Hardi Thomas – “Tess D’Uberville”

…a cura di Elisa Zoppei

 

Cari amici del  Condominionews”,  in questo numero vi propongo la lettura di un romanzo che vi riempirà gli occhi e il cuore di una storia potente come è dato raramente incontrare. Devo al nostro Blogger, l’amico Graziano Cobelli, la felicità dell’incontro con Tess dei D’Uberville, in una Edizione degli Oscar Mondadori del 1979, con l’introduzione di Carlo Cassola. Me lo ha prestato lui, presentandomelo come il più bel libro di narrativa letto in vita sua… Naturalmente il mio desiderio di leggerlo è stato non poco pungolato, ma devo ammettere che la mia curiosità è stata appagata al di sopra di ogni aspettativa.  Lo stesso Cassola (1917-1987) autore di saggi e romanzi di valore – tutti ricordiamo  La ragazza di Bube –  nella sua ampia e dettagliata introduzione afferma che  Tess non solo è il capolavoro della narrativa di Thomas Hardy ma anche  uno dei capolavori della narrativa di tutti i tempi e di tutti i paesi.  Afferma inoltre che Tess, la fanciulla sedotta e abbandonata,  è la più attraente figura femminile uscita dalle pagine di un romanzo.

Caro Graziano, questo romanzo mi ha avvinta  fin nelle pieghe più recondite della mente e negli anfratti più indomiti del cuore. Grazie di avermelo dato da leggere. Daniel Pennac ha ragione: il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere.

Thomas Hardy Thomas Hardy (1840- 1928)

Note biografiche
Nasce il 2 giugno del 1840 in una frazione di Dorchester, nella contea inglese del Dorset, una splendida regione ricca di incantevoli paesaggi collinari, dolci pendii, deliziosi paesini e città ricche di vestigia storiche. Thomas Hardy  nasce da modesti proprietari terrieri in un solido casolare di campagna costruito dal bisnonno. Spartisce i giochi infantili e piccole incombenze domestiche, con un fratellino e due sorelline, in quel tipo di vita libera e dinamica che gli corrobora il corpo e lo spirito. Ama ascoltare i racconti della nonna paterna che parlano del passato quando il popolo campagnolo si preparava a respingere Napoleone che minacciava di invadere l’Inghilterra. Saranno il primo germe di futuri romanzi e del dramma in versi The Dynasts. A otto anni entra nella scuola del villaggio dove impara i rudimenti base del leggere, scrivere e far di conto, ma passa subito alla scuola di Dorchester, dove comincia a studiare latino e a leggere i poemi classici. Le camminate a piedi gli riempiono gli occhi del verde della campagna intorno, che rigurgita di vita e di colori ad ogni stagione: il ragazzo sogna persino di diventare parroco, ma si sposerà ben due volte. Ha ereditato dal padre l’amore per la musica, canta nel coro parrocchiale e sa suonare il violino. La madre gli ha trasmesso il gusto per la letteratura. A Dorchester, porta a compimento agli studi di architettura, e lavora come apprendista presso i più affermati architetti. Negli stessi anni fa amicizia con il suo brillante maestro di greco, Horace Moule (1832-1873), uomo avvenente e ammirato che lo introdusse nei circoli intellettuali più in vista ed ebbe un influsso determinante nella sua formazione artistico letteraria. Il suicidio di questi sconvolse profondamente l’animo del giovane che tentennava fra la remunerativa professione di architetto e quella a rischio di romanziere a cui la sua anima anelava. Tentò la sorte pubblicando anonimamente e con scarso successo  alcuni romanzi, ma solo nel 1874 guadagnò la popolarità con il romanzo Lontano dalla pazza folla. Così confidando nella sua buona stella decise di metter su famiglia sposando Emma Lavinia Gifford e si consacrò completamente alla carriera letteraria. Pur essendo innamorati, l’unione degli sposi non si rivelò felice: non ebbero figli e forse lui dedicava troppo alla sua arte e lei si sentiva trascurata. Nel 1891 uscì il romanzo Tess dei D’Uberville e nel 1895giunse Jude l’Oscuro, romanzo con forti riferimenti autobiografici. Non avendo grandi soddisfazioni si allontanò dalla narrativa per dedicarsi alla scrittura poetica. Nel 1898 pubblicò il primo volume in versi intitolato Poemi del Wessex. Lavorò per anni (dal 1903 al 1908) al poema drammatico The Dynasts ispirato all’epopea napoleonica.
Oggi, Thomas Hardy, oltre che essere riconosciuto il più grande scrittore esistenziale fra tutti gli scrittori in­glesi, viene definito il maggior poeta di lingua inglese tra Ottocento e Novecento. Cassola lo paragona al nostro Pascoli, della cui grandezza non abbiamo ancora finito di accorgerci. Ottenne riconoscimenti e onorificenze importanti fra le quali la «Order Merit», medaglia concessagli dal re Edoardo VII. Trascorse una vita tranquilla, fra i suoi libri, le sue amate contrade, godendo della sua casa, degli amici, scrivendo poesie e romanzi tutti d’amore, nei quali trasfuse il suo cuore fanciullo e la sua domestica Weltanschauung. Nel 1914, due anni dopo la morte della prima moglie, sposò la sua segretaria Florence Emily Dugdale, donna giovane e devota, che rese felici i suoi ultimi anni. Gli fece pubblicare il volume di poesie Winter Words nel 1928, poco dopo la sua morte.

