Ripubblicazione del libro – “La comedia del domila”… di Silveria Gonzato Passarelli… segnalazione a cura di Giuseppe Corrà… – 75

…a cura di Giuseppe Corrà

VERONA

In onore di Dante nel 700° anniversario della morte
Ritorna la Comedia, ma in lingua veronese

In ricordo del 700° anniversario della morte di Durante degli Alighieri, detto Dante, l’Accademia della Crusca presenterà sul proprio sito web per ogni giorno del 2021 una parola o un’espressione del sommo poeta, accompagnandole da un breve commento a dimostrazione di quanto il suo pensiero ed il suo esempio sia ancora di attualità e tanto continui ad influenzare anche il nostro parlare. Un’iniziativa questa che si svilupperà attraverso i canali social (Facebook, Twitter e Instagram) della celebre accademia fiorentina.
Sulla stessa falsa riga, anche se, lui stesso lo riconosce bene fin dall’inizio, non certamente alla stessa altezza, si propone pure Giuseppe Passarelli, divulgando di tanto in tanto a piacimento attraverso la propria pagina Facebook  qualche pezzo de “La Comedia del Domìla” di Silveria Gonzato Passarelli.
Si tratta di un’opera, pubblicata, come ricorda lo stesso titolo del libro, ancora nel 2000 da Bonaccorso editore ed oggi in ristampa con qualche aggiornamento, che usando la lingua veronese di oggi fa il verso alla “Divina Commedia” dantesca.
Una irriverenza? No di certo perché anche in questo lavoro, nato con intento didascalico, l’insegnante-scrittrice veronese visita, a sua volta, i tre regni danteschi dell’oltretomba aggiornando, però, la folla dei peccatori che abitano l’Inferno, il luogo del dolore che non ha uno scopo e delle anime che si purificano nel Purgatorio attraverso la sofferenza che le rende più belle e degne di vivere nella visione di Dio, fonte di gaudio perenne per quanti popolano il Paradiso, ultima e sublime tappa di questa straordinaria visita.
Una cosa vale la pena di sottolineare fin da subito: Gonzato non traduce in lingua veronese l’opera dantesca, come invece fa Libio Da Santa Maria nella sua “Divina Comedia de Dante Alighieri tradota en lengua veronese”, pubblicata, a cura di Renzo Piglialepre, nel 2010 dal Comune di Zevio.
Nelle sue tre cantiche, infatti, l’autrice vive un proprio viaggio nell’aldilà durante il quale incontra peccatori, penitenti e beati dei nostri giorni a sottolineare come quella “comedia”, iniziata da Dante, non finisce mai perché sulla scena si propongono sempre nuovi protagonisti degni di essere mostrati ad esempio. Ed è anche proprio questo aspetto che ci induce a riconoscere quanto Dante e i suoi personaggi rimangono immortali fin ai nostri giorni, pur sotto spoglie diverse.
In questo particolare modo il lavoro della Gonzato contribuisce a richiamare la nostra attenzione sulla vera “Divina Commedia”, su quest’opera immortale che fu, almeno in parte, scritta a Verona dove Dante era ospite dei Della Scala. E questo va ricordato.
A sua volta, però, Gonzato crea nello stesso tempo qualcosa di nuovo grazie all’autonomia della propria ispirazione e alla originalità di contenuti.
Anche per questo forse varrebbe la pena di prestare almeno un po’ della nostra attenzione a quanto Giuseppe Passarelli, marito dell’autrice, proporrà sulla propria pagina Facebook lungo tutto il 2021 ricordando che, pure lui, lo fa per contribuire, a suo modo, ad onorare il 700° anniversario della morte di Dante. Di Passarelli si può sottolineare quello che, con grande autoironia, dice di sé stesso: «Come ogni artista ha la sua musa ispiratrice, Gonzato trova in me il proprio “musso” accompagnatore».
Ed è proprio l’ironia uno dei caratteri principali che traspare dall’opera della Gonzato, cosa che risulta di grande evidenza fin dal prologo de “La comedia del Domìla”:

“In mèso a ‘na stradela che fasso da ‘na vita,
son scapussà in una vècia marmìta:
ò fato ‘n ribaltòn e ò batù el servel,
ò serà i òci e me sòn trovà in ciél.
Ma mi ero vivo, ero solo inseminio;
san Piéro el m’à vardà e el m’à mandà indrìo.
“Spèta ‘n momento che me passa la bòta!
No vedito mia che g’ò la testa rota”.
Così g’ò dito a quel santo portinàr,
ma nò ‘l capea gnénte, nò savèa cosa far.
Ma quel che comanda e che véde tuto
l’è capità lì in manco de ‘n minuto.
“Va bèn, lo so, l’è par sbàglio che ‘l se trova qua.
Ma profitémo de l’occasion che n’è capità!”.
Così l’à dito quel che i ghe ciàma el Padretèrno
e lì, su du pié, el m’à mandà a l’Inferno.
Ma quel che ‘l m’à fato no l’è stà par disprèsso,
el m’à mandà a védar cosa fa el progrèsso
e con la racomandassion de contàrghelo a tuti,
par védar se al mondo cala i farabùti”.

Di fronte a tanto esordio, a noi rimane solo di augurarci che il sommo poeta Dante non si offenda di cotanta compagnia, lui che ha avuto in Beatrice la nobilissima guida che l’ha condotto a visitare il Paradiso e a perdersi nella visione di Dio, dove, come scrive, “A l’alta fantasia qui mancò possa; / ma già volgeva il mio desio e ‘l velle, / sì come rota ch’igualmente è mossa, / l’amor che move il sole e l’altre stelle”, Paradiso, Canto XXXIII, vv. 142-145.

Giuseppe Corrà

Silveria Gonzato Passarelli

Nota biografica di Silveria Gonzato Passarelli

Silveria Gonzato Passarelli, veronese di nascita, laureata in lingue, ha lavorato fino alla pensione in qualità di insegnante di sostegno nella scuola secondaria di primo grado dell’Istituto comprensivo di San Martino Buon Albergo (Verona) portando anche in questo ambiente di vita e di educazione la propria verve e la propria capacità di sorridere sulle realtà quotidiane. È sposata ormai da tempo con Giuseppe Passarelli, oggi hanno due figli e sono nonni felici.
Silveria è pittrice, poetessa ed autrice conosciuta di commedie dialettali in versi e in prosa in cui spesso “rivisita” opere classiche come ne La comedia del domila e molte altre. Con queste sue opere, all’apparenza un po’ bizzarre e dissacratorie, Silveria è riuscita a portare all’attenzione dei ragazzi di scuola, ma non solo, il mondo della letteratura classica in maniera divertente ed accattivante favorendo anche un avvicinamento ai grandi autori classici.
Sempre in lingua veneta Silveria ha depositato alla Siae una cinquantina di commedie che vengono spesso proposte in molti teatri anche dalla compagnia “I dialettanti” messa in piedi dalla stessa autrice che in essa svolge anche il ruolo di regista.
Molte ancora sono le sue produzioni poetiche sempre in lingua veneta raccolte sotto alcuni titoli, in cui è la vita di ogni giorno a farla da protagonista in quadretti che, mentre strappano un sorriso, mai cattivo, fanno meditare sul nostro modo di essere e di agire. “Castigat ridendo mores”, direbbero di lei i latini.
Autrice inoltre di due raccolte di poesie in lingua italiana.
Proseguendo, nell’analizzare il tema della violenza, Silveria è giunta anche a trattare quella perpetrata nei confronti delle donne. Ad esse l’autrice ha dedicato tre opere per tre donne:  Isolina Canuti, Isabella Morra e Beatrice Cenci.
Tutte le opere di Silveria sono state pubblicate finora dall’editore Bonaccorso.
Un’ultima cosa rimane da dire ancora: Silveria è un’autrice poliedrica che vale proprio la pena di incontrare e di conoscere perché leggere ed amare le sue opere non è mai tempo perso. Anzi…

Giuseppe Corrà

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