RICORRENZA: SPIAZZI DI CAPRINO V.SE (VR): “Il Santuario della Madonna della Corona, 500 anni di fede: tra cielo e terra”.

…a cura di Maria Rosanna Mucciolo

SPIAZZI DI CAPRINO V.SE (VR): “Il Santuario della Madonna della Corona, 500 anni di fede: tra cielo e terra”.

Santuario della Madonna della Corona

Il termine santuario deriva dal latino “santuarium” (santo) ed è un luogo sacro o edificio ritenuto sacro da una tradizione religiosa per manifestazioni divine o per la presenza di reliquie. Nella tradizione di alcune religioni, come quella ebraica il santuario era la zona più interna del tempio: sancta sanctorum; mentre nella tradizione della religione cristiana è un luogo legato ad eventi straordinari o manifestazioni divine.

Nel cuore del Monte Baldo, all’altezza di 774 m, tra la frazione di Spiazzi e il comune di Ferrara di Monte Baldo, in provincia di Verona, il Santuario della Madonna della Corona, definito così perché anticamente era chiamato “la corona”, per la presenza della corona dei monti che lo circondano. Costruito su uno spiazzo naturale con una parte incavata nella roccia invece l’altra guarda la valle dell’Adige, è anche un luogo di una particolare bellezza naturale e un ambiente di silenzio e meditazione, meta di pellegrinaggi da tutto il mondo. La storia del santuario risale all’epoca del grande imperatore Carlo Magno, quando un gruppo di eremiti vi arrivarono, nonostante le difficoltà di un luogo, all’epoca così impervio, per venerare la Madonna del Baldo o Madonna della Crocca (Corona). Infatti, come precisato prima, già dall’XI e XII secolo il santuario era frequentato da gruppi di eremiti legati all’abbazia di San Zeno e intorno al 1200 esisteva già una cappella dedicata al culto di Santa Maria “de monte Bloto”. Il culto alla Madonna era molto diffuso nelle località del veronese ed in particolare nella zona della Lessinia. Basta ricordare che nella chiesa parrocchiale di Sant’Anna d’Alfaedo si può ammirare un bellissimo dipinto che descrive il trasporto della Madonna da Rodi (Pòòos) alle rocce del monte Baldo. Il Santuario ha avuto varie gestioni tra cui l’ordine di Malta che nel 1806 ha lasciato la direzione alla Diocesi di Verona, invece i Cavalieri Templari non sono stati solo di passaggio, ma hanno dato un loro grande contributo. Ancora oggi durante le varie cerimonie religiose gestiscono il flusso dei pellegrini e le funzioni all’interno del Santuario. Si può anche ammirare il gruppo scultoreo della Pietà, sopra l’altare maggiore, che fu voluto dai templari e sono stati loro a costruire gli scalini che i fedeli usano per salire verso la Mamma Celeste.

La costruzione della prima chiesetta risale al 1522 (500 anni) la cui ampiezza era di 126 me nello stesso anno, per agevolare il cammino dei numerosi fedeli, furono costruiti degli scalini e il così detto “ponte del Tiglio”. Da allora i pellegrinaggi, “viaggiare in terra straniera”, si tratta di una pratica devozionale consistente nel recarsi, da soli o in gruppo, in un santuario o in un luogo comunque sacro, per compiervi speciali atti di religione, sia a scopo di pietà sia a scopo votivo o penitenziale, sono stati sempre più numerosi.

Arrivando si può notare la bellezza di un luogo con un meraviglioso panorama, oltre ad essere avvolti da una forte spiritualità.

Il santuario della Corona, in occasione dell’anno giubilare mariano, ricorda i 500 anni (1522-2022) con intensi pellegrinaggi tanto da essere definito come il Santuario più “ardito” d’Italia: un luogo santo che nell’anno in corso celebra il quinto centenario dell’arrivo da Rodi della statua della Madonna Addolorata. Un luogo di forte spiritualità e fede, non solo per la presenza della Madonna, ma anche perché in passato, sul monte Baldo, vivevano gli eremiti: uomini religiosi che appartenevano al mondo, ma si allontanavano dalla società per vivere la solitudine in luoghi remoti e deserti, in modo tale da meditare e dedicarsi alla preghiera, consacrandosi a Dio non solo con l’obbedienza, ma anche con la fede si avvicinavano liberamente al Signore, perché la verità è garantita da Dio, il quale è la verità stessa. Proprio come la Vergine Maria che nel realizzare l’obbedienza alla fede accolse l’annuncio e la promessa che Le portò l’Arcangelo Gabriele, credendo che nulla è impossibile a Dio. Nel festeggiare i 500 anni, nel santuario è stato indetto l’anno giubilare, infatti i fedeli visitando la Basilica, possono promuovere il “rinnovamento mariano” attraverso alcune tappe fondamentali: la Porta Santa, gli ex-voto, il cuore del santuario, il battistero dove si rinnovano le promesse battesimali, la pietra profumata (marmo intriso di olio nardo), la Sindone (copia dell’originale lenzuolo) ultima tappa la grotta dei lumini. Nel Santuario sono presenti importanti opere scultoree, realizzate con il marmo bianco di Carrara, opere dello scultore Ugo Zannoni, lo stesso che scolpì la statua di Dante a Verona. Si possono ammirare le 14 formelle della Via Crucis e le formelle dei Sette dolori della Madonna, le opere dell’architetto Raffaele Bonente, come le statue della Via Crucis lungo la strada che dall’hotel Stella Alpina porta al santuario. Di notevole valore sono anche le 167 tavolette di varie dimensioni di cui la più antica risale al 1547 e raffigura il salvataggio di una donna che stava per annegare nel fiume Adige. Fra gli ex voto di particolare importanza è la grande tela che gli abitanti di Bardolino donarono al Santuario nel 1665 ringraziando per la pioggia, mentre più preziosa è la tela che rappresenta Cristo alla Colonna del pittore veronese Antonio Balestra (1666-1740).

Maria Rosanna Mucciolo

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Fonti da: www.sentierodimaria.it / Catechismo della chiesa cattolica, libreria editrice vaticana. Foto da: www.incinqueconlavaligia.com

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