RICORRENZA… VERONA: “Il Lazzaretto di Verona: 475 anni fa”.

…a cura di Maria Rosanna Mucciolo

VERONA: “Il Lazzaretto di Verona: 475 anni fa”.

Il Lazzaretto di Verona

 

Il 1549 per Verona è un anno molto significativo: in località San Pancrazio, vicino alle sponde dell’Adige si inizia la costruzione del Lazzaretto, ad opera dell’architetto veronese Michele Sanmicheli. Nato a Verona nel 1484, diventa architetto militare della Repubblica di Venezia, con cui collabora per progettare e rafforzare le fortificazioni di tutto il territorio, partendo da Verona fino ad arrivare in Croazia e sulle isole greche di Corfù e Creta. Di sicuro senza Sanmicheli, la città di Verona non potrebbe vantarsi di avere Porta Nuova, Porta Zeno, Porta Palio, Palazzo Canossa e Palazzo Bevilacqua e non meno importante la progettazione del Lazzaretto.
Iniziato nel 1549, la struttura fu completata nel 1628, in tempo per la peste del 1630. Nel tentativo di arginare l’epidemia di peste, le autorità della città scaligera decisero di isolare i malati al Lazzaretto e vi furono portate circa 5.000 persone. La scelta del luogo non fu casuale: zona isolata e raggiungibile attraverso il fiume. Quella del 1630 fu l’ultima peste che colpì la città e questo segnò l’inizio della sua decadenza.
Il progetto del sanatorio non è certo che sia di Michele Sanmicheli, infatti lo studioso Giulio Sancassani, attribuisce la progettazione del Lazzaretto a Sanguinetto, per la mancanza di documenti relativi alla costruzione del monumento. Si nota l’impronta dell’architetto veronese nel tempio centrale, costruito da Angelo Rossi e Filippo Gabrieli a partire dal 1602. Il complesso, era costituito da un grande cortile circondato sui quattro lati da portici, su cui si affacciavano 152 stanze, al centro il tempio circolare. Nel tempietto veniva celebrata la Messa, in questo modo in tutte le cellette, intorno al Lazzaretto, si sentiva la voce del celebrante. Questo tempietto “circolare” è stato costruito in modo tale che da tutti i settori si potesse ammirare il cielo. Le cellette furono progettate come piccoli appartamenti con cucina e servizi. Concepito come ospedale per gli appestati, nel corso dei secoli ha cambiato la sua funzione: durante l’età napoleonica ospedale militare, durante il secondo conflitto mondiale come deposito di munizioni. Proprio durante la guerra (1945) una forte esplosione mandò in rovina gran parte del monumento e così cominciò il degrado. Nonostante questa situazione ha una struttura particolare, tanto da essere il terzo dopo il Lazzaretto di Venezia e di Milano. Si diffuse anche il culto di San Rocco, infatti si poteva ammirare la statua del Santo, che riporta ferite sulla gamba causate dalla peste. Oggi questa bellissima statua si può ammirare presso il museo di Cavalcaselle a Verona. A distanza di 475 anni, ancora  possiamo ammirare parte del Lazzaretto, che il FAI ha ricevuto in concessione per 18 anni dal comune di Verona nel 2014.

 Maria Rosanna Mucciolo

Fonti:

-Maristella Vecchiato, Itinerari Sanmicheliani nella provincia di Verona, Ministero per i beni e le attività culturali, 2010.
-Foto: www.larena.it

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