Risposta ai lettori 28 (espressioni dialettali)

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Risposta ai lettori 28 (espressioni dialettali)

Mariangela mi chiede come mai si senta dire talvolta ani e nòri! nel senso di «lungo periodo di tempo»: per esempio, in frasi come ah, se te spèti de ’ndar in pension, ghe vol ani e nòri! «oh, se aspetti di andare in pensione ci vogliono anni e anni!». Abbiamo qui la corruzione di uno pseudo-latino anni annorum, dove si mette assieme casualmente il plurale latino anni (= «anni», come in italiano) e il genitivo della stessa parola annorum

Questa è un’altra delle espressioni che traggono origine dalle preghiere latine, così diffuse fino a circa cinquant’anni fa (si veda in proposito su “Il Condominio” la Risposta ai lettori n. 26). Ricordo adesso anche il refugio pecatorum, che nella parlata comune del popolo vuole significare «persona che ospita tutti, sempre pronta ad aiutare chiunque si rivolga a lei»: l’espressione deriva dal latino refugium peccatorum delle litanie in onore della Vergine, nelle quali era un elogio alla Madonna vista come un «rifugio dei peccatori» (perché accoglieva chiunque si appellasse a Lei per ottenerne misericordia).

Ma il latino sopravviveva in qualche modo anche al di fuori del mondo religioso. Per esempio, si usava un tempo definire rèpisse (o rèpize, rèpeze, rècipe, rèssipe, rècipo, a seconda delle zone) la «ricetta» del dottore, e — sempre a seconda delle zone — anche una «panacea», un «toccasana». Qui si aveva il ricordo dell’antico rècipe «ricetta medica», voce latina che propriamente significò all’inizio «ricevi! (questa prescrizione)».

Giovanni Rapelli

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