Edizione Speciale * Epifania 2024 *

 

… a cura di Anna Maria Matilde Filippozzi

 

 

La Befana dei nostri nonni.

“La Befana ha portato un po’ di carbone perché siete stati un po’ cattivi, però, ha portato anche i dolci perché dovete essere buoni”: erano queste le frasi che accompagnavano la mattina l’apertura delle calze (di lana, fatte ai ferri dalla nonna) dove, immancabilmente tra dolci e fichi secchi, trovavano posto, oltre al carbone, anche castagne, mele, noci, nocciole e un un profumatissimo arancio.
La Befana del mondo contadino di un tempo portava l’augurio di un buon raccolto.
Il carbone lasciato nelle calze dei nostri nonni, non era quello fatto di zucchero che è un piacere sgranocchiare, ma era vero carbone che poi si utilizzava per preparare le caldarroste che i bambini avrebbero mangiato dopo la tradizionale tombola. Nella sua figura, la Befana riassume l’immagine della Dea antenata, custode del focolare, luogo sacro della casa.
Non a caso la Befana si serve proprio dei camini, che simboleggiano il punto di collegamento fra la terra ed il cielo, per introdurre l’allegria nelle case, svolazzando con la sua fantastica scopa. La befana è quindi una figura buona e generosa.

 

A chi in lei ancora crede
auguro di trovare
una calza pieno di doni.
A tutti gli altri semplicemente

 

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