Volpato Giancarlo – “La casa illuminata e altri racconti inediti di Sandro Baganzani”

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…a cura di Elisa Zoppei

 

 

Chi è Giancarlo Volpato
Giancarlo Volpato 2I tratti accademici della figura del prof. Giancarlo Volpato sono pubblicati in questa rivista nella sezione da lui curata dedicata ai Profili veronesi. Essi ci informano che ha diretto per anni la Biblioteca Centralizzata “A. Frinzi” dell’ateneo veronese e che, oltre a insegnare all’Università di Verona Bibliografia e Biblioteconomia, Storia della stampa e dell’editoria, è un eclettico appassionato studioso che spicca a livello nazionale e internazionale nel campo delle pubblicazioni sia di carattere scientifico che monografico.
Le sue lezioni come le conferenze suscitano sempre l’interesse e l’ammirazione del pubblico perché s’ impara molto da lui anche solo ascoltandolo: è un oratore dalla parola piena che avvince e convince. È da apprezzare anche come scrittore per la straordinaria capacità di usare le parole più giuste e più appropriate nell’ argomentare una tesi corredandola di una ricca documentazione di note, memore eco di una cultura profonda e viva. Non solo. Nello stendere una biografia, circostanziando di fatti e vicende la vita del personaggio prescelto, usa un accattivante ritmo narrativo, mettendo in luce anche quei particolari che agli occhi dei più parrebbero di poca importanza e che invece corroborano ogni personaggio, anche modesto, di vitalità, rendendolo unico, vicino, fatto di carne e spirito.
E “last but not least”, da quel “forte” lettore che è, sa davvero leggere fino in fondo le parole degli altri, che siano di prosa o di poesia, sa capirne i significati riposti, sa restituirle ai lettori rivestite di responsabilità, con il peso dei suoi giudizi critici e di valore. Le sue accurate prefazioni aumentano il valore e il prestigio delle opere di prosa o poesia affidategli.
Chi lo conosce lo considera un uomo solennemente integro che ama le cose che fa, che non disdegna di dare una mano in casa, di dedicarsi ai lavori campestri quando serve, che si intrattiene con i grandi e con i piccoli con lo stesso medesimo riguardo, che fa attenzione alle piccole grandi cose con lo stesso occhio severo e gioviale insieme, che è sincero fino in fondo, soprattutto nei rapporti amicali. Si è occupato e si occupa di molte iniziative socio culturali, apportando il suo sollecito contributo in tutto quello che fa. Per dirla con parole mie: ovunque mette “le mani” lo fa brillantemente con grande impegno e serietà.
Ha tempo per tutto. Ha interesse per tutto: dai libri alla musica, dal teatro al cinema, e gli piace anche prendere parte alle allegre brigate.
Gli sono grata perché fra tanti suoi oneri ha sostenuto sempre ogni mia iniziativa nel campo della promozione della lettura, prestando volentieri il suo appoggio sia a presentare libri e autori, che a leggere insieme, come a dirigere i numerosi convegni universitari, o corsi di formazione mirati a far crescere l’interesse per i libri e la lettura. Grazie professore.

 

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La Casa illuminataSandro Baganzani“La casa illuminata e altri racconti inediti di Sandro Baganzani” di Giancarlo Volpato (Ed. Università di Verona, Stampa: Tipolitografia La Grafica, Vago di Lavagno, Verona 2011)

