Edizione Speciale * Epifania 2018 *

 

… a cura di Anna Maria Matilde Filippozzi

 

 

Zitti, zitti presto a letto

la Befana è qui sul tetto,

sta guardando dal camino

se già dormono i bambini,

se la calza è già appesa,

se la luce è ancora accesa!

Quando scende è sola sola,

svelti, svelti sotto le lenzuola!

Li chiudete o no quegli occhi!

Se non  fate i buoni niente

dolci né balocchi, solo

cenere e carbone.

 

 

 

La storia della nascita della Befana pone le sue radici all’interno di una tradizione culturale di matrice pagana, di superstizioni e aneddoti magici.
Il periodo natalizio si pone in un momento dell’anno che storicamente era ricco di rituali e usanze legati alla terra, all’inizio del nuovo raccolto e all’idea di propiziarsi fortuna e prosperità nell’anno nuovo.

La Befana è un personaggio che ha colto suggestioni da diversissime leggende e trasposizioni culturali. Inizialmente, si venerava Diana, la dea della caccia e della fecondità che nelle notti che precedevano l’inizio della nuova semina si diceva passasse con un gruppo nutrito di donne sopra i campi, proprio per renderli fertili e fecondi al nuovo raccolto.

Per il popolo la Befana è un mitico personaggio in forma di orribile vecchia, che passa sulla terra dall’1 al 6 gennaio. Nell’ultima notte della sua dimora il mondo è pieno di prodigi: gli alberi si coprono di frutti, gli animali parlano, le acque dei fiumi e delle fonti si tramutano in oro. I bambini attendono regali; le fanciulle traggono al focolare gli oroscopi sulle future nozze, ponendo foglie di ulivo sulla cenere calda; ragazzi e adulti, in comitiva, vanno per il villaggio cantando… in alcuni luoghi si prepara con cenci e stoppa un fantoccio e lo si espone alle finestre… I contadini della Romagna e della Toscana sogliono invece portarlo in giro sopra un carretto, con urli e fischi, fino alla piazzetta del villaggio ove accendono i falò destinati a bruciare la Befana.

La Befana non porta soldi, e non ha neppure un gruppo di elfi artigiani per fare regali, la Befana tradizionale porta arance, noci, piccoli dolci casalinghi e carbone, ultimamente zuccherato ma comunque carbone, e ci ricorda che dopo le feste si torna a lavorare a “sgobbare” per i frutti del terreno.

Non è un caso l’usanza di dire “l’epifania tutte le feste porta via”. Perché è proprio dopo il sei Gennaio che il contadino ricominciava con la nuova semina, che si riprendevano i fervori casalinghi per dar vita ad un nuovo, e si sperava, prosperoso raccolto.

***

Io l’ho vista la befana: era su nel cielo che volava con la scopa ed i calzini, s’intrufolava nei camini, per portare gioia e amore ad ogni bimbo ed al suo genitore.

 

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