetterci di farci un’idea più concreta sull’identità dell’autore, così attento ai piccoli dettagli, così scrupoloso nelle scelte compositive; di renderci conto che ci troviamo davanti a un’opera curata con autentica coerenza, fra parole e immagini, ma per esserne certi dobbiamo leggerlo. Indubbiamente è qualcos’altro che stimola la motivazione a trascorrere il nostro tempo tra le pagine di un libro.

Nella prima sezione intitolata “Debiti e ritardi” c’è un unico racconto “Canto a mia madre”, che ho letto spinta dalla voce dell’amica Nadia Busato, scrittrice di romanzi per adulti e racconti per bambini. Si parlava al telefono del nuovo libro appena uscito di Aldo, che non sconoscevo; le parole di Nadia esprimevano quale magico fascino la lettura di quelle pagine esercitava sulla sua anima e quanta emozione… Ed è stato questo suggestivo potere delle parole di Nadia a inoltrarmi nella lettura pagina dopo pagina di questo libro di racconti. Condivido con Nadia l’esperienza esposta con sincera partecipazione in questa sua lettera.

Carissima Elisa,

compito non facile riprodurre la nostra conversazione e la profonda condivisione che abbiamo avuto sul libro del caro amico Aldo. Certi momenti, pieni di un particolare sentire, sono come quando cade una stella, attimi di irripetibile intensità.

Quindi non posso ripetermi, ma impegnarmi piuttosto a individuare qualche nota qua e là di quella armoniosa melodia.

Amo le parole, i racconti, le storie, soprattutto quelle che profumano di tempi lontani, di ricordi. Non tanto perché io sia una nostalgica (o forse sì?), ma perché quando si racconta o si scrive di ciò che è stato, ci si ferma in un tempo senza tempo. È lo spazio riservato all’anima di chi scrive ma anche di chi legge. Motivo per cui amo i racconti de “L’imperfetto sentimento” di Aldo Ridolfi.

Parola dopo parola, passo dopo passo, Aldo ci accompagna, come solo una sapiente guida sa fare, in quel mondo dove i racconti prendono vita, talvolta sprofondando, altre innalzandosi, nell’intimo delle emozioni. Leggendo Aldo è come tornare a casa e questo mi dà sicurezza, mi fa sorridere gli occhi e, senza esagerare, talvolta mi sembra di fare pace con il mondo.

Aldo ci fa entrare nel suo mondo sensibile, che è anche il nostro, quello della Natura che ci circonda, nelle piccole cose della vita quotidiana, verace, come quella di Verga.

Ho avuto quasi l’impressione che il mio mondo si espandesse e, nonostante ci si senta a casa, accade che proprio grazie a queste sensazioni conosciute, Aldo riesca a guadagnarsi la fiducia del lettore portandolo in un mondo altro, dietro le apparenze esiste un viaggio tutto da scoprire. E come dici tu Elisa, ogni giorno è uguale e… diverso, riscriviamo ogni istante le stesse cose ma in modo nuovo e quindi unico e irripetibile.

Ma Aldo non si ferma qui. Con la sua scrittura ricercata e attenta, ci invita a fare qualche passo in avanti verso l’universo complesso della parola. Con la sua sintassi, sa creare l’attesa, sa incuriosirci, ci invoglia a proseguire per scoprire se il sentiero conosciuto ci offre nuovi profumi, sconosciute sfumature.

Leggendo i suoi racconti, mi sono commossa più volte. Aldo è attento alle parole che usa, più che attento direi rispettoso. Si prende cura dei suoi personaggi e tu non puoi non averne la stessa cura.

Concludo riportando un pezzo del racconto “Partendo da una sbiadita pittura murale”, 1963 estate, un giorno imprecisato dell’ombra pomeridiana.

Ho letto e riletto più volte questo passo e la sensazione ricavata era un crescendo di rispetto per l’anima delicata e attenta di Aldo:

“Le risposte che Nane mi dà sono sempre precise…

Nane non ha fretta, mai. Ma le risposte sono tanto efficaci quanto essenziali. Un po’ come la nostra vita qua sui monti.

  • Lì ghe stava un forte corridore che l’è morto negà. 

Può bastare, di che altro c’è bisogno? Per noi due questo è sufficiente, soddisfa la mia adolescenziale curiosità e la sua contenuta esibizione di conoscenza”.

Grazie Aldo, non serve altro, basta anche a me per capire che bellezza di uomo tu sia.

                                                                                                                                  Nadia Busato*

Grazie a te Nadia, le tue parole hanno accompagnato la mia lettura e ogni racconto ha toccato corde profonde del mio sentire, mi sono soffermata sulle qualità della scrittura così pronta a cogliere il segreto impalpabile della vita che sempre dobbiamo cercare, oltre i numeri, oltre ogni apparente sicurezza.

– La recensione del romanzo della scrittrice Nadia Busato (1965) “999 vite Uniti da un filo di seta”(STREETLIB, 2016), è presente nell’ANGOLO DELLA LETTURA.

– Il romanzo “L’Omega e l’Alfa. Il viaggio nel viaggio” (STREETLIB, 2018), è presente fra le SEGNALAZIONI 

Aldo Ridolfi

Nota biografica

Aldo Ridolfi è tornato da qualche anno a vivere nella casa dove è nato, in una contrada nel comune di Tregnago. Il luogo è circondato da boschi fitti e antichi e da prati ancora capaci di ospitare diverse varietà floreali. Usa il tempo che gli è dato a tenere in ordine la terra che gli è stata affidata dai suoi avi, spartendo le sue energie fra  lavori campestri e artigianali di giorno e lo studio delle opere dei grandi la sera. Così ogni giorno sul far della sera come scrive Machiavelli nella bellissima lettera al Vettori, anche il nostro autore veste “panni reali e curiali” e lì “dimentica ogni affanno, non teme la povertà e non lo sbigottisce la morte” (Machiavelli)

Il prof. Ridolfi, in questo Sito, cura l’Angolo “Cultura e Territorio”.

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Elisa Zoppei

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