RICORRENZA: VERONA: “Da 500 anni: la colonna di San Marco in Piazza Erbe”.

…a cura di Maria Rosanna Mucciolo

VERONA: “Da 500 anni: la colonna di San Marco
in Piazza Erbe”.

La colonna di San Marco in Piazza Erbe

Nel 1405 inizia per la città scaligera il periodo veneziano, si tratta di una lunga fase storica in cui la città da una parte gode di pace e dall’altra ci sono i divieti delle esportazioni, in questo anno si ricorda il giuramento di fedeltà di Verona verso Venezia, pronunciato il 24 giugno da una delegazione veronese formata da 40 uomini.
Nel corso del 500 Verona vede rifiorire la sua economia e anche uno stile architettonico nella costruzione di chiese e di importanti palazzi. L’architetto di questo meraviglioso sviluppo artistico è Michele Sammicheli, esponente di spicco di una famiglia di muratori-architetti originari di Porlezza. Gli avvenimenti storici di questi anni sono strettamente legati a quelli europei, infatti sia il pontefice che i sovrani italiani si uniscono nella lega di Cambrai con lo scopo di togliere a Venezia i possedimenti che aveva.  All’inizio del 500 i veneziani fortificano varie città e si ritirano verso il territorio veronese. Durante la dominazione veneziana si sviluppa nella città scaligera un nuovo stile artistico, dovuto soprattutto alle nobili famiglie che amando lo splendore della cultura fanno continuare l’attività artistica. In questo clima di rinnovamento culturale che caratterizza il Cinquecento veronese e nell’affascinante scenario di Piazza delle Erbe o Piazza Erbe, viene istallata nel 1523 la colonna di marmo con il Leone di San Marco.
La scultura marmorea è uno dei monumenti più belli della città: la colonna è famosa per il leone alato che la sovrasta, interessante è anche il libro aperto con la scritta “pax”, che secondo la tradizione popolare, ha un duplice significato e riscuote sempre molto interesse: libro aperto pace, libro chiuso guerra.
Confrontando il leone di Venezia con quello della colonna veronese emergono le seguenti caratteristiche: il leone con la coda alzata rappresenta la forza, la maestà e la potenza; le ali idealizzano l’elevazione spirituale verso Dio; l’aureola è il simbolo della pietà e della santità dell’evangelista Marco; il libro simbolo di sapienza e pace; la spada oltre a rappresentare il potere della parola dell’evangelista, viene usata anche nella rappresentazione della dea della Giustizia; il leone della colonna veronese, lo possiamo ammirare con una zampa che poggia sul libro, la coda abbassata e le ali.
Con il tempo e come ogni opera d’arte, ha subito un restauro su proposta della Direzione Edilizia Monumentale Civile. L’intervento è stato realizzato con la collaborazione della sovraintendenza il cui team ha lavorato per 100 giorni.
Oggi, come ieri, possiamo ammirare la bellissima colonna in Piazza Erbe, a simboleggiare il rapporto tra Verona e la Serenissima Repubblica di Venezia. Poche città al mondo si identificano con il simbolo del proprio Santo Patrono come Venezia, infatti la storia della città lagunare è intrecciata con quella dell’evangelista Marco. Secondo la tradizione San Marco si fermò su un’isola della laguna e gli apparve un angelo che lo salutò: “Pax tibi Marco, evangelista meus, huc requiescet corpus tuum”(pace a te o Marco, mio evangelista qui riposi il tuo corpo).

Maria Rosanna Mucciolo

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Fonti:
– Salinas: Storia di Verona, Centro Rinascita, 1981.
– Il primo dominio veneziano a Verona (1405-1509), Accademia dell’agricoltura, scienze e
lettere di Verona, 1981.

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