RICORRENZA… VERONA: “1924 – 100 anni fa, demolizione del ghetto ebraico di Verona”.

…a cura di Maria Rosanna Mucciolo

VERONA: “1924 – 100 anni fa, demolizione del ghetto ebraico di Verona”.

Ghetto ebraico di Verona (Piazza delle Erbe)

L’etimologia della parola “ghetto” utilizzata all’inizio del XVI secolo, deriva dal veneziano “gheto” che significa fonderia, luogo dove si “gettava” il metallo (bronzo). Il termine, in un primo momento indica il quartiere delle fonderie di Venezia, che è anche quello dove si sono stabiliti gli ebrei. In seguito il termine è adoperato per indicare i quartieri abitati dagli ebrei. Gli ebrei Aschenaziti pronunciano questa parola con “g dura”, da cui deriva la parola “ghetto”. È un vocabolo che indica emarginazione, segregazione e disprezzo.
Nel centro storico di Verona, tra via Pellicciai e via Mazzini, sorge il ghetto ebraico. Per la storia del ghetto è difficile datare la presenza degli ebrei nella città scaligera. Abbiamo testimonianza della loro presenza a partire dal X secolo, tanto che nel 965 il vescovo Raterio Fiammingo Benedettino (932 -968) li cacciò dalla città. Tracce della loro presenza si ritrovano anche nel XII secolo, tanto che nel 1239 a Verona si trova il tribunale rabbinico (organo giuridico che all’interno dell’ebraismo regola diversi tipi di controversie e di settori della vita ebraica). Altro documento della loro presenza è del 1408, in questo anno la Repubblica di Venezia autorizza gli ebrei a risiedere nella città scaligera, in contrada San Sebastiano. Nel 1599 viene compiuto un censimento e si riscontra la presenza di 400 ebrei che gestivano circa 25 botteghe. Adiacente al ghetto istituito nel 1600, si trova la sinagoga, restaurata nel 2002. Nel 1604 gli ebrei si stabilirono nel ghetto tra via Mazzini, via Pellicciai e via Sella a seguito della bolla papale “Cum Nimis Absurdum” (poiché è oltremodo assurdo), che ne chiedeva la segregazione. Con l’arrivo di Napoleone e delle sue truppe, in città i cancelli del ghetto furono abbattuti (1796). Con l’annessione di Verona al regno d’Italia gli ebrei divennero cittadini, godendo così dei diritti civili. Nel 1924, 100 anni fa, inizia la demolizione del ghetto a Verona.
Per la demolizione vengono stipulati vari progetti, il primo risalente all’inizio del ‘900 da un comitato appositamente costituito per realizzare un Politeama, parola che deriva dal greco poli (molteplice) e tèama (spettacolo), a cura dell’architetto Giovanni Giachi di Milano. In seguito ci fu un progetto voluto dalla Cassa di Risparmio, con l’intento di ampliare gli edifici siti in via Garibaldi. Nel 1924 si concretizza l’idea di demolire il ghetto ebraico. Il progetto promosso dall’amministrazione comunale, con l’allora sindaco Vittorio Roffaldi, si articola in tre fasi: 1) quello tra via Nuova, vicolo Nuovo, via Pellicciai e via Portici; 2) via Nuova, vicolo San Rocchetto, via Pellicciai e vicolo Nuovo; 3) corte Spagnola e corte Segattina.
La demolizione inizia, come scritto prima, nel 1924 (100 anni fa) e termina nel 1928, agevolata dalla disponibilità economica del comune di Verona, a seguito di un lascito testamentario (eredità Criconia)

Maria Rosanna Mucciolo

Fonti:

Isolati dal ghetto: una storia urbana di Federica Guerra.

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