Etimologia 35 (espressioni dialettali)

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Etimologia 35 (espressioni dialettali)

Nel corso di una piccola conferenza (in cui trattavo di coloro che abitarono la nostra zona prima dell’arrivo dei Romani), saltò fuori una domanda di grande interesse. Un paio di persone del pubblico mi chiesero se Reti ed Euganei avessero lasciato una qualche eredità delle loro lingue nel dialetto veronese, se noi ricercatori avessimo potuto rintracciare qualche vestigio di parola retica o addirittura euganea.

Mi è sempre parso impossibile che una lingua scomparisse del tutto: qualcosa doveva essere rimasto, e stava a noi linguisti scoprirlo. Risultato: dopo anni di ricerche, penso di poter affermare con sicurezza che almeno due termini veronesi ci sono giunti dai popoli pre-romani della nostra zona. Si tratta di prògno «torrente asciutto per buona parte dell’anno» e scaranto «grosso macigno». Il primo è un notissimo vocabolo; il secondo era presente nella Lessinia, ma al giorno d’oggi sopravvive soltanto quale toponimo, nella forma Squaranto (alterata per influsso del numerale quaranta).

Per prògno, va notato — fatto di grande importanza ai fini della storia della parola — che fino all’inizio del Novecento aveva la pronuncia prógno, ossia con la -ó- chiusa. Ciò esclude l’etimologia che si dava tempo fa dal latino pronus «inclinato, curvo», già assurda di per sé. Per contro, la resa -ó- da una precedente -u- è confermata p. es. dalle voci veronesi cópo «tegola» < lat. cupa, óndese «undici» < lat. undecim, spórco < lat. *spuricus, ecc. In ultima analisi, prógno risale a un retico *perùneu «sassoso», e scaranto deriva da un retico *skarant «grosso macigno». Sottolineo ancora una volta che i Reti erano per lo più Etruschi arcaici, emigrati al Nord già all’inizio della loro storia.

Giovanni Rapelli

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