RISPOSTE AI LETTORI 04 (onomastica)

…a cura di Giovanni Rapelli

Etimologie

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RISPOSTE AI LETTORI 4 (Onomastica)

   NEI GIORNI SCORSI IL QUOTIDIANO DELLA NOSTRA PROVINCIA L’ARENA, HA PUBBLICATO UN DOMANDA DEL SIG. FRANCESCO MENON, IL QUALE CHIEDEVA UNA RISPOSTA DELL’ESPERTO GIOVANNI RAPELLI SUL PROBLEMA DEGLI SPOSTAMENTI DEGLI ACCENTI NELLA PRONUNCIA DEI COGNOMI VENETI. DAL MOMENTO CHE L’ARGOMENTO INTERESSA ANCHE I LETTORI DEL SITO, RIPORTIAMO QUI DI SEGUITO DOMANDA E RISPOSTA DA:
“L’ARENA DEL 27 FEBBRAIO E DEL 2 MARZO 2014”

   VENETO. L’accento dei cognomi. (da l’arena del 27 Febbraio 2014)
Mi chiamo Francesco Menón, con l’accento sulla O e quando, fuori Verona, mi chiamano Mènon, con l’accento sulla E, mi arrabbio. Purtroppo i veneti si vergognano dei loro cognomi e chiedono di arretrare i finali. L’ultimo caso è quello del ministro Padoàn, che in televisione viene chiamato Pàdoan. Ma i casi sono molti. Coìn diventa Còin, Peràro diventa Pèraro, Santòn diventa Sànton, Gambìn Gàmbin. È come se venisse ritenuto volgare un cognome tipicamente veneto. Mi piacerebbe sentire l’opinione di Gianni Rapelli, uno de più grandi studiosi di linguistica del nostro Paese, che spesso interviene nella rubrica.

Francesco Menón

Verona

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   “Cognomi: e se Catanìa fosse in Sicilìa…”. (da l’Arena del 2 marzo 2014)
Gent.mo direttore, Volentieri rispondo alla richiesta che mi fa Francesco Menon di esprimermi sulla tendenza a pronunciare i cognomi veneti con un’accentazione sbagliata (“L’Arena” del 27 febbraio). Egli lamenta l’ingiusta pronuncia del suo cognome come Mènon, quando invece dovrebbe essere Menón. E cita anche l’esempio del nuovo ministro Padoàn che la nostra ineffabile RAI ratifica in Pàdoan…

   Che dire? Anch’io sussulto quando sento la nostra TV di stato maltrattare cosÍ clamorosamente i nostri cognomi veneti. Queste pronunce assurde fanno sentire i veneti un po’ cittadini di serie B, gente che quasi per sbaglio si è trovata a essere inserita nello stato italiano. Per consolarci, però, guardiamoci attorno: come tratta la Sardegna la TV di stato? È normale sentire dall’emittente ufficiale italiana Villasìmius per il locale Villasimìus, o Pàuli-latìno per il locale Paùli-làtino, o Màcomer per il locale Macomèr, o Àrbatax per il locale Arbatàx.

   Però la televisione, purtroppo, non fa che seguire l’andazzo generale. Anche al di fuori della TV, i cognomi veneti vengono storpiati da sempre spostandone l’accento; e quando proprio gli oratori sono costretti a mantenere l’accento sulla vocale finale, allora sentiamo le amenità tipo quella del calciatore Buffón che è pronunciato Buffònne…

   Mi permetta di concludere con una battuta. Un giorno, parlando con alcune persone di questo problema, un mio interlocutore originario dell’Italia centrale mi disse che in fin dei conti l’accentazione non è poi così importante. Io gli obiettai: lei accetterebbe di sentir dire che Catanìa e Mèssina sono città della Sicilìa?

Cordiali saluti!

Giovanni Rapelli

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Risposta ai lettori 4 (Toponomastica)

   Nerea mi chiede l’etimologia di Castel d’Azzano. Naturalmente, la prima parte del nome accenna a un “castello”: si tratta della residenza quadrangolare dei Nogarola, detta “castello” per le sue dimensioni, anche se non fu mai un vero castello classico con tanto di torrioni e fossato.

   Azzano compare in documenti dei secoli dal X° all’XI° come Azano, e la sua origine etimologica è chiara: deriva da un fundus Attianus del periodo imperiale tardo, ossia «podere di un Azzio, podere “azziano”». Le località terminanti in -ano sono sempre dei prediali romani, che contrassegnavano terreni concessi gratuitamente a veterani dell’esercito, e prendevano il nome da quello del veterano proprietario.

   Tra l’altro, la gens Attia è ben documentata a Verona in epoca romana. La fonetica del nome di luogo corrisponde perfettamente all’ipotesi qui esposta: adesso si dice Assàn, ma fino al Cinquecento si pronunciava Azàn, con la zeta sorda (dura).

Giovanni Rapelli

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