È proprio il caso di parlare del grande ritorno dalle terre dimenticate dell’aldilà del nostro compaesano Sandro Baganzani (1889-1950), professore, poeta, giornalista, uomo politico e ospite illustre dei salotti intellettuali veronesi tra i famosi ruggenti anni Venti e i successivi turbolenti anni Trenta. Questa raccolta di racconti, salvaguardati dagli scempi della guerra dalla moglie Wanda Poli, fedele custode del focolare letterario del marito, rimasti per decenni relegati in una soffitta lontano da casa, dimenticati in un baule dentro una cartellina azzurra, sfuggiti miracolosamente a un dilagante incendio, è da poco uscita alla luce delle stampe per opera di Giancarlo Volpato, che, con il titolo La casa illuminata, restituisce il legittimo autore al mondo dei lettori con tutta la fragranza della scoperta e della novità.
I 19 racconti vengono presentati su un vassoio d’argento da una sostanziosa prefazione del curatore, che affresca la vita dell’autore, dalla nascita alla morte, passando attraverso la giovinezza dedita agli studi all’università di Bologna dove insegnava il poeta Giovanni Pascoli, toccando con accenti commossi i drammi della guerra e la perdita di due figlioletti ancora piccini. Non mancano i riferimenti al peregrinare professionale come insegnante e preside di licei e alla carriera politico amministrativa come assessore. Volpato convoglia quindi il suo interesse sui racconti, ipotizzandone la stesura nell’arco temporale degli anni trenta, rilevando un modo arguto, di scrivere a volte pungente e sottile, mai ricercato ma efficace e spesso tagliente, che apparteneva a quell’epoca in cui, più di altre, si doveva scrivere rispettando un’arte governata da solidi canoni di correttezza, eleganza e precisione. L’impiego di alcuni termini ormai in disuso, osserva ancora Volpato, alcune vedute paesaggistiche scomparse da tempo, gli stessi nomi antiquati dei personaggi, ci rimandano indietro di ottant’anni al tempo delle Mariette e dei Gigetti, che cantavano per le strade o nelle osterie e la domenica giocavano alle bocce. Si evince che Baganzani amava i luoghi agresti dove la vita scorreva semplice e modesta, così, quando poteva si concedeva qualche momento di tranquillità sostando nella casa di campagna dei genitori, (in quel di Turano, ameno borgo del Lavagnese), e qui la sua anima tormentata e inquieta trovava un po’ di pace. Si può pensare che in questo silenzio immerso nel verde il poeta, si cimentasse in nuove sfide provandosi come narratore in prosa. Contestualizzati con pennellate felici, a uno sguardo attento e critico i racconti rivelano una variegata scelta di moduli narrativi, di volta in volta strutturati anche nell’ipostazione grafica in maniera diversa, come se ci fosse una ricerca matura di costrutti stilistici, che nulla lascia all’improvvisazione o al fremito dell’ispirazione. Sotto la luce dell’analisi ampia e puntuale di Giancarlo Volpato, si coglie che il genere della novella gli si confà appieno perché più larga, più libera, più scorrevole del genere poetico, e si è tentati di pensare che per lui i racconti fossero “prove d’autore” che gli servivano non solo per raccontare i piccoli grandi temi dell’esistenza: l’amore, la morte, la vita dei semplici, i ricordi di guerra, ma anche per mettere alla prova il suo talento narratorio. Un coro unanime si alza da chi i racconti li ha letti, e sostiene che in Baganzani oltre alla vena del narratore sciolto e garbato c’è quella del pittore che ravviva le scene e gli sfondi delle storie raccontate mostrandole agli occhi della mente. E questa è un’arte che molti scrittori contemporanei vanno perdendo ingarbugliandosi nei meandri di parole che stanno ad altre parole trascurando le cose da far vedere, da far sentire, da far toccare. Concludo invitando quanti non l’hanno ancora fatto di regalarsi qualche ora di piacevole intensa lettura dei racconti di La Casa illuminata: faranno un tuffo rigenerante in acque mosse da onde increspate ma limpide e trasparenti, col piacere di lasciarsi cullare da esse.

Così scrive Volpato “In ognuno dei suoi racconti sembra aleggiare il ritmo di certe pastorali lente e dolenti, alternate da alcuni tumulti dove il tessuto delle voci –ch’egli guarda con occhio un poco ironico –appare quello casalingo; esse le voci si aprono al sole dei campi o si nascondono nel grigiore della notte: ma sempre sono l’eco di vite fatte di battiti in sordina, pieni di pastosità affettuosa raccolta nella vicenda della giornata trascorsa”.

 

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