RICORRENZA: CHIEVO DI VERONA: “La diga del Chievo: a 100 anni dall’inaugurazione (1923-2023)”

…a cura di Maria Rosanna Mucciolo

CHIEVO DI VERONA: “La diga del Chievo: a 100 anni dall’inaugurazione (1923-2023)”

Diga di Chievo di Verona

Diga: opera idraulica di sbarramento artificiale, costruita a scopo di protezione delle terre basse litoranee o opere portuali o per la costruzione di un bacino. Ci sono due tipi di diga: fissa e mobile a seconda che lo sbarramento risulti permanente o a intermittenza. Lo scopo delle dighe è quello di regolare il flusso di un corso d’acqua naturale o creare un lago artificiale; hanno anche lo scopo di proteggere un tratto di costa o porto. La diga riesce a regolare il flusso di un fiume riducendo il rischio di piene, dall’altra si crea col tempo una riserva d’acqua che può essere utilizzata sia per l’agricoltura che per la produzione di energia elettrica. La storia delle dighe affonda le sue radici molto lontano, infatti le prime furono costruite dagli antichi egiziani, dai babilonesi, dai persiani, dai nabati abitanti del  deserto di Negev, dai greci, dai romani, dagli arabi e dai mongoli.
Anche in Italia troviamo importanti dighe: quella del Vajont che era considerata lo sbarramento artificiale più grande al mondo, la diga di Alpe Gera in Lombardia, la diga di Santa Giustina in Trentino. Oggi la diga più grande in Italia è quella del Monte Cotogno, costruita tra il 1972 e il 1980.
Anche a Verona abbiamo un’importante diga quella del Chievo, il cui nome deriva  dal latino Clivius Mautici, si tratta di un pendio dove sorgeva un bosco. Il progetto nacque per mano dell’architetto Rubinelli nel 1920, si tratta di una costruzione con funzione di ponte ciclo- pedonale situato lungo il fiume Adige. Per la costruzione di questa opera furono utilizzati il calcestruzzo e l’acciaio, i lavori iniziarono nel 1920 e l’inaugurazione ci fu il 29 marzo 1923. Lo scopo della diga era quello di elevare il livello dell’acqua dell’Adige per aumentare l’immissione nel canale Camuzzoni, si tratta di un canale artificiale costruito alla fine dell’’800 su progetto dell’ingegnere Enrico Carli, anche se prese il nome di Giulio Camuzzoni, sindaco di Verona e promotore del progetto. Con il secondo conflitto mondiale e la presenza dei tedeschi, il 25 aprile del 1945 la diga fu danneggiata e ricostruita, rispettando le caratteristiche del progetto originale. Per la costruzione della diga ci furono varie fasi, documentate dal fotografo Gustavo Alfredo Bressanini. Il ponte-diga è formato da 8 arcate, è presente anche una conca che all’epoca consentiva la navigazione per cambiare il diverso livello delle acque. La diga viene vista come un monumento: un’archeologia industriale che agli inizi del ‘900 sapeva coniugare la funzionalità all’estetica, le esigenze tecniche all’eleganza.
Attraversando Lungadige Attiraglio, che collega la città di Verona con la frazione di Parona è uno spettacolo vedere la diga nella sua bellezza naturale e nella sua funzione. Lo scopo della diga era, come già detto, di deviare il corso dell’Adige per aumentare la portata del canale Camuzzoni, ma anche, di produrre energia elettrica per le industrie.
La diga, oltre ad essere importante per la sua struttura ha una valenza anche in ambito economico, perché l’energia di Verona viene prodotta dalle acque della diga, in uno splendido scenario di sfruttamento delle risorse rinnovabili.

Maria Rosanna Mucciolo

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Fonti: 
AA.VV, Il canale Camuzzoni, consorzio canale industrial, Giulio Camuzzoni.
Wikipedia.

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