Liquore digestivo di giuggiole

 

…a cura di Anna Maria Matilde Filippozzi

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*Tutto ciò che viene dalla mia cucina è cresciuto nel cuore*
(Paul Eluard)
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Presentazione:

La giuggiola è il piccolo frutto dolce prodotto dal giuggiolo, albero originario delle regioni asiatiche.
Le giuggiole si consumano fresche o essiccate e la medicina tradizionale attribuisce a questi frutti innumerevoli proprietà e benefici per la salute.

Le giuggiole fresche hanno un profilo nutrizionale simile a quello dei fichi e dei datteri: oltre a essere ricche di zuccheri, rappresentano una fonte di vitamina C, pro vitamina A e vitamine del gruppo B.

Liquore digestivo di giuggiole
“Andare in brodo di giuggiole”

Oggi vi propongo una ricetta piuttosto insolita, anche se spesso nominata.
Il “brodo di giuggiole”, è in realtà un liquore, che si può fare con questi frutti appunto, simili a delle pere molto piccole. E’ una pianta che troviamo soprattutto nella zona del Veneto, può raggiungere i sette metri d’altezza e i suoi frutti arrivano in giugno. Ad Arquà Petrarca, paese sui Colli Euganei, la diffusione dell’albero delle giuggiole è ancora molto comune, tanto che le prime due domeniche di ottobre si celebra da oltre 30 anni la ‘Festa delle giuggiole‘.  

 Brodo di giuggiole nella storia

Abbiamo visto che il brodo di giuggiole è una sorta di sciroppo, un digestivo che affonda le proprie radici nell’antichità. Già dai tempi più antichi, infatti, era abitudine prepararlo per darlo come omaggio ad ospiti “importanti”.
Si narra che il termine derivi dalla particolarità dei frutti di essere gli ultimi di stagione a maturare e ad essere invasati.
Attualmente, il liquore a base di giuggiole viene preparato solamente a scopo digestivo, oltre che per “addolcire il palato” di chi lo degusta. Non a caso, l’espressione “andare in brodo di giuggiole” è sinonimo di “andare in estasi”, “essere felici”, “gongolare di gioia”.

 Curiosità:
Ulisse e il brodo di giuggiole
L’antico liquore  ha una storia persino epica
La storia delle giuggiole va ben oltre quella contemporanea. Si narra infatti nell’Odissea che Ulisse e i suoi uomini nel loro peregrinare in mare approdarono dopo una tempesta all’isola dei Lotofagi. Questo popolo accolse i navigatori offrendo loro il dolce frutto del ‘loto’, un alimento magico che fece perdere loro la memoria. Ulisse fu così costretto a caricare a forza il suo equipaggio sulla nave per evitare che dimenticasse definitivamente l’amata patria, oltre a mogli e figli. In molti identificano il frutto magico del loto con quello del giuggiolo, proprio perché dalle giuggiole si ricava la famosa bevanda alcolica. Nessuna magia quindi, gli uomini di Ulisse probabilmente erano solo un po’ brilli.
 Come si prepara:

La ricetta originale del liquore che si può degustare oggi, di colore rosso, con un gusto pieno e amabile e a bassa gradazione alcolica, è “segreta” e ne esistono numerose varianti casalinghe, ma di sicuro si ottiene a partire dall’infusione naturale delle giuggiole.

 Ingredienti:
200 gr di giuggiole ben lavate e mature
mezzo litro di alcool 95°
la scorza di mezzo limone non trattato
la scorza di mezza arancia non trattata
600 ml di acqua naturale
350 gr di zucchero

 Preparazione:

Lavare bene i frutti, lasciandoli interi oppure tagliandoli a pezzetti. Metterli in un capiente vaso a chiusura ermetica, poi aggiungere le scorze di limone e arancia, facendo attenzione di non tagliare la parte bianca che renderebbe amaro il nostro liquore. Aggiungete l’alcool e lasciate macerare per una ventina di giorni, approfittando delle giornate soleggiate per esporre il vaso in pieno sole. Trascorso questo tempo, preparare lo sciroppo, con acqua e zucchero. Fate scaldare l’acqua con lo zucchero, fino a che non sarà completamente sciolto, quindi togliete dal fuoco e lasciate raffreddare. Quando sarà tiepido, unite le giuggiole e l’alcool e poi lasciate macerare ancora una notte. Il giorno seguente filtrate, imbottigliate e riponete le bottiglie in luogo fresco e possibilmente al buio per qualche mese. 

Servire il liquore di giuggiole freddo come digestivo a fine pasto.

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