Pubblicazione del libro – “L’ABECEDARIO”… di Andrea Zanuso… segnalazione a cura di Elisa Zoppei… – 86

…a cura di Elisa Zoppei

SAN BONIFACIO (VR)

 

Bella l’immagine di copertina che ci invita a partecipare all’allegrezza della vendemmia. Una vendemmia di parole che va oltre i grappoli nelle ceste, il mosto nei tini, i canti sull’aia. Questo ABECEDARIO è come la Vigna che conserva la vita agra di parole e parole perse, riportandole a galla in una nuova veste di vita e di giovinezza.

Risvolto di copertina

È una originale raccolta di liriche in vernacolo dove per ogni lettera dell’alfabeto corrisponde una poesia che a ogni capoverso, riprende la stessa lettera. Ogni lirica è corredata di pregevoli illustrazioni, un nutrito glossario e dalla parafrasi, tutti elementi che danno corpo e anima a questo singolare Abecedario in versi dialettali. L’opera di Andrea Zanuso è il frutto di una lunga paziente ricerca di mondi, parole, espressioni che appartengono ad un passato della vita delle nostre campagne. Le illustrazioni realizzate appositamente a penna dal maestro Giorgio Scarato, libere interpretazioni ispirate dai versi de l’Abecedario, hanno il pregio di creare immagini ambienti e contesti dei tempi passati, della campagna e della vita di provincia di tanti anni fa. In appendice le illustrazioni delle erbe del nostro territorio presenti nelle liriche con i nomi scientifici e dialettali.

Presentazioni

Nella sua prefazione Guariente Guarienti, celebre e stimato penalista di Verona, nonché critico letterario, da sempre appassionato di letteratura e poesia dialettale, mette in luce la lunga, paziente ricerca di mondi, parole, espressioni che appartengono al passato della vita delle campagne dell’Est veronese. Con un lavoro appassionato permeato di affetto e di raffinato umorismo, Zanuso ha ridato vita a centinaia e centinaia di parole ed espressioni tipicamente proprie dei vecchi abitanti di paesi come San Bonifacio, Albaredo, Cologna Veneta. Sono tanti modi di dire, ormai fuori uso, appartenenti alla parlata dialettale, anni cinquanta/sessanta del secolo scorso, con le infinite sfumature che le differenziano da altre confinanti. Protagonista è la vita agreste a ruvido contatto con gli elementi della natura: alberi, fiori, frutti, temporali estivi, tempeste, animali domestici, stelle, feste tradizionali, primi amori, e lavori nei campi da mietere, trebbiare, la vendemmia festaiola.

Elisa Zoppei nella sua breve prefazione, si complimenta con l’autore per aver dato voce al suo cuore contadino, suffragato da un’idilliaca anima di poeta, componendo un lavoro geniale, frizzante, sorridente, ritmicamente disciplinato su assonanze saltellanti fra le rime. Lo definisce anche una seria testimonianza linguistico-dialettale di sicuro livello: il vivace affresco di una realtà storico sociale appartenente alla vita campestre, ricca di feconda sapienza, arte, e festosa poesia. In particolare sono da ammirare le magnifiche odi dedicate alle “Stajòn perse”, rivissute nei bucolici, anche se non sempre idilliaci, aspetti della quotidianità. Cosicché appaiono agli occhi del ricordo scene traboccanti di vita vera, istoriate da una poliedrica felice disinvoltura di ridonare suoni e sensi alle antiche parole che accompagnavano i lenti passi del camminare coi piedi per terra, quando talvolta se xolava coi sogni.

Per il valente poeta e scrittore Armando Dittongo, questo “Abecedario in versi e co’ e parole perse”, formato da ventisette tra poesie e narrazioni con il verso che inizia con la stessa lettera dell’alfabeto e all’interno della riga spesso ci sono altre parole con la stessa lettera di quella iniziale, potrebbe sembrare un gioco che si colora della musicalità del dialetto veronese, ma a poco a poco ti accorgi che non c’è solo il desiderio di inserire il più alto numero di termini dialettali per farne memoria e ricordare situazioni ed emozioni provate nella sua infanzia. È qualcosa di più e il complesso dei versi, nel loro insieme, si rivela come un tutt’uno, un corpo con suo respiro e si connota come il Canzoniere del Tempo che fu. Infatti nella vita di quel tempo lontano, ormai scomparso, lo scrittore coglie un mondo semplice e autentico, ricco di umanità, di sogni, di vita che non è certo superata dalla modernità che ci assedia e ci lega al telefonino. È un susseguirsi di quadretti vivaci, di immagini vive e colorate dove i termini dialettali corrono sul rigo e nella loro sonorità trovano un senso e un rimando del tutto umano. Ecco i momenti rimasti più impressi: la festa della mietitura e della trebbiatura; la festa della vendemmia con i suoi profumi e i suoi canti; il rito del maiale che con il suo “sacrificio” assicura il cibo per tutto l’inverno; il Natale con le sue attese, la sua festa nella cornice del presepe e della neve.
Oggi con google “quèrzendose de ilusiòn”, perdiamo un po’ della nostra umanità e ci attorcigliamo nella nostra solitudine che si fa sempre più vasta.

Le illustrazioni

Il pittore Giorgio Scarato, residente a Cologna Veneta, artista noto e affermato sia in Italia sia all’estero, scrive che le illustrazioni realizzate per questo ABECEDARIO sono sue libere interpretazioni ispirate dalle tante poesie che hanno il pregio e la forza di creare immagini, ambienti e contesti della vita di campagna e di provincia di tanti anni fa.

Nota dell’autore

Nella sua Introduzione l’Autore espone il proprio punto di vista oltre che sul dialetto veneto, sui vari dialetti della nostra regione con le loro diversità fonetiche e linguistiche che variano da paese a paese. Inoltre il dialetto che nel Veneto viene ancora generalmente usato, per i giovani non corrisponde più alla lingua materna, ma a quella dei padri dei nonni e dei bisnonni, resistendo in parte alla scomparsa del vecchio mondo agricolo e all’industrializzazione disordinata ed irrazionale che negli ultimi decenni ha ridotto e cambiato la campagna, modificato e spesso deturpato il paesaggio. Zanuso sottolinea che il nostro dialetto veneto è comunque a tutti gli effetti una lingua, ma è una lingua parlata e non scritta, insidiata però, insieme alla stessa lingua italiana, dalle nuove tecnologie della comunicazione, che hanno annullato le frontiere fisiche geografiche e linguistiche facendo diventare l’inglese la lingua più conosciuta e “masticata” in particolare dai giovani. Ecco quindi il senso di questo suo lavoro, questo modestissimo Abecedario che non ha alcuna pretesa di essere un Abbecedario o un Sillabario in vernacolo, ma è più che altro una sfida con la sua memoria, oltre che un gioco, per riaccendere delle immagini e l’atmosfera di un mondo contadino che non c’è più. Le varie poesie di questo Abecedario raccolgono contesti diversi e situazioni singolari, che in gran parte lui ha vissuto in prima persona come la trebbiatura del frumento, il falò della Befana, l’andare a pescare di notte… Altre, invece, sono figlie di racconti, contesti e immagini, rimasti impigliate nei ricordi della sua infanzia e prima giovinezza, riemersi con schizzi e pennellate di emozioni, odori, colori e parole che tratteggiano situazioni e contesti socio-culturali-ambientali di quel tempo. Molte espressioni e parole del dialetto parlato di quegli anni sono però scomparse dalla parlata dialettale, tanto che possono essere definite archeologia dialettale e quindi ravvisabili come patrimonio culturale e linguistico della nostra terra.

Andrea Zanuso

Note biografiche

Andrea Zanuso è nato a San Bonifacio (VR) nel 1947, dove tuttora vive. Il suo primo interesse artistico è stata la pittura negli anni settanta con opere riconducibili al surrealismo. Successivamente ha prodotto una serie di opere da lui stesso definite surrealismo materico, mescolando tecniche di assemblage, collage, sculture sul legno (sculptures sur bois), esponendo in alcune gallerie italiane. La sua prima raccolta di poesie “Impulsi Ricorrenti” è stata pubblicata nel 1996. Nel 1998 ha pubblicato il suo primo romanzo “Valfonda” e nel 2009 con il racconto “La stanza celeste di Khaled” ha vinto il Premio Letterario Nazionale Adriano Zunino. Nel 2016 ha scritto il suo secondo romanzo “Il volo obliquo del pettirosso di Casteldivento”, nel 2019 con la silloge I miei canti di solitudine è stato premiato al VII concorso letterario internazionale Città di Sarzana e ha vinto il concorso poetico L’amore di Silvia della città di Soave. Nel 2020 ha ricevuto la menzione d’onore al concorso letterario internazionale Città di Sarzana per il romanzo Il segreto del geometra di Santamona (ed. Feltrinelli, Amazon). L’Abecedario in versi co ’e parole perse è la sua prima pubblicazione in vernacolo. È socio fondatore del Cenacolo Letterario e Poetico di San Bonifacio e svolge il ruolo di Presidente.

Elisa Zoppei

Il poeta / scrittore Andrea Zanuso, è già presente in questo Sito, nell’Angolo delle Segnalazioni per la pubblicazione di un romanzo… CLICCA ⇒ ⇒ QUI

↓