 Tess

 Tess D’Uberville

L’arte narrativa di Thomas Hardy è intessuta della sua propria vita. Non aveva bisogno di intraprendere viaggi avventurosi per trarre ispirazione per i suoi romanzi: gli uomini e le donne che li popolano sono tipi umani che appartengono al suo mondo contadino e pastorale fatto di lavoro, di preghiera, di povertà, di fatica: sono persone in continuo contatto con la Natura che scandisce il tempi del lavoro, del riposo, della festa e dell’amore. In ciascuno di essi egli esalta la semplicità della vita rurale, la forza dei sentimenti e la fedeltà alle proprie radici, combattendo la mentalità della sua gente, chiusa nel bigottismo vittoriano, prigioniera di atavici pregiudizi. Ogni suo romanzo è un piccolo universo dove gli eventi si intrecciano giorno dopo giorno dorati dal sole che sorge sulle verdi distese, o bagnati della pioggia che rende fangoso il cammino e si confonde con lacrime amare, o illuminati dai raggi della luna nelle notti buie piene di affanno.
La storia di Tess, è quella della fanciulla sedotta e abbandonata, che dal peculiare tòpos di tanta letteratura otto/novecentesca, prende le distanze per affermarsi come una eroina dall’incontrastata grandezza morale. Tess, fulgente di giovinezza, flessuosa e attraente, dotata della sana bellezza delle ragazze campagnole, attraversa innocentemente, ma non impunemente, le strade del suo villaggio, attirando gli sguardi degli uomini e sconvolgendone i sensi. Diventa l’animale da preda di Alec d’Uberville, un suo giovane finto e ricco parente, che la concupisce, la circuisce, la assedia (oggi parleremmo di stalking) e approfittando di un suo momento di fugace debolezza, la disonora. Rimane incinta. Il calvario di Tess messa al bando dalla società, comincia da lì. La vergogna della sua sorte di ragazza madre che non può più azzardare la speranza di costruirsi un futuro e una immagine per bene, la accompagnerà per tutta la vita. Morto il bambino, lei si trova sola, a ramingare lungo viottoli di campagna, a oltrepassare colline, a rasentare i muri delle città, desiderosa solo di allontanarsi dal paese natio e di nascondersi in qualche fattoria, confondendosi fra i braccianti che vi lavorano. Ci sono sempre altre ragazze impiegate nei lavori dei campi e della stalla, ma Tess è diversa, ha un portamento naturalmente aggraziato, un visino dai lineamenti nobili e una voce soave e gentile. E soprattutto si distingue per la sua operosità, adattabile a qualsiasi lavoro le venga richiesto. Fa ogni cosa con scrupolo e quindi attira su di sé l’attenzione di un giovane apprendista di buona famiglia che vuole imparare a fare il mestiere dell’agricoltore. Il delicato e lungo corteggiamento di Angel Care riesce ad aprire una breccia nel cuore di Tess e, piano piano dopo infiniti dinieghi, in angoscia per il suo peccato, si lascia, povera innocente, avvincere dall’amore immenso che lui le dimostra. Gli si consacra per la vita, diventando sua moglie. Ma basterà che, in un impeto di reciproche confidenze la prima notte di nozze davanti alla calda fiamma del fuoco, Tess, sollecitata amorosamente dal marito, sveli la sua esperienza di fanciulla deflorata e tradita, perché tutto cambi: Tess si sente morire sotto lo sguardo di disprezzo che Angel non sa nascondere. Ne è trafitta. Incessantemente in ginocchio gli chiede perdono, giurando di amarlo più della sua stessa vita, sperando che lui la capisca e si commuova. Nulla serve a calmare la rabbia dolorosa di Angel che l’abbandona al suo destino. Tess si ritrova nuovamente sola, in balia degli eventi. Si rimette in cammino per cercarsi un lavoro con la speranza sempre più flebile che lui possa tornare. Lasciamo la bella Tess infagottata in un vecchio grembiule marrone da contadina, immersa nelle terra a cavar rape o a svolgere i faticosi lavori della trebbiatura (con una delle prime macchine a vapore). Auguriamole in cuor nostro che le sue sofferenze possano finire e riesca a trovare la pace. Ci sarà qualcuno che si prenderà cura di lei? Ma a che prezzo?Arriverà in tempo suo marito a salvarla da un atroce sventura?
Nel seguito del racconto troveremo le risposte; per ora ci piace pensare che nel cuore di Tess batte il cuore di Thomas Hardy.

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