Buscemi Corrado – “Il caso De Maj”

…a cura di Elisa Zoppei

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Amici carissimi diamo il benvenuto all’Autunno con un nuovo libro, Il Caso De Maj. Una riscoperta letteraria, uscito recentemente alle stampe per la CIERRE Edizioni e battezzato domenica 25 settembre u.s., nella straordinaria cornice teatrale all’aperto della villa dagli amici Paola e Adolfo Nicolis, in presenza dell’autore, il medico oculista Corrado Buscemi, fra canti dal passato nostalgico e letture di pagine scelte. Un pubblico affascinato lo ha accolto con applausi entusiasti. E c’ero anch’io, immersa nell’ascolto di una storia che ha del miracoloso, e con gli occhi persi nello stupefacente panorama del tramonto che dalle scalinate di pietra del teatro digradava con colori da fiaba fino alla valle. Sono quindi felice di proporre questo libro anche alla vostra attenzione augurandovi BUONA LETTURA.
vs. Elisa Zoppei

Buscemi Corrado

Corrado Buscemi, medico oculista, lavora a Verona e a San Bonifacio (VR), dove risiede. Appassionato di storia, ha pubblicato un saggio storico “La contessa di San Bonifacio. Cunizza degli Ezzelini, nella storia, nella leggenda, nella letteratura” (2000) e “Lodovico di San Bonifacio, l’ultimo castellano”, (2006). Ha esordito nella narrativa con un giallo a contenuto storico “Il sigillo del Palladio” (Cierre Grafica, 2008) ambientato nella città di Vicenza, seguito da “Il giardino del Buddha di pietra” (Cierre Grafica, 2013) che ne è la continuazione, però ambientato nella nostra città di Verona. Qui lo incontriamo come l’autore del libro che desidero condividere con voi: “Il caso De Maj” (Cierre Edizioni, 2016) che già nel titolo si connota come un racconto sviluppato seguendo la metodologia narrativa dei precedenti romanzi gialli.

Non avendo a disposizione altre notizie biografiche, ho chiesto all’autore di parlarmi di sé, di raccontarmi qualcosa della sua vita di uomo, di studioso e di scrittore. E amabilmente, come è amabile ogni tratto della sua persona, mi ha risposto e dato il permesso di avvalermene per  stendere più dettagliatamente la sua minibiografia.

Corrado Buscemi è nato ad Avola (Siracusa) nel 1940, nella bella casa del primo novecento di stile borghese dei nonni materni, situata vicino al centro storico della cittadina affacciata sulle coste del mar Ionio. Questa fu ricostruita nella caratteristica pianta esagonale dall’architetto gesuita Frà Angelo Italia, dopo essere stata spazzata via insieme a tante altre, da un violento terremoto nel gennaio del 1693. Ancora bambino cominciò a viaggiare presto facendo la spola fra nord e sud. A soli sei mesi fu portato dai genitori in provincia di Udine, dove il padre era segretario comunale, poi nel 1945, finita la seconda guerra mondiale, il padre fu trasferito a Siracusa dove Corrado trascorse serenamente l’infanzia e l’adolescenza conseguendo a 18 anni la maturità classica presso il prestigioso Liceo Classico Statale intitolato al conte Tommaso Gargallo, grande letterato, poeta e grecista siracusano del settecento. Nella pentapoli siciliana cantata dai poeti Pindaro e Teocrito, ha imparato ad amare le cose belle e soprattutto il teatro. Durante gli  anni di liceo, nel Teatro Greco ha potuto assistere a rappresentazioni classiche, con grandissimi attori come Vittorio Gassman, Lilla Brignone, Elena Zareschi, Annibale Ninchi, Salvo Randone, Alberto Lupo ed altri ancora.

Lasciò la Sicilia nel 1958 per frequentare l’Università di Parma, dove a 24 anni si laureò in Medicina e Chirurgia. Specializzatosi in Oculistica, iniziò a lavorare a San Bonifacio (VR) dove conobbe Mina e convolarono a felici nozze allietate dall’arrivo di due splendidi figli. Mina lo ha sempre affiancato nel suo lavoro come segretaria. “Io – confessa lui –  senza di lei non sarei quello che sono, cioè un marito contento, un professionista appagato dalla sua attività, un padre felice ed un nonno di quattro nipoti”. Vive e lavora a San Bonifacio da 51 anni.  È nota in tutto il territorio la sua bravura di medico oculista, ma ritiene che sarebbe stato anche un buon insegnante di latino e greco. A 38 anni nel 1978 è entrato nel Lions Club San Bonifacio- Soave, ne è stato Presidente due volte. Per l’anno sociale 2004-2005 è stato eletto Governatore Distrettuale del Distretto 108 TA1, che comprende le province di Bolzano, Trento, Verona e Vicenza, con 52 Club e circa 2000 soci.
Ama moltissimo il Veneto, con le sue bellezze naturali, la sua cultura, la sua civiltà, la sua grande storia, ma, almeno una volta l’anno, vinto dalla nostalgia, torna ad Avola, nella sua casa natale, per riimmergersi nel suo azzurro mare Ionio, nel “caldo secco” delle sue estati, nei profumi e nei sapori di Sicilia.
Ma, dopo qualche giorno, gli prende un’ansia, una voglia di rivedere le verdi colline veronesi, e torno a casa, a San Bonifacio, sua patria di elezione.
Data la sua vasta cultura eclettica spazia con disinvoltura e competenza nel campo della storia, dell’arte e della letteratura italiana, ma è anche appassionato di musica e di teatro e ama molto la lettura. L’altra sua grande passione? Scrivere.

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Il caso De Maj è una straordinaria ricostruzione della vita di Agnese Miglio nata a San Bonifacio nel 1879, affermatasi come feconda scrittrice di racconti novelle e romanzi di successo nella prima metà del Novecento. Sarebbe completamente finita nel dimenticatoio del tempo dove è rimasta sepolta da quasi settant’anni, se non fosse stato per lo spirito investigativo e un particolare fiuto da segugio del giallo del nostro bravo Corrado Buscemi,  che per un fortuito caso della sorte si mise sulle sue tracce e attraverso 10 anni di ricerche anche rocambolesche, fra archivi, servizi demografici comunali, biblioteche, mercatini dei libri usati e quant’altro, è arrivato a tirala fuori dalle ceneri dell’oblio. In questo libro l’autore ci racconta con dovizia di particolari e facendo luce su ogni scoperta, del suo lungo viaggio fra le carte, alla ricerca di dare un volto, una identità e una storia a una donna sepolta e dimenticata nel lontano passato, a una donna che a suo tempo era stata sulla breccia del successo come scrittrice ottenendo riconoscimenti di critica e di pubblico e premi prestigiosi. Ma nonostante l’impegno certosino e meticoloso da ricercatore agguerrito, il reperimento di documenti attestanti il passaggio di questa donna sulla terra, si è rivelato difficoltoso e non sempre fruttuoso.
Da dove allora il nostro autore ha tratto le notizie utili a ricomporre il ritratto di Agnese Miglio in arte Bianca De Maj? Rispondere a questa domanda significa, sotto l’accurata guida dell’autore, sbrogliare una matassa di indizi multiformi, indagati, cercati e trovati soprattutto tra le pagine dei 14 romanzi pubblicati dalla scrittrice nell’arco di tempo che va dal primo “Signorine di studio”, del 1917, all’ultimo “La sposa felice” del 1951. Con una pazienza tenace e un felice acume intuitivo il nostro Buscemi entrando nelle storie che Agnese/Bianca aveva scritto, ha riconosciuto nei vari romanzi inequivocabili suoi tratti autobiografici. Ciò vale a confermare quel che si dice spesso, che gli scrittori per quanti romanzi scrivano in ognuno di essi parlano sempre di se stessi. Ad ogni modo ce l’ha fatta a mettere in fila uno dopo l’altro i pezzi della storia personale di lei sia in seno alla famiglia, come nel contesto sociale e letterario dell’epoca e a suon di ipotesi, congetture, supposizioni e confronti, l’ha ricomposta restituendola al presente. Oggi Bianca de Maj è tornata a vivere in mezzo a noi, riconosciuta e valorizzata per il suo talento narrativo, pronta a ricevere ideali encomi da noi lettori e lettrici, grazie alla storia romanzata che uno scrittore di oggi dotato di attenta sensitività, le ha costruito intorno. La sua opera narrativa è anche particolarmente importante dal nostro punto di vista per le molte pennellate poetiche con cui lei descrive certi scorci della nostra città e luoghi del territorio veronese che oggi hanno cambiato completamente volto, facendoceli  ritrovare nella loro originale patina antica attraverso una nostalgica fotografia fatta di parole.

Grazie Corrado da parte di tante donne ancora sconosciute che aspettano qualcuno come te che le faccia rivivere per noi. Grazie davvero per aver riportato nella parte finale del tuo lavoro le autentiche pagine di tanti romanzi e racconti di Bianca, i quali pur essendo introvabili, fanno ora parte della tua biblioteca.
Sei andato in giro spulciando dovunque con la lanterna di Diogene per cercarli?

Elisa Zoppei

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