Paola Mastrocola – “Facebook in the rain”

…a cura di Elisa Zoppei

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Cari Amici Lettori  propongo un romanzo semplice breve e vivace che per circostanze diverse si attaglia alle sensazioni che proviamo nel momento attuale, in cui, a causa di un micidiale nemico invisibile, dobbiamo per forza maggiore stare chiusi in casa, e vincere il senso di abbandono e di solitudine. In che modo? Mettendoci in contatto con il mondo esterno mediante TV, Facebook e Whats App. Nel romanzo Facebook in the rain, per Evandra, la protagonista, le cose sono andate diversamente, eppure, in questa storia, io ho letto comportamenti che per certi versi, in fondo in fondo, assomigliano ai nostri. Si legge d’un fiato e anche raccontando giornaliere scenette cimiteriali, l’autrice lo fa con un sorriso di ironia intelligente di tutto rispetto.

Paola Mastrocola

Paola Mastrocola è nata a Torino nel 1956, è una bella signora, moglie e madre, nel pieno della sua maturità, intraprendente e decisa. Uno spirito indipendente insomma, una donna in carriera, prima come ricercatrice universitaria poi come insegnante di lettere in un liceo scientifico, determinata a rinnovare la scuola, cambiandola dalle fondamenta per il bene dei ragazzi. È, a suo dire, una scuola che soffoca le loro energie, la loro creatività individuale. L’importante, afferma, è che il ragazzo trovi la sua vocazione, la cosa per cui è nato. Ne parla in parecchi saggi per gli insegnanti e la comunità sociale, diventati una bandiera per il rinnovamento della scuola italiana. Uno per tutti  “Togliamo il disturbo, saggio sulla libertà di non studiare” (Guanda, 2011), che con sana ironia mira ad aiutare gli studenti a seguire la loro indole e a trovare la propria strada. Lei lo ha fatto, leggendo da giovane molti libri di poesia piuttosto che manuali scolastici. E seguendo la propria inclinazione verso la poesia, fra un romanzo e l’altro, ha pubblicato anche il libro di poesie La felicità del galleggiante (Guanda, 2010).

Come scrittrice/narratrice è diventata famosa nel 1999 con il romanzo “La gallina volante” (Ed. Guanda), dove racconta le avventure caserecce di una docente di liceo (come lei appunto) che ha l’hobby di allevare galline e s’intestardisce di farne volare una, visto che ha le ali. Con l’editore Guanda continuò a pubblicare numerosi altri romanzi come “Una barca nel bosco” (Guanda, 2004, Premio Campiello), “La scuola raccontata al mio cane” (Guanda, 2008) e romanzi /favola tipo  “Che animale sei? ”(2005) e “E se covano i lupi” (2008); “L’esercito delle cose inutili” (Einaudi 2015); “L’anno che non caddero le foglie” (Guanda 2016). Nel 2018 arriva nelle librerie, edito sempre da Guanda, il suo romanzo ”Leone”, storia di un bambino che invece di giocare  prega. È il suo modo di esprimersi con quella spontaneità e innocenza propria dei bambini che incanta e conquista piccoli e grandi. E li rende più buoni.

Facebook in the rain (Ugo Guanda, Bergamo, 2012)

È uno dei suoi romanzi più brevi, più realistici e fantasiosi insieme, in quanto coniuga, in modo divertente e originale, uno del fenomeni più diffusi e contagiosi del nostro tempo, chattare in Facebook, con il bisogno di incontrare, comunicare e sognare. Facebook è platealmente la Piazza Grande di ogni grande e piccolo Paese. Ci si può incontrare e interloquire senza uscire di casa, proprio come noi in questi giorni, chiusi fra quattro pareti, possiamo chattare esprimere le nostre opinioni, sentirci in compagnia con il prossimo. Evandra, vicina alla cinquantina, tranquilla casalinga, di un piccolo paese addossato agli Appennini, è felicemente sposata con Aurelio, titolare di una tipografia, e ha una figlia già grande via di casa per l’Università. Le sue giornate scorrono serene a fianco del marito amabile e premuroso, un uomo a posto senza grilli per la testa. Lei cucina i suoi piatti preferiti e lui non lesina a mostrarle la sua riconoscenza: le regala un mazzo di garofani screziati a ogni compleanno, la porta fuori a cena, fanno belle passeggiate insieme sul far del tramonto, vanno al cinema, se la raccontano sul divano. Proprio una bella vita di coppia consolidata negli anni, finché un giorno qualsiasi, né brutto né bello, all’improvviso lui muore lasciandola sola, vedova inconsolabile. Piano piano, Evandra riesce a riprendersi e l’unico modo di sentirsi viva  è andare a trovarlo al cimitero, sedersi davanti al suo loculo, sistemargli i fiori, naturalmente garofani screziati sempre freschi, tener viva la fiammella della lampada, lucidare il marmo, baciare la foto. È il suo unico sollievo, la sua unica consolazione. Fa anche combriccola con altre vedove, se la passano via scambiandosi carinerie, dolcetti, the, caffè, portati da casa… Però solo quando fa bel tempo. Quando comincia a piovere davvero, continuamente per giorni e giorni, entra in scena l’amica Rosalena impiegata in un centro vendita di tovaglie, donna emancipata, con legami non impegnativi, padrona della propria vita. Alla domanda di Evandra, cosa posso fare quando piove? Le risponde di botto vai su Facebook. Per Evandra è una proposta più sovversiva che dirle, va sulla luna, ma sorprendentemente (anche per noi lettori), accetta. Ci va, aiutata da un collega di lavoro di Rosalena. Costui, alto, distinto, allampanato si chiama Gesualdo, Gesu per la madre Baldo per gli amici. Lavora per non annoiarsi, perché è di famiglia altolocata, discendente da un antico ramo di nobiltà. Silenzioso e competente si mette tutte le sere accanto a lei e la inizia ai misteri del Pc, introducendola alle meravigliose scoperte del mondo di Facebook. Davanti a Evandra si apre un universo tutto da scoprire, tutto da godere: mettere la foto, scrivere il proprio profilo, postare messaggi, rispondere continuamente a nuove richieste di amicizia, ritrovare compagni di scuola smarriti nel tempo. E al cimitero ci va ancora? Si, sempre meno però e solo se fa bel tempo. Ma anche se splende il sole spesso ormai trascura il suo Aurelio per chattare in Facebook. Solo la pioggia le mette in pace la coscienza. È così bello starsene in casa davanti a quel portale luminoso così prolifico di novità!… Dopo qualche insistenza, accetta di incontrarsi fuori con qualche chattante con cui ha stretto un rapporto confidenziale. Ma quale delusione! Visti nella loro realtà, quegli amici perdono uno dopo l’altro quell’alone idealizzato che s’era fatta e c’aveva pure ricamato sopra qualche sogno. Diventa brava, fa tutto da sola, non ha neanche più bisogno di aiuto. Il povero Baldo che, sera dopo sera, s’è presa una bella cotta, si ritira in sordina con il cuore trafitto senza  trovare il coraggio di dichiararsi. Resta proprio sola, rintanata in casa, e siccome non piove quanto vorrebbe, sta di un male tremendo, cade in depressione. E ora cosa succederà?

Verrà la pioggia a farla star bene? A farla sentire a posto con se stessa e con il mondo virtuale di Facebook? Io dico di sì, perché ho letto il romanzo. Ma a voi voglio riservare la sorpresa di scoprire in che modo è arrivata la pioggia a picchiare sui vetri della sua casa e per quanto tempo è durata e come va a finire la storia.

Buona lettura
Vs Elisa

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