Gallina Emilio

…a cura di Graziano M. CobelliPoesia

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Chi è Emilio Gallina,

E’ nato a Treviso nel 1934 dove risiede. Libraio, promotore editoriale scolastico dal 1961 al 1998. Verso la metà degli anni 70 ha iniziato scrivere versi in lingua e nella parlata trevigiana, che parla e ama da sempre. Fa parte del Circolo dei poeti dialettali trevigiani “Amissi de la Poesia”. della Società Iconografica Trivigiana e di altri movimenti culturali locali coi i quali collabora attivamente.
Nel 1998 dopo l’interessante evento che lo ha visto protagonista presso Fondazione Villa Benzi Zecchini di Caerano di San Marco (TV), pubblica “Galaverna”,una raccolta di poesie in lingua. Nel 2000 dà alle stampe “Canpane par dó”, la prima silloge in vernacolo urbano di Treviso (Un canto d’amore per Ketty com’è stato definito). Nel 2002 segue“’A me tèra, ’a me zénte”, nel 2004, “Scondicùco” e nel 2010 “Me pareva ’pena jèri” terzasilloge dialettale che chiude un ideale trittico poetico dedicato alla terra trevigiana e alla sua gente. Nel 2008 segue la raccolta in lingua “Questo resto di giorno” e Nonni, silloge poetica dedicata ai nipoti. Sue poesie in lingua e in dialetto sono presenti in antologie e riviste nazionali, hanno conseguito numerosi premi e ambiti riconoscimenti in ambito locale, regionale e nazionale. Fa parte di giurie di premi letterari, ha recensito e presentato diversi autori e condotto vari incontri letterari. E’ stato ospite di biblioteche e circoli culturali diversi e di altri eventi di poesia.

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 Drio de l’aqua
        (nel ricordo de tanti amissi poeti)

NOTA: *primi versi di una poesia del poeta trevigiano
Andrea Cason prematuramente scomparso.

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“Drio de l’aqua
nuvoe e pensieri” *
che a pian va, va…
E drio la mente
va i amìssi che sbrissa zó
dala spónda dei giorni
in tel mar dei ricordi.

Drio de l’aqua va
i parché che no’ ga senso,
i parché che no’ ga risposta
e dolór e làgreme;
làgreme sangiutàe
e paròe, paròe…

Paròe, che vorìa fermarle,
paròe che vorìa sugàrle
paròe che vorìa,
che vorìa…
ma che no’ pol inpinìr el vòdo
de chi xe ’ndà drio de l’aqua.

Drio de l’aqua
va i ricordi dei amìssi
e drio el ténpo
va chi resta a penàr,
chi resta a vardàr e scoltàr
la vóse de l’aqua
che a pian va,
va, va zo
portando i amissi
verso l’eternità.

 

LUNGO L’ACQUA  (nel ricordo di tanti amici poeti): “Lungo l’acqua/nuvole e pensieri”/che lentamente vanno, vanno…//E lungo la mente/vanno gli amici che scivolano/dalla sponda dei giorni/nel mare dei ricordi.//Lungo l’acqua vanno/i perché che non hanno senso,/i perché che non hanno risposta/e dolore e lacrime;/lacrime singhiozzate/e parole, parole…//Parole che vorrebbero fermarle,/parole che vorrebbero asciugarle,/parole che vorrebbero,/che vorrebbero…/ma che non possono colmare il vuoto/di chi è andato lungo l’acqua.//Lungo l’acqua/vanno i ricordi degli amici/e lungo il tempo/va chi resta a penare,/chi resta a guardare ed ascoltare/la voce dell’acqua/che lenta va,/va, va giù/portanto gli amici/verso l’eternità.

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Lunario

Ha giorni di erbe amare
il lunario,
di selvatico miele,
fragranza di pesca
e di frutti di bosco.

Ha falci di luna,
il lunario,
mietono giorni
e la fanno nuova o piena,
maturano stagioni.

Il lunario
ha segni segreti
per campi e orti.
L’esperto occhio legge,
sa e provvede
nell’esatto tempo
a semine, cove
e raccolti.

Nel mio lunario,
un rosario di lune
e di giorni.
Uno ad uno
li reciterò
come mi sarà dato.

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