L’Alpino: “La testimonianza di uno scrittore” – 4

…a cura di Ilario Péraro

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La testimonianza di uno scrittore

   Questa pagina è tratta dal diario dello scrittore Carlo Emilio Gadda, ufficiale degli alpini nell’esercito italiano. Il testo fu pubblicato per la prima volta nel 1955.

 21 luglio 1916

   Continuano lievi crisi d’animo, alternate di noia e di paralisi: la cui ragione determinante è l’ozio assoluto, nei riguardi militari, che prostra il corpo e lo spirito. Aggrappati al pendio, in tane semisotterranee, i miei soldati passano il loro tempo sul suolo, come porci in letargo: dimagrano per questa vita orizzontale e si infiacchiscono. Io cerco di leggere, di scrivere: di muovermi, facendo dei passeggini di ricognizione; ma sono pur sempre legato al mio buco, pieno di roba in cui l’ordine è quasi impossibile, e sgocciolante nelle giornate di pioggia. […]

   Le sgocciolature di stanotte nell’interno del mio baracchino mi hanno demolito quel residuo di forza volitiva che mi rimaneva. Io che mi sono immerso con gioia nelle bufere di neve sull’Adamello, perché esse bufere erano nell’ordine naturale delle cose e io in loro ero al mio posto, io sono atterrito al pensiero che il soffitto del mio abituro sgocciola sulle mie gambe: perché quella porca ruffiana acqua lì è fuor di luogo, non dovrebbe esserci: perché lo scopo del baracchino è appunto quello di ripararmi dalle fucilate e dalla pioggia. Sicché, per non morir nevrastenico, mi dò all’apatia. Tuttavia, nonostante questo spegnimento delle mie velleità d’azione nella santa guerra, e questa paralisi, cerco di far qualche cosa. Vorrei studiare il tedesco: ma da Torino ho mandato a casa i libri: appena potrò ne coTestimonianza di Gadda lo scrittoremprerò a Vicenza. Mi metto ora ad abbozzare una specie di romanzo, dove vorrei fermare alcune visioni antiche del mio animo: ma non ne farò nulla. Scrivo lettere e bestemmio le mosche, altra fra le più puttane troie scrofe merdose porche ladre e boje forme del creato. 

 

C.E. Gadda, Giornale di guerra e di prigionia, Einaudi, Torino 1980,

 

Ilario Péraro

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