2021 ANNO DANTESCO – “Il sommo poeta Durante (Dante) Alighieri” contributi degli Editori de “ilcondominionews.it”

…a cura di Graziano M. Cobelli

Aforismi penna

2021 ANNO DANTESCO – Ricorrenza a 700 anni dalla morte

Il sommo poeta Durante (Dante) Alighieri

Ricordando che il sommo poeta Dante Alighieri ha soggiornato a Verona per ben sette anni nel corso del suo lungo esilio dalla guelfa Firenze, assieme a qualche nota, riporto in questo breve contributo, alcuni, tra i tanti versi del Paradiso (Divina Commedia), che egli dedicò ai Signori Scaligeri che lo hanno benevolmente ospitato.

Dante e la signoria scaligera

La città tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento, all’apice della sua potenza sotto la signoria dei Della Scala, era un polo culturale tra i più importanti nella penisola, rifugio prediletto per molti esuli nel contesto delle lotte di fazione che interessavano le diverse signorie. Era il 1303 quando Dante arrivava per la prima volta a Verona, per rimane fino all’anno seguente, ospite di Bartolomeo della Scala. Torna nuovamente dal 1312 al 1318, questa volta ospitato dal fratello di Bartolomeo, Cangrande della Scala, al quale dedicherà addirittura l’intera cantica del Paradiso.

    Lo primo tuo refugio e ‘l primo ostello sarà la cortesia del gran Lombardo che ’n su la scala porta il santo uccello;
ch’io te avrà sì benigno riguardo che del fare e del chiedere, tra voi due, fia primo quel che, tra li altri, è più tardo.

    (Paradiso, canto XVII, v. 70)

Il De Monarchia e buona parte del Paradiso sono stati scritti dal ghibellin fuggiasco proprio qui a Verona. Nella città scaligera era infatti libero di far conoscere le sue idee e le sue opere, di studiare i testi antichi conservati alla Biblioteca Capitolare, ammirare le vestigia romane e respirare l’aria portatrice di novità e speranze per un futuro roseo e pacifico. L’aria che si respirava nella ghibellina Verona, grazie anche e soprattutto al suo principe illuminato, precursore dei tempi: Cangrande. Egli appare nel XVII canto della Divina Commedia.

    Le sue magnificenze conosciute
saranno ancora, sì che ‘suoi nemici
non ne potrai tener le lingue mute.

(Paradiso, canto XVII, vv.70-93)

Graziano M. Cobelli

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