L’Alpino: “Emozionanti lettere dal fronte”… – 15

…a cura di Ilario Péraro

Alpini 2

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Emozionanti lettere dal fronte

Caporal maggiore Fausto Frascoli di Pallanza (Verbania), anni ventidue, appartenente alla 24° Compagnia del 4° Alpini. Di lui sono note alcune lettere, e con esse ricostruiamo la sua breve guerra, solo venti giorni.

«9 giugno 1915
Carissimi genitori,
qui [alle pendici del Monte Nero], si vive bene, se si pensa di essere in guerra. L’allegria non manca mai a nessuno, benché siamo di fronte al nemico, si parla e si scherza e si ride, pare di trovarsi al campo estivo».

La principale preoccupazione del soldato, ampiamente diffusa tra i commilitoni, è la volontà di rassicurare i propri cari.

«12 giugno 1915
Carissimi genitori, di già che sono un po’ tranquillo e che il nemico non mi dà noia voglio descrivervi un po’ come e pressappoco dove mi trovo. Davanti a me si estende un’infinità di montagna […]. Mi trovo proprio sotto alle alte punte del famoso Monte Nero di cui avreste già letto sul giornale i grandi combattimenti. Ora non potendo pigliarlo di fronte altre truppe lo stanno aggirando, e si avanzano velocemente malgrado un’accanita resistenza che questi mamalucchi ci oppongono dalla cima trasformata tutta in una sola trincea. […] Non sembra, al presente di essere in guerra, pare un campo estivo, ma verrà poi il seguito anche per noi. Ma per intanto vadi pure così».

Anche in questa lettera si rassicura, tuttavia si paventa il possibile difficile futuro.

«28 giugno 1915
Carissimi genitori,
qui d’innanzi la valle è magnifica, bellissimi sono i pascoli, molto migliori dei nostri, [ma tutto] è silenzio soltanto il cannone tuona. I proiettili sibilano sopra la mia testa, e dopo un breve istante si vede una colonna di fumo seguito subito dal formidabile rombo. […]. A giorni forse daremo l’assalto a detta collina, magari domani, fortunati quelli che possono arrivare lassù sani e salvi».

Questa volta Frascoli è esplicito nel dichiarare quanto sta per succedere.
Scrive allora un’ennesima lettera: la grafia è instabile rispetto al tratto preciso delle precedenti, forse perché stesa all’ultimo momento su di un malfermo piano d’appoggio.

«1 luglio 1915
Carissimi Genitori,
state allegri stassera parto per dare al nemico la prova del nostro valore alpino. […]
Mamma, se morirò non piangere, tante altre madri in questo momento piangono i loro cari figli caduti per la patria. Vattene fiera e altera nel tuo dolore di aver dato l’unico tuo figlio alla patria. Se invece tutto mi andrà bene ti scriverò appena potrò. […]
Papà, tu sei un uomo, hai più esperienza di me, comprenderai tu al pari mio cosa voglia dire guerra. Parto stassera sono di 1^ linea, sarò fra i primi. Non ho paura, no, la immagine tua unita a quella della mia mamma mi servirà di guida e di coraggio. Sta bene. Vincerò. Se non ne uscirò illeso da questo combattimento, sii sempre di conforto alla mamma, consolala sempre e abbine cura, a tè l’affido […]».

Seguono, infine, i saluti agli amici di Pallanza: «State allegri», riesce a scrivere: pensieri, le emozioni e le paure dei giovani soldati. Fausto Frascoli presume di non farcela, in effetti morirà due giorni dopo, il 3 luglio 1915, non sappiamo se a causa di ferite riportate durante l’assalto del primo luglio o successivamente.

Ilario Péraro